Proseguendo nella nostra storia sui teatri più importanti e prestigiosi di Roma non ne può certo mancare uno che, oltre a raffinatezza, eleganza e maestosità, si distingue per la particolare attenzione che presta all’opera lirica italiana e al balletto.
Il Teatro dell’Opera, collocato a pochi passi dalla stazione Termini, si erge in tutta la sua imponenza in Piazza Beniamino Gigli, nel punto di intersezione di una serie di vie sempre molto trafficate. Passando accanto al teatro viene spontaneo sostare un attimo a osservare la sua magnificenza, nonostante i clacson e il rumore del traffico cittadino vogliano prendere il sopravvento. Soprattutto per gli appassionati di opera lirica e di balletto, ai quali basta buttargli l’occhio fugacemente per emozionarsi. E per chi conosce la sua storia e sa quale importanza ricopre nel panorama culturale capitolino, italiano e mondiale.
La costruzione del Teatro dell’Opera iniziò nel 1879 per volere di un imprenditore edile romano di adozione, Domenico Costanzi, il quale tenacemente portò avanti i lavori seguendoli passo dopo passo e affidando il progetto all’architetto Achille Sfondrini, esperto nel restauro di teatri.
Costanzi si raccomandò di seguire una linea particolarmente prestigiosa. Il suo intento era quello di donare alla capitale un luogo dedicato alla tradizione lirica italiana, degno della città che lo ospitava e dell’importanza che andava assumendo sempre più la lirica italiana in quel momento.
Il teatro venne costruito in soli 18 mesi. Si optò per la classica forma a ferro di cavallo per privilegiare il risultato acustico.
Fin da subito vennero rappresentate “prime assolute” di opere che poi sarebbero diventate famosissime. Tra queste, la Cavalleria Rusticana di Pietro Mascagni e la Tosca di Giacomo Puccini.
Il 1926 fu per il Teatro Costanzi (allora si chiamava così in onore del suo fondatore) un anno di svolta. Per volere di Mussolini venne acquistato dal Comune di Roma. Oltre a prendere il nome di “Teatro Reale dell’Opera”, vennero applicati sostanziali cambiamenti strutturali, primi fra tutti l’ingresso su Piazza Beniamino Gigli e le preziose decorazioni interne, tra cui il maestoso lampadario composto da ventisettemila gocce di cristallo.
Fu con l’avvento della Repubblica che assunse definitivamente il nome di Teatro dell’Opera.
E nel 1928 venne istituita la famosa Scuola di Danza, sogno di generazioni di adolescenti che accorrono ogni anno numerosi per partecipare alle selezioni e avviare una carriera artistica di un elevato prestigio. Nel ramo del balletto classico, rappresenta uno dei luoghi più antichi e più importanti, pari alle scuole della Scala di Milano e del San Carlo di Napoli.
Negli anni si sono succeduti direttori artistici illustri: da Ileana Leonidoff e Dimitri Rostov; da Teresa e Placida Battaggi a Attilia Radice; da Alberto Testa a Elisabetta Terabust e a Carla Fracci.
Senza contare poi gli etoile che sono usciti dalla scuola e che hanno portato la loro danza in tutto il mondo proseguendo una carriera gloriosa. Tra questi Raffaele Paganini, Laura Comi e Mario Marozzi.
L’intento della scuola non è solo quello di avviare alla danza giovani talenti, ma anche quello di costituire e alimentare il celebre Corpo di Ballo del Teatro dell’Opera.
Composta da circa settanta emblematiche potenzialità, la compagnia ogni anno porta in scena i maggiori balletti della tradizione e le più celebri opere di coreografi internazionale del calibro di Marius Petipa, George Balanchine, Rudolf Nureyev, Roland Petit e moltissimi altri, riscuotendo sempre grandi successi di pubblico e critica.
Le personalità eminenti che hanno preso parte alla storia di questo teatro sono state tantissime. Ognuna di esse con la sua professionalità e dedizione ha contribuito a creare il prestigio e l’importanza del Teatro dell’Opera in Italia e nel mondo.
Un luogo unico e fuori dal tempo dove prendono vita come in un sogno la magia, la storia e la fantasia di quei geni che hanno composto il miglior repertorio della lirica italiana e internazionale e del balletto classico.