E’ stata presentata ieri la nuova stagione del Teatro Lo Spazio. Nel cuore storico della capitale, uno spazio suggestivo dove confluiscono realtà ed identità contemporanee, che trovano una residenza per esprimere la loro creatività.
99 posti, due sale prove, diverse possibilità di utilizzo dello spazio scenico, fanno di questo luogo, dopo oltre 10 anni, una realtà off che sente oggi il bisogno di ampliare le proprie potenzialità.
Il programma, denso come d’abitudine di eventi di richiamo culturale, è stato illustrato dal direttore artistico Maestro Francesco Verdinelli, che ha introdotto il Maestro Manuel Paruccini, Primo ballerino del Teatro dell’Opera di Roma, artista poliedrico da oltre 30 anni sulle scene del panorama teatrale italiano. A lui sarà affidata dal gennaio 2020 la direzione artistica del teatro, con la preziosa collaborazione del giovane Riccardo Casertano.
“Dopo 12 anni di attività fortunata e piena di soddisfazioni – dichiara Francesco Verdinelli – ho deciso di cedere le quote della società che gestisce il teatro per poter dedicare maggiori energie al mio lavoro, ormai quarantennale, di compositore di musica per teatro, cinema e televisione. Auguro alla nuova squadra una felice prosecuzione ed ampliamento delle attività di un teatro che fin dal giorno della fondazione ha segnato, in diverse occasioni, le ”tendenze” del panorama romano “.
Ad inaugurare la stagione 2019-2020 sarà “Idiots of America”, un musical scritto e diretto da Nicolas Paccaloni, in scena dal 2 al 6 ottobre. Irriverente, sfacciato e decisamente provocatorio, lo spettacolo è una commedia punk che narra le vicende di tre amici alla disperata ricerca del loro posto nel mondo. Stanchi della grigia e monotona vita nella squallida Jingletown i ragazzi partono per la grande città, decisi a conquistare il mondo al di là delle palazzine di periferia sulle note dei brani dell’album ‘’American Idiot” (2004), successo indiscusso del gruppo statunitense Green Day. Ben presto, però, scopriranno che andarsene da casa non significa lasciarsi alle spalle i propri demoni.
Michela De Nicola firma la regia, dall’8 al 13 ottobre, di “Lisistrata, offline o castità”, un libero adattamento in cui la moderna Lisistrata vede la sua vita e quella delle sue amiche stravolta da una malattia, apparentemente innocua, che che ha colpito i loro mariti: la dipendenza dal gioco. La protagonista deciderà di risolvere la problematica ripercorrendo i passi della sua diretta antenata mettendo a dura prova i mariti che dovranno scegliere tra offline o castità.
Le dipendenze sono anche al centro dello spettacolo successivo “Il Guaritore”, liberamente adattato dal testo di Brian Friel, con la regia di Riccardo de Torrebruna anche interprete (7 -10 novembre). In un’epoca in cui il fatalismo e le dipendenze rivestono un ruolo cruciale nelle società, la figura di un guaritore, capace di restituire fiducia e benessere agli umani, si staglia come un ultimo salvagente a cui affidarsi, la sola risorsa a cui chiedere una ripartenza nella vita.
Si prosegue poi dal 12 al 17 novembre con “Cechov fa male. Sincopi deliqui infarti e altri mancamenti” -titolo mediato dal celebre monologo cecoviano Il tabacco fa male- di e con Sergio Basile che si propone di raccontare, in questa epoca distratta in cui il teatro sembra aver smarrito il suo primato, saldamente tenuto per quasi tutto il ‘900, quanto invece esso sia necessario alla formazione delle coscienze e alla crescita culturale dell’individuo.
Dal 19 al 24 novembre “Kurkuma” con Deialnira Russo e Ales Benjo, un eterno ritorno di istanti e ricordi che riaffiorano alla mente.
Sempre a novembre (dal 26 e fino al 1 dicembre) sarà la volta di “Tangenziale”, regia di Romano Talevi, che propone diverse storie, narrate in musica e prosa dal narratore Krapp, un chitarrista cieco con il dono della veggenza, che si esibisce con un trio di artisti di strada per le vie della città. Spettacolo con musica dal vivo eseguita da una Rock Band, i cui membri interpretano ognuno il doppio ruolo di attore e musicista.
Dal 19 al 22 dicembre sarà di scena lo spettacolo “L’inizio” con la regia di Sebastiano Ragni. I personaggi della pièce sono degli automi, inseriti in un meccanismo teatrale distorto, con una altalenante consapevolezza di chi sono e cosa vogliono. La storia ruota attorno alla decisione di piantare o no un seme che darà poi origine ad una pianta; da qua si articolano le più disparate digressioni.
Il 2020 si apre (dal 16 al 19 gennaio) con WC NIET (II° classificato concorso autori nel cassetto, attori sul como’ 2019 del Teatro Lo Spazio), scritto e interpretato da Elisa Pazi, regia di Lucia Ciardo. Sul palcoscenico due culture e due donne a confronto in uno scambio di battute e dialoghi che mettono in evidenza le diversità di pensiero di fronte ai grandi temi della vita: amore, famiglia, lavoro.
Il 26 gennaio andrà in scena “Dionisio contro Orfeo” per la regia di Luigi Facchino in cui il mito di Dionisio
e Orfeo viene rivisto in chiave moderna.
