“Se si leggono libri come si stanno ad ascoltare gli amici, ciò che si legge allieterà e consolerà come soltanto gli amici sanno fare”. Così il celebre scrittore tedesco Hermann Hesse, autore che ha sempre legato letteratura e amicizia, tematiche a lui molto care. Diverse sono le persone che hanno dedicato, e che dedicano, la loro vita, al mondo dei libri e con l’intenzione, magari, di promuovere l’amore per la lettura. Una di queste è Giovanni Feliciani, Direttore Editoriale di Bibliosofica Editrice e autore di volumi e saggi. Durante la prima giornata della Fiera Nazionale della Piccola e Media Editoria, egli ha avuto modo di presentare “Bibliosofia.
Scienza del Libro e della Lettura”, lavoro ambizioso che vuole portare alla ribalta il neologismo “bibliosofia” e tutto ciò che esso vuole rappresentare. Alla fine, una difficile “missione” quella di Feliciani, ma la determinazione e la convinzione sembrano proprio non mancare.
Al termine della presentazione vi è stata la possibilità di incontrare proprio l’autore.
Dott. Feliciani, lei ha iniziato come bibliotecario, fino a divenire direttore di una casa editrice. Può riassumere i momenti salienti di questo suo percorso lavorativo?
Io ho sempre lavorato, fin da piccolo, a stretto contatto con i libri. Ho iniziato da semplice lettore, poi ho trovato lavoro presso la libreria Uscita di Anna Gaggio e, successivamente ho ottenuto un posto come bibliotecario al liceo scientifico Malpighi di Roma. Qui gli studenti, forse a causa del mio grande amore per i libri, mi hanno soprannominato “Bìblius”, un nomignolo che mi sono portato appresso per diversi anni. Dopo ho deciso di scrivere libri, per poi dedicarmi all’editoria. Ho voluto chiamare un mio libro, a cui da anni lavoravo, proprio “Bìblius”, un po’ per ricordare il soprannome, e poi per dare l’idea di una vera e propria “enciclopedia del libro”. Così ho creato, nel 1999, la mia casa editrice Bibliosofica, e ciò mi ha permesso di pubblicare proprio “Bìblius”. Ottimi sono stati i riscontri della critica e degli studiosi, un po’ meno quelli dei dati di vendita, a causa di qualche difficoltà nella distribuzione e, soprattutto, nella visibilità. Nonostante questo, ho la fortuna di avere una distribuzione a carattere nazionale e, grazie alla Libro Co., una diffusione vendite all’estero.
In che modo è articolato “Bìblius”?
Ho tratto ispirazione da una molteplicità di testi, la maggior parte dei quali ho avuto modo di studiare negli anni. Questa “enciclopedia del libro” è fatta a voci, verbi che richiamano il mondo del libro. Quindi, 366 modi di DirLi-bri, ad esempio Leggerli, Scriverli, Studiarli, Pubblicarli. La casa editrice è nata anche dall’idea di introdurre un neologismo, la “bibliosofia”, che spero possa essere adottata dai cultori della materia.
Perché ha voluto definire la “bibliosofia” come un nuovo sistema di pensiero?
La “bibliosofia” è, se così si può dire, una scienza nuova. E’, in sostanza, interpretazione del pensiero utilizzando la lettura. I libri e la lettura fanno evolvere il pensiero in una direzione di autocoscienza. L’individuo si libera così, grazie appunto alla lettura, da dogmi e poteri dominanti che lo hanno sempre condizionato a livello storico.
C’è, perciò, associazione tra ciò che viene espresso in un libro e il proprio vissuto?
Sicuramente, l’esperienza conta moltissimo. La mia passione per i libri si nota da tutto quello che faccio e dico. La “bibliosofia” è una filosofia di vita, ma vuole anche indicare agli altri la possibilità di pensare attraverso l’uso dei libri. Con i libri si può, quindi, creare una personale visione del mondo. Non ci sarebbero più condizionamenti da scuole di pensiero e dogmi che bloccano l’individuo, fornendo già soluzioni “confezionate”. La liberazione potrebbe avvenire tramite proprio la lettura.
Tempora è la collana principale della casa editrice. In che modo è strutturata e cosa vuole esprimere?
Con questa collana si desidera trovare una sorta di multidimensionalità temporale. Si vogliono portare alla luce quelle particolari situazioni ed accadimenti, che sono stati portatrici di idee nuove, influenze che si notano anche nei nostri tempi. Perciò, il fine è quello di rendere attuale la storia, in una sorta di continuum temporale. Si ricercano allora i tratti che legano il passato al nostro presente, il tutto su una base di continuità storica.
I progetti futuri? Cosa avete in cantiere?
Una cosa sicura è che pubblicheremo tanti altri libri, perché il nostro intento è sempre quello di diffondere l’amore per i libri e la lettura. Bisogna aumentare la base dei lettori in Italia che, come sappiamo, è molto modesta. Io arrivo a pensare che circa il 70% degli italiani ha un rapporto minimo, se non nullo, con i libri. Questa è la triste situazione.
In bocca al lupo, Dott. Feliciani, ne avrà proprio bisogno…