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Teatro Vascello: una comunione tra palcoscenico e navigazione.

t_vascello_1Gli anni ’80 del secolo scorso stavano per finire. Raf cantava, al Festival di Sanremo del 1989, “Cosa resterà di questi Anni Ottanta afferrati già scivolati via…” e a Roma, in quello stesso anno, l’architetto Costantino Dardi e Giancarlo Nanni, si cimentavano nella ristrutturazione dell’avo Cinema Vascello, costruito nel 1946, e divenuto poi quel complesso di elementi che costituisce oggi l’attuale Vascello. E proprio Giancarlo Nanni insieme all’inseparabile compagna e collega Manuela Kustermann ne diventarono i direttori artistici. Siamo nel cuore di Monteverde vecchio, in via G. Carini al civico 78, nelle immediate vicinanze del Gianicolo, sopra Trastevere e a 100 metri da Villa Sciarra. Siamo nel quartiere più placido di Roma dove tutto assume un rapporto più stretto e familiare con la quotidianità, dove passato e presente si mescolano e si amalgamano divenendo vita, e dove il Teatro Vascello plasma questa mescolanza facendola diventare “cosa viva”, linfa vitale nelle vene non solo del quartiere ma dell’intera città.

 

t_vascello_2L’ingresso, l’atrio e il foyer (l’attuale win bar) del Teatro, opera degli architetti M.A. Di Martino e B. Agostinelli, fanno quasi da anticamera, anticipando con la luce che filtra dalle ampie vetrate d’ingresso, i toni e i colori della sala; mentre, il palcoscenico non si oblia del futuro  anzi tra le nere quinte, il rosso sipario e gli spalti non esistono filtri e la relazione con il pubblico è resa ancora più emozionante  per la tipica struttura polivalente del sito che permette il più ampio uso di soluzioni sceniche. Si tratta, infatti, di un teatro a “pianta centrale”, “circolare”, “a più piani”, “all’italiana”, con una gradinata per il pubblico di 400 posti (unici numerati su poltrone in tessuto), una parte della quale può essere detraibile (eliminando 150 posti si amplia lo spazio-palcoscenico di altri 6 metri di profondità); mentre la sala regia corre al di sopra della gradinata e consente il passaggio sopraelevato sino alla zona retropalco alla quale si congiunge con due scale laterali e i camerini (con i loro 16 posti) sono posizionati lungo la scena, sui lati.

E il nome? Teatro Vascello. Che cosa lega un teatro a un vascello? E’ pura metafora. C’è comunione, infatti, tra teatro e navigazione: i loro principi si fondano sugli stessi materiali (tele, corde, legno) così come il concetto di equipaggio e compagnia sono simili nella concezione nordica che ha da sempre contraddistinto la vocazione dell’attore fino alla sua situazione estrema nei personaggi pirandelliani, veri e propri navigatori che potremo pensare come “capitani su navi di ricognizioni dell’immaginario”, elementi questi sempre presenti nell’arte di Giancarlo Nanni (morto nel mese di gennaio del 2010), di Manuela Kustermann e di un teatro che con il suo essere non solo laboratorio ma anche spazio per incontri e scambi di esperienze tra artisti di teatro, di arti visive, di cinema, di danza e di musica diventa vetrina di sperimentazione artistica e di vita a “tutto campo”.

E mentre “le luci si accendono“, gli artisti si preparano alla nuova stagione teatrale, agli spettatori è d’ uopo ricordare che è possibile raggiungere il Teatro Vascello anche con i mezzi pubblici: l’autobus 75, si può prendere da stazione Termini, Colosseo, Piramide, oppure ci sono gli autobus 44, 710, 871 e 870; mentre, il treno Metropolitano che si prende da Ostiense ferma alla Stazione 4 Venti, in Viale 4 Venti, a due passi dal teatro.

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