Un gradito ritorno è quello di Gianni de Feo, attore e regista, che sarà in scena dal 28 gennaio al 2 febbraio con “Bambola, la strada di Nicola”, uno spettacolo di sentimenti, passioni e tradimenti sullo sfondo delle più belle canzoni di Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo.
“ZHIVAGO STORY Il libro che non doveva essere scritto” approda allo Spazio dall’11 al 16 febbraio. Scritto e diretto da Angelo Ruta, interpretato da Pietro Pignatelli il testo racconta le vicissitudini di Pasternak, celebre autore dell’opera.
Si prosegue, poi, dal 18 febbraio al 1 marzo, con “Vita da cani”, da un’idea di Simone Pulcini scritta con Italo Amerighi e la regia di Ariele Vincenti. Sei amici, tutti diversi ma con una cosa in comune: il gioco compulsivo. Il punto d’incontro delle loro vite è la Sala scommesse dove ognuno si cimenta nella sua specialità: calcio, slot machines, gratta e vinci, ippica e corse di cani virtuali, la nuova frontiera del gioco d’azzardo. La Sala diventa per loro un luogo di sfogo, di confronto.
Da un’idea di Manuel Paruccini approda al Teatro Lo Spazio “Indovina chi sviene a cena”, scritto da Antonella Granata e Maurizio Canforini, regia di Antonella Granata, movimenti coreografici di Manuel Paruccini (25-29 marzo). Cosa avranno in comune Domenico e Giorgio con la Spagna, con un fotografo romano, con una vicina di casa pettegola, un ballerino di flamenco e una assistente sociale? Tra ritorni inaspettati e segreti dal passato “Indovina chi sviene a cena” mette da parte la visione buonista del social digitale sul tema dell’adozione a 360 gradi per parlare, a cuore aperto e con un pizzico di cinica ironia, di paure e speranze.
Pietro de Silva torna allo Spazio con “Ladidi”, uno spettacolo interpretato da Annalisa Favetti che ripercorre la storia della sfortunata principessa partendo dal momento dell’incidente andando a ritroso nella sua vita per terminare al suo funerale (31 marzo – 5 aprile).
La Barba di Davide Cuccurugnani con la regia di Marco Zicari è l’eroico viaggio di un quattordicenne che si ribella alla sofferenza imposta dai grandi e dalla vita, alle quali risponderà volendo dimostrare di essere grande e forte. Per far questo lascerà crescere la propria barba come corazza contro i propri nemici e come bianco destriero per la propria amata. (18-19 aprile)
“Tango”, scritto e diretto da Ludovica Marineo è una commedia dove l’ironia è solo l’altra faccia del dolore di vivere due solitudini complesse, che, per caso, s’incontrano e si scontrano in una scuola di ballo di dubbia professionalità, dopo aver seguito ognuno per suo conto le prime lezioni di tango online messe in rete per attirare futuri allievi. (21-26 aprile)
Aprile si chiude con “Mamme 3.0 servizio permanente affettivo, scritto e prodotto dal Teatro delle Ortiche, regia Vittorio Attene. Lo spettacolo esplora il mondo delle mamme, attraverso un viaggio introspettivo, profondo, drammatico e sconvolgente, distante dall’immagine retorica della tradizione per cui “la mamma è sempre la mamma”. (28-29 aprile)
A maggio torna il tango con uno spettacolo scritto e interpretato da Claudia Portale “Tango maleducato”. Tra ambientazioni argentine e sapori siciliani, si avrà la sensazione di respirare gli odori di un passato in cui erano gli italiani ad essere un popolo di emigranti. (5-10 maggio)
Macbeth di Shakespeare nasce, secondo Nicola Fano da una faccenda di maschi: l’ambizione di Macbeth e l’ingenuità di Banquo. Da qui lo spettacolo “La moglie di Banquo”, scritto e diretto da Nicola Fano che analizza il conflitto dietro al quale ci sono due donne che l’autore ha lasciato senza nome: Lady Macbeth e Lady Banquo. Lo spettacolo è un racconto dal punto di vista delle donne e si concentra sulla loro sfida e la loro profonda diversità. (12-17 maggio)
Nel finale di stagione saranno proposti alcuni testi che hanno vinto il concorso “Autori nel cassetto, autori sul comò 2019 Teatro Lo Spazio”.
“Tre studi per una chiamata” (1° classificato), scritto e diretto da Stefano Cangiano sarà in scena dal 19 al 21 maggio, seguito da “Fatti di gente perbene” (3° classificato), scritto e diretto da Roberto Graziano il 28 maggio.
A chiudere la ricca stagione de Lo Spazio sarà, “Luigino” scritto e diretto da Salvatore Lanza con Lara Balbo. Le novità, il più delle volte, ci fanno paura. L’ignoto è mistero, panico, timore di non farcela. Luigino analizza queste tematiche attraverso la storia di una ragazza che affronta la vita, il mondo, il sesso. Una vita che a volte è difficile, ma che sa regalarle all’improvviso una gioia. (29 -31 maggio)
Da segnalare anche per la stagione 2019-2020 la possibilità di abbonarsi a 6 spettacoli al costo di 49 euro. Gli spettacoli serali avranno inizio alle 20.30.
Fonte Ufficio Stampa Brizzi Comunicazione