E’ troppo facile scrivere che in questa città da quasi tremila anni siamo abituati alle sigle e agli acronimi. [[SPQR]] ha circa 2700 anni più di [[USA]] o [[CSI]] o [[FBI]] e quindi il bambino romano che si abitua fin da piccolissimo a riconoscere SPQR sui tombini non ha nessuna difficoltà, una volta cresciuto, ad aggiungere un’altra sigla alle tante che hanno popolato la sua vita.
Dovendo scegliere proporrei RQM ovvero Romano Quadratico Medio. Cosa intendo per RQM? Beh, quella persona che è profondamente romana per esperienza quotidiana, anche se magari è nato in Cina o a Velletri, perché quotidianamente interagisce con tutti gli altri malcapitati che hanno la fortuna di vivere ogni giorno l’esperienza di una metropoli così straordinaria e così unica. Come si riconosce il vero RQM? In alcune particolari occasioni, un po’ come una banconota controluce, il vero Romano Quadratico Medio si rivela in tutto il suo fulgore. Nell’attraversare la strada, nel fare la fila, al bar, in auto, al mare, nella gioia di uno scudetto o di un mondiale o nella tragedia di un lutto nazionale. Il Romano Quadratico Medio è talmente protagonista della storia e dei sentimenti degli italiani, che sempre più spesso viene usato dalla televisione e dal cinema come simbolo di un particolare tipo di italiano. Sarà anche che questa città vive di immigrazione nazionale ed internazionale a cominciare dai parlamentari italiani e dai delegati [[FAO]] e dei corpi diplomatici per finire con i clandestini: tutti abbiamo bisogno di sentirci parte di una comunità che occupa una scena che bene o male è in prima pagina da quasi tremila anni. E come i newyorkesi dei fumetti di [[Spiderman]] sappiamo che prima o poi succederà un’altra di quelle cose incredibili che accadono solo a Roma. Ecco perché, sotto sotto, ci sentiamo un po’ tutti RQM, anche se abitiamo a Catanzaro o a Trento o a Londra. Il fatto è che siamo consapevoli che potremmo diventarlo in fretta anche se non lo siamo.