L’antica arte giapponese del kintsugi ha trovato una nuova applicazione terapeutica presso il Centro di Senologia dell’A.O. San Giovanni Addolorata di Roma. Questo progetto innovativo, ideato dalla volontaria Margherita de Cesare dell’Associazione Mnemosyne, in collaborazione con la Fondazione Prometeus ETS, punta a supportare le pazienti oncologiche attraverso una serie di laboratori gratuiti che combinano arte e psiconcologia.
L’antica arte del kintsugi come terapia
Il kintsugi, che significa “riparare con l’oro”, è una tecnica giapponese che prevede di unire i frammenti di ceramica rotta utilizzando una miscela di lacca e polvere d’oro. Questa pratica non solo restituisce agli oggetti la loro funzione, ma li rende anche più belli e preziosi mettendo in risalto le loro cicatrici. Applicando questa filosofia alle persone, l’arte diviene metafora di resilienza e trasformazione, insegnando che le ferite e le difficoltà possono essere trasformate in punti di forza.
Questo significato profondo è stato evidenziato durante la presentazione del progetto, tenutasi presso l’Antico Atrio del Complesso Monumentale San Giovanni a Roma. Numerosi esperti hanno espresso il loro sostegno all’iniziativa. Il Dott. Lucio Fortunato, Direttore dell’UOC Senologia e Presidente della Fondazione Prometeus ETS, ha sottolineato come le complicazioni emotive che insorgono dopo il trattamento oncologico siano frequentemente trascurate. In tal senso, il progetto rappresenta una risposta innovativa e concreta per aiutare le pazienti nel loro percorso di guarigione.
Interscambi culturali a supporto delle pazienti
Hara Takahiro, Primo Segretario dell’Ambasciata del Giappone in Italia, ha testimoniato il suo personale coinvolgimento nel kintsugi e ha auspicato che questo progetto possa diffondersi come pratica di arte terapia, creando un significativo interscambio culturale. Lo storico dell’arte giapponese Paolo Linetti ha poi elogiato Anita Cerrato per aver saputo tradurre l’arte del kintsugi in una pratica terapeutica, combinando la psiconcologia con l’arte del restauro.
Anita Cerrato, Maestra d’Arte e di Mestiere, ha condiviso una frase di Carl Gustav Jung che riassume l’essenza del progetto: “spesso accade che le mani riescano a risolvere un mistero attorno al quale l’intelletto si è affannato inutilmente”. I laboratori di kintsugi aiutano le pazienti a valorizzare le loro cicatrici, fisiche ed emotive, come parte integrante della loro storia personale, contribuendo così al recupero del loro benessere psico-emotivo.
Iniziativa e impatto sociale
Oltre al supporto delle istituzioni, la realizzazione del progetto è stata possibile grazie al contributo di varie organizzazioni collaboratrici, tra cui Kintsu Handmade, LAB81 e Santa Ponsa Film. Durante l’evento di lancio, è stato proiettato “Ferite”, un film diretto e interpretato da Valentino Bedini, che esplora con poesia e sensibilità l’idea che le imperfezioni siano testimoni di resilienza e forza interiore.
Dopo la conferenza, le pazienti del Centro di Senologia hanno avuto l’opportunità di partecipare a un laboratorio di kintsugi condotto da Anita Cerrato, che ha già formato dieci partecipanti. Daniela Sauda, Coordinatrice della Fondazione Prometeus ETS, ha espresso orgoglio per l’introduzione di questi laboratori tra le attività offerte gratuitamente dal centro.
Il progetto “Kintsugi, l’arte di guarire le ferite” ha ricevuto prestigiosi patrocini e rappresenta un passo importante verso un approccio integrato nella cura delle pazienti oncologiche. Questo lavoro non solo contribuisce al benessere delle pazienti ma promuove anche un modello culturale in cui le fragilità sono celebrate come elementi di bellezza e forza.
Info utili
I laboratori di kintsugi sono offerti gratuitamente alle pazienti del Centro di Senologia dell’A.O. San Giovanni Addolorata. L’iniziativa è realizzata in collaborazione con istituzioni giapponesi e associazioni locali, con il patrocinio dell’Ambasciata Giapponese in Italia e altre prestigiose istituzioni.
L’evento di lancio ha avuto luogo presso l’Antico Atrio del Complesso Monumentale San Giovanni a Roma, alla presenza di distinti relatori. Per ulteriori informazioni sul progetto e sulla partecipazione ai laboratori, contattare l’A.O. San Giovanni Addolorata o le relative associazioni partner.
(Fonte e immagine: Laura Beretta – Ufficio Stampa)