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La realizzazione di un sogno: Gabriele Carbotti e la sua Anticamera del Vento

anticameradelvento-1Quando si insegue un sogno bisogna essere determinati e fare di tutto per raggiungerlo. Presupposto fondamentale è studiare, essere propositivi, tentare più strade e alcune volte se si incontrano delusioni, trasformarle in forza. Questo è quello che ha fatto e sta facendo Gabriele Carbotti. Il suo sogno è "ritagliarsi uno spazio nel mondo dello spettacolo". Il percorso è stato lungo ed impegnativo e non è ancora finito.

Una passione iniziata da giovanissimo, nei banchi di scuola, dove a 13 anni ha recitato nel suo primo spettacolo, vincendo il primo premio come attore non protagonista nella rassegna teatrale "Attori e tecnici a scuola". In seguito è entrato nel pubblico di Amici di Maria de Filippi (quando era un talk show) e ha partecipato alla prima edizione di Saranno Famosi sempre della De Filippi.

 anticameradelvento-2Dopo l'esperienza nel piccolo schermo,  ha deciso che la strada da inseguire era quella dello spettacolo dal vivo. Nel 2005 ha dato vita alla Compagnia Teatrale Anticamera del Vento collaborando con il  Teatro Petrolini. Qui come sceneggiatore, regista ed attore Carbotti ha trovato la sua dimensione artistica. Scrive, recita, dirige, che altro? Canta! Un capacità a trecentosessanta gradi. Ora con il suo talento musicale è in scena dal 25 Giugno al 23 Agosto 2009, in Canta Roma Canta VII secoli di canzoni Romane. Qui nella splendida location dei Giardini degli Aranci all'Aventino, verrà rivissuta la tradizione musicale romana. Prima del grande giorno noi di Ez Rome lo abbiamo intervistato sulla compagnia, sugli spettacoli fatti, sul prossimo spettacolo a cui parteciperà e su molto altro, leggere per credere.

Quando nasce la compagnia teatrale Anticamera del Vento?
La compagnia nasce nel 2005, dalla mia volontà di creare una sorta di cooperativa artistica simile a quella degli anni ‘70. L'avventura è incominciata dal Petrolini di Roma, dove ora collaboriamo in maniera  stabile, presentando in programma una media di quattro spettacoli a stagione.

anticameradelvento-4Il nome che avete scelto ha un significato ed un valore particolare?
Si, l'idea,  che volevo dare, era di suggerire un qualcosa che venisse prima della compimento vero e proprio del nostro lavoro. Il pensiero è andato ad una specie di anticamera del successo, o meglio, della nostra crescita professionale. Diciamo che il vento rappresenta un po' il simbolo della realizzazione professionale.

Sei nello spettacolo ormai da diversi anni, nonostante la giovane età, ci vuoi raccontare il percorso che ti ha portato a dar vita ad una compagnia teatrale?
Effettivamente è da tanto che sto provando a ritagliarmi uno spazio nel mondo dello spettacolo. A 13 anni ho recitato nella prima rappresentazione. In seguito ho lavorato anche in televisione e con  contratti per progetti che non mi rappresentavano a pieno. È stata proprio questa esperienza a darmi il coraggio di tentare la strada con le mie forze, fondando un gruppo unito. L'intento è quello di fare del buon Teatro. Il lavoro è duro e pieno di insidie, ma che soddisfazioni!

anticameradelvento-3Sei anche un cantante, quanto la musica ha influito e influisce nei tuoi spettacoli?
Prima di tutto devo dirti di non mi sento un cantante. In alcuni spettacoli canto, è vero, ma la mia professione è un'altra. Comunque amando la musica, faccio sì che nei miei spettacoli, essa sia in linea con la recitazione e con le tematiche del testo che viene presentato. Ho scelto musiche dei Beatles, dei Queen, ma anche brani originali composti dal M° Paolo Gatti, il quale mi ha regalato uno dei più bei pezzi che io abbia mai usato in una rappresentazione.

Le vostre rappresentazioni trattano tematiche molto attuali, soprattutto tra i giovani: desiderio di paternità tra coppie gay, la difficoltà di fidanzati che hanno rotto ma hanno un figlio in comune. Quali sono i messaggi che volete trasmettere?
Quando scrivo e presento un mio lavoro, prima di tutto è qualcosa che penso ed in cui credo. Non cerco di dare una "versione dei fatti", ma lascio che lo spettatore sia libero nel dare una propria interpretazione alla storia che sta seguendo. Se si parla di coppie gay ed adozioni, non dico se è giusto o sbagliato, bensì presento una vicenda, che nel suo personalissimo microcosmo, ha la sua evoluzione e il suo finale, e così per qualsiasi altro argomento. Parlare di messaggi è un po' pretenzioso, almeno nel mio caso. Però un messaggio per i giovani ce l'ho: Andate a Teatro che vi sorprenderà!

anticameradelvento-5Il giallo è un genere che si trova spesso nelle vostre rappresentazioni teatrali, quali sono i modelli a cui vi rifate?
Personalmente amo lo stile drammaturgico americano, quello di Neil Simon, di Woody Allen, e soprattutto di David Mamet, che fa dell'ermetismo emozionale il suo marchio di fabbrica. In più, amo i gialli di Patricia Cornwell, Katy Reich, ed i romanzi di Grisham. In alcuni testi ho provato a fondere il tutto creando delle sceneggiature che prendessero spunto da questi capolavori che ho avuto modo di leggere o di veder rappresentati a teatro.

