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Passione e tenacia: la rivincita del Teatro dell’Angelo

locandina_teatro_dellangeloNell'ottobre del 2006 è stato riportato alla luce dopo anni di oblio, il nuovo dell'Angelo, vecchia gloria del quartiere Prati. Questo luogo elegante e popolare al tempo stesso, fu usato, sin dagli anni '30, come punto di ritrovo e sala da ballo del quartiere. In seguito, visto anche lo scoppio della guerra, diventò un archivio e poi addirittura un magazzino, fino al suo abbandono.
Solo nel 1993, grazie alla sua forte passione, Bedi Moratti, sorella del più celebre Massimo e figlia dello storico presidente dell'Inter, Angelo Moratti (da cui questo luogo prende nome), il Teatro dell'Angelo venne riscoperto, restaurato, e adeguato a spazio teatrale.

Nel 1995, con una partecipata cerimonia benaugurale, il teatro fu inaugurato da Vittorio Gassman. A nulla valse però un padrino così d'eccezione: dopo appena quattro anni il teatro fallì e fu dato in affitto per qualche anno alla Rai.
Quando nel 2006, arrivò a via Simone de Saint Bon n.19, Antonello Avallone, l'attuale direttore artistico e già direttore del Teatro dei cocci dal 1992 al 2004, quello cui si trovò di fronte fu un vero e proprio stato di abbandono, soprattutto per quel che riguarda l'aspetto organizzativo ed economico, visto che in alcun modo si sarebbero potuti ricevere contributi da enti pubblici e/o privati.

Così iniziò il lavoro di squadra, che ha reso ancora più avvincente ed appassionante la ricostruzione del teatro. La neonata società di Avallone, la Compagnia delle arti, costituita con la moglie e con un'altra collaboratrice, ha dovuto iniziare la propria attività con un lavoro estremamente intenso, che ha poi permesso di aprire i battenti di questo spazio, con lo scopo di proporre un calendario di spettacoli estremamente intelligenti, impostato nel primo anno di vita, sulla commedia napoletana, con cui nasce l'Avallone attore, proponendo sia autori conosciuti come De Filippo, sia rischiando con i meno noti, come Raffaele Viviani.
Dagli autori napoletani, Avallone si è poi concentrato su Woody Allen, il cui spettacolo "Io e Woody", show graffiante che ripercorre i suoi monologhi dal 1974 al 1977, è un vero e proprio fiore all'occhiello della compagnia. Dei due singolari modi di andare in scena Avallone dice: Io ho alcuni miti nella mia vita, che sono Totò e Woody Allen, i quali sembrano molto lontani, ma non è così. C'è un elemento che collega i napoletani con gli ebrei newyorkesi: quello di essere autoironici.

Luogo di rappresentazione unico nella sua forma architettonica, ha visto passare per le proprie fila, tra gli altri, nomi celebri come Carmelo Bene, Nicola Piovani e Gabriele Lavia.
Va ricordato anche che per due anni questo teatro, fu succursale del prestigioso Teatro Argentina.
L'odierna compagnia di Avallone punta tutto sui giovani e sull'innovazione: negli ultimi spettacoli, di 14 degli attori, 6 o 7 erano giovani tra i 23 e i 28 anni, che, innamorati del teatro, sgobbano per tra mille sacrifici per arrivare ai risultati.
I caratteri innovati si possono rintracciare nei progetti di didattica e di formazione in calendario, soprattutto nel corso di teatro per bambini, dai 7 ai 12 anni, giunto ormai al terzo anno, e conclusosi con un percorso che si è rivelato importante e promettente.
Ad oggi, lo spazio scenico è anche location per convegni, congressi, , expo, conferenze, meeting aziendali, casting e sfilate di .

L'ultimo spettacolo in programma, dal 9 al 6 giugno, a conclusione di una stagione abbastanza fortunata, si chiama Outsiders, ed è portato in scena dai Tabanka Onlus, che vede il patrocinio dell'Ambasciata di Capo Verde a Roma ed è finanziato dall'Unione Europea Gioventù in Azione.
Lo rappresentazione pone l'accento su razzismo, società, immigrazione ed integrazione, guardando da più punti di vista una società che sta cambiando. E proprio con questo spettacolo conclusivo, la direzione artistica del Teatro dell'Angelo, conferma più che mai, l'intento di uno scambio di emozioni fra attori e pubblico, e se lo scambio di emozioni è qualcosa che va dritto all'anima, allora Avallone e il suo appassionato team hanno colto nel segno.

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