Il 31 ottobre 2024 è stato siglato un importante protocollo presso la Casa Circondariale Regina Coeli di Roma, volto a prevenire e gestire il rischio di autolesionismo e suicidio tra i detenuti. Questo accordo rappresenta un significativo progresso nella promozione del benessere mentale all’interno delle carceri della Regione Lazio. La firma del protocollo è stata apposta dalla Direttrice della Casa Circondariale, Claudia Clementi, e dal Commissario Straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle. Presenti all’evento anche il Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Lazio, Stefano Anastasìa, e altri importanti rappresentanti delle istituzioni sanitarie e penitenziarie.
L’iniziativa si propone di rafforzare le misure di intervento, supporto e monitoraggio in ambito carcerario, attraverso l’integrazione delle competenze del personale sanitario e penitenziario. L’obiettivo è quello di ridurre i rischi associati a fenomeni critici come il suicidio e l’autolesionismo, mediante un intervento di sistema. Tra le azioni previste vi sono la valorizzazione degli interventi dei Peer Supporter, i colloqui e l’osservazione da parte dei diversi operatori, e l’informazione sull’offerta delle aree sanitarie, educative