L’arte e il cinema hanno da sempre intrecciato le loro strade, creando un dialogo visivo che arricchisce entrambe le forme espressive. Questo legame è al centro del nuovo documentario/tributo “Damnjan”, diretto dal regista Matteo Mavero, che sarà presentato il 9 ottobre 2024 presso l’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma. L’evento, con ingresso riservato su invito, rappresenta un’occasione unica per esplorare il lavoro dell’artista serbo Damnjan, noto per il suo linguaggio visivo d’avanguardia e le tematiche esistenziali delle sue opere.

L’incontro tra pittura e cinema: un legame profondo

Il cinema ha spesso trovato ispirazione nella pittura, con registi che hanno spostato inquadrature per dare maggiore risalto a dipinti presenti sulla scena. Questo dialogo tra le due arti non solo arricchisce le storie raccontate sul grande schermo, ma crea anche un’esperienza visiva che tocca profondamente lo spettatore. Matteo Mavero, regista di “Damnjan”, è un fermo sostenitore di questo binomio e ha fondato la sua missione artistica proprio su questa sinergia.

Mavero non è nuovo a progetti che uniscono diverse forme d’arte. La sua casa di produzione, Artery Film, fondata nel 2021, si dedica proprio a creare un ponte tra l’arte e lo spettatore. Già con il cortometraggio “121”, Mavero ha dimostrato la sua capacità di raccontare storie attraverso immagini potenti, ricevendo numerosi premi in festival cinematografici. Con “Damnjan”, il regista porta avanti questa missione, esplorando il processo creativo dell’artista serbo e catturando la bellezza e la complessità delle sue opere.

Il documentario “Damnjan”: un tributo all’artista serbo

“Damnjan” è un viaggio introspettivo all’interno dell’opera dell’artista serbo noto per il suo linguaggio visivo d’avanguardia. Il documentario si propone di esplorare il processo creativo di Damnjan, catturando la bellezza e la complessità delle sue opere d’arte. L’obiettivo è rendere queste opere più fruibili non solo a uno spettatore attento, ma anche a coloro che sono meno familiari con il mondo dell’arte.

La proiezione del documentario presso l’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma rappresenta un’importante occasione per celebrare l’arte di Damnjan e il suo contributo al panorama artistico contemporaneo. L’evento, che avrà luogo il 9 ottobre 2024, sarà aperto con un saluto istituzionale da parte dell’Ambasciatore della Repubblica di Serbia, S.E. Sig.ra Mirjana Jeremić. Dopo la proiezione, seguirà una sessione di domande e risposte con il regista Matteo Mavero, offrendo al pubblico l’opportunità di approfondire ulteriormente il lavoro dell’artista e il processo creativo dietro il documentario.

Un evento esclusivo all’Ambasciata della Repubblica di Serbia

L’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma, situata in Via dei Monti Parioli, 20, sarà il prestigioso palcoscenico per la presentazione di “Damnjan”. L’evento, che inizierà alle 18:30, è riservato a un pubblico selezionato su invito. Questo setting esclusivo aggiunge un ulteriore livello di prestigio alla proiezione, sottolineando l’importanza dell’artista e del suo lavoro.

La serata si concluderà con un cocktail, offrendo ai partecipanti l’opportunità di discutere ulteriormente delle opere di Damnjan e di socializzare in un ambiente raffinato. Questo evento rappresenta non solo un tributo a un grande artista, ma anche un momento di incontro e scambio culturale, sottolineando il ruolo dell’arte come ponte tra diverse culture e forme espressive.

Info utili

L’evento di presentazione del documentario “Damnjan” si terrà il 9 ottobre 2024 presso l’Ambasciata della Repubblica di Serbia a Roma, in Via dei Monti Parioli, 20. L’inizio è previsto per le 18:30 e l’ingresso è riservato su invito. Dopo la proiezione, ci sarà una sessione di domande e risposte con il regista Matteo Mavero e un cocktail.

L’evento rappresenta un’occasione unica per esplorare il lavoro dell’artista serbo Damnjan e per approfondire il legame tra pittura e cinema, attraverso la visione di un documentario che promette di catturare la bellezza e la complessità delle sue opere.

(Fonte e immagine: Federica Rinaudo Ufficio Stampa)