Di molti testi sei l'autore, come riesci a creare sfumature e personalità che prendono vita attraverso la tua immaginazione?
Domanda difficile, semplicemente mi metto davanti lo schermo del pc e scrivo! A volte i testi li finisco nel giro di una nottata. Certo, prima, ho già una idea generale di quello che voglio raccontare e poi butto giù tutto con la tastiera. Naturalmente mi ispiro a persone che realmente ho conosciuto o visto nella mia vita, e mentre scrivo mi affeziono a loro a tal punto che a volte li riprendo in lavori successivi.

anticameradelvento-6Diversi scenari in cui si ambientano i  vostri spettacoli sono all'estero: per esempio in Mama Affaire, la Spagna, in Joseph e Anna una storia, l'Inghilterra, e Parigi con La Signorina Papillon. È una pura casualità oppure c'è una motivazione?
Amo viaggiare con la fantasia e spostarmi da dove sono nel momento in cui scrivo. Trovo affascinanti le culture degli altri paesi come quella nostrana. Se trovo che una storia sia più collocabile altrove non mi inibisco e studio le eventuali location. Oppure faccio il contrario, ho ambientato Provaci ancora Sam di Woody Allen a Roma! Per i testi di altri autori, come La Signorina Papillon, beh, la prima volta che l'ho letto, la genialità di Benni ha creato in me il forte desiderio di metterlo in scena immediatamente. Missione compiuta con tanto di applausi e complimenti dell'autore stesso. Ecco quali sono le soddisfazioni di cui ti parlavo poco fa.

anticameradelvento-7Dei giovani che parlano dei giovani, riuscite a mettere in scena pregi e difetti della nostra generazione. Quali sono secondo te i punti forti e i punti deboli che emergono e vale la pena raccontare?
Probabilmente il punto in comune di tutti i giovani sta nell'aver voglia di evadere, di trovare dei luoghi che non facciano pensare alla quotidianità a volte asfissiante, usando la fantasia. Trovo che i giovani di oggi, con tutte le differenze del caso, vedi la tecnologia e la necessità di fare tutto in fretta a causa dei ritmi imposti dalla società, non siano poi così lontani dai giovani di ieri. Basti guardare film italiani come "Poveri ma belli" o le commedie di De Filippo, dove i ragazzi avevano gli stessi problemi e le stesse caratteristiche di quelli di oggi. Certo, nel presente siamo molto più diretti e disinibiti, ma i sentimenti e le sensazioni che si provano, come la voglia di cambiare le cose, sono sempre le stesse.

Molte recensioni che ho letto sui tuoi spettacoli sottolineano la difficoltà di essere contemporaneamente attore e regista come riesci a districarti nei due ruoli?
Intraprendo un'avventura del genere solo se ho ben chiaro in mente quello che voglio da un lavoro. Se non ho dubbi su quello che devo tirare fuori da un testo, mi butto a capofitto e tiro su lo spettacolo. Non è facile, ma è quanto di più gratificante si può avere da questa professione, che è fatta di emozioni ed esternazioni. Ecco, dirigendo e recitando al tempo stesso, posso esprimere tutto allo stesso momento.

anticameradelvento-8Come descriveresti i tuoi compagni d'avventura?
Ce ne sono stati tanti, ce ne sono ancora e ci saranno, li descrivo così, pazzi sognatori e visionari come me.

In questo periodo sei in scena con  "Canta Roma, Canta" VII secoli di canzoni romane, nello splendido scenario del Giardino degli Aranci all'Aventino, ci vuoi parlare di questo spettacolo?
E' un emozionante viaggio nella musica della nostra città. La chitarra magica del M°  Paolo Gatti fa rivivere la Roma che non c'è più, fatta di botteghe ed osterie, di vicoli e campi, di lame e di furfanti. Ma anche di amore, serenate, stornelli strafottenti e allegria, fino ad arrivare ai giorni nostri, nella nuova musica di Roma. Le splendide voci di due cantanti come Alessia Alongi e Giorgia Fini contribuiscono a rendere il tutto avvolgente ed entusiasmante. Uno spettacolo da vedere, anche perché giunge al suo trentennale, da quando Paolo Gatti e Fiorenzo Fiorentini debuttarono nella prima estate musicale del Giardino degli Aranci. Devo dire grazie Paolo Gatti che mi da l'opportunità di calcare quel fantastico palcoscenico che ha fatto e continua a fare la storia della capitale.

Quali sono i vostri progetti futuri. Ci puoi anticipare qualche cosa?
Qualcosa si.  A dicembre saremo in scena con una commedia musicale inedita che sto scrivendo e che avrà la direzione musicale – naturalmente – del M° Paolo Gatti. E' una storia ambientata nella Roma del 1939, in quelle borgate improvvisate, proprio quando il fascio…no, avevo detto solo qualcosa! il resto sarà a teatro a dicembre 2009.

"CANTA ROMA CANTA"
VII secoli di canzoni romane
dal 25 giugno al 23 agosto
Tutte le sere ore 21.00 – lunedi riposo
Con il Patrocinio del Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione

Incontraroma , A.t.d.c. & Zariel presentato al
GIARDINO DEGLI ARANCI

uno spettacolo scritto e diretto da Paolo Gatti
con Giorgia Fini, Alessia Alongi e Gabriele Carbotti

 

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