Per il mese di maggio, il “suo” Cartellone Teatrale prevede “Io, Ludwing Van Beethoven” per la regia di Corrado D’Elia, “La Confessione” dall’adattamento di Mino Manni e la regia di Alberto Oliva, e un saggio conclusivo degli allievi del corso di drammaturgia dal titolo “Officina Teatrale – Cantiere di Scrittura e Collaudo”. E mentre lo sguardo continua a scorrere su quel cartellone torna alla mente quella sua originalità dell’essere un piccolo teatro dal grande cuore romano.
Sarà forse il suo nome, sarà la sua posizione nel centro della città o semplicemente la sua storia a renderlo quasi un “piccolo gioiello”.
Il Teatro G. Belli si trova in Piazza S. Apollonia e la sua storia inizia già nella seconda metà dell’800. All’origine, la struttura è sede di un Monastero, e poi “prigione” per Lorenza Feliciani, moglie di Cagliostro. Quando il convento fu chiuso il luogo fu adibito a diverse “mansioni” tra cui quella di taverna trasteverina, fino a diventare nella seconda metà dell’800 un teatro. Molti nomi famosi hanno recitato sul suo palcoscenico del Teatro belli: da Gustavo Modena, a Ermete Novelli, a Leopoldo Fregoli e Lina Cavalieri fino a giungere a Ettore Petrolini.
In questo teatro Giuseppe Garibaldi tenne il discorso agli elettori romani negli epici giorni della Repubblica Romana (1849). E oggi l’evento è ricordato dalla lapide in mostra nel foyer del Teatro insieme a tante altre targhe commemorative.
Dopo gli anni ’10, del secolo scorso, in cui moltissimi teatri della Capitale vengono trasformati in cinematografi e gli anni della crisi, ’50-’60, la struttura ridiventa di nuovo un teatro e prende il nome di Teatro Belli. E Antonio Salines, per 40 anni, ne è il direttore artistico nonché colui che è intervenuto per ben quattro volte nelle opere di ristrutturazione dello stabile al fine di renderlo più vicino a quelle che erano le “nuove” esigenza del mondo dello spettacolo. I lavori di restyling hanno consegnato un Teatro trasformato in una elegante e confortevole sala fermo restando le caratteristiche che hanno fatto della sua storia una storia importante.
Oggi, il Teatro Belli, con un palcoscenico di 8 metridi larghezza e di 5 metridi profondità, con 5 camerini, e con un centinaio di posti a sedere, ricorda uno di quei tanti “salotti da palazzo”, che si vedono ancora in qualche film di ambientazione nobiliare in cui la famiglia era solita offrire agli ospiti piccole recite o concerti. E il rapporto tra pubblico e attori diventa subito intimo e diretto.
La programmazione artistica del Teatro Belli è orientata soprattutto verso la ricerca e l’offerta di generi che vanno dal teatro di impegno sociale al dramma, senza con ciò tralasciare il grottesco, il surreale, il comico e i grandi classici, la commedia e la musica. E i risultati, visto il consenso del pubblico, sono davvero eccellenti poiché tutto, sul palcoscenico del Teatro Belli diventa creazione collettiva in cui, dalla drammaturgia, alla regia, alla scenografia, alla interpretazione fino a giungere alla ricerca musicale si fondono in unico meccanismo teatrale che si ripete rinnovandosi in ogni spettacolo.
Le scene del Teatro sono “calcate” sia da artisti affermati che da giovani emergenti, così come le proposte teatrali arrivano da tutta Italia. Tra gli autori italiani contemporanei presenti nella Compagnia teatrale spiccano i nomi di Roberto Lerici, Silvano Ambrogi, Ennio Flaiano, Mario Moretti, Turi Vasile, Dario Fo.
Per favorire al massimo la partecipazione del pubblico, il Teatro Belli mette a disposizione biglietti ridotti e delle forme di abbonamento assolutamente uniche. E’ convenzionato anche con molte strutture presenti in città.
Informazioni sulla programmazione, sulla biglietteria, sul come arrivare al Teatro sono presenti sul sito internet www.teatrobelli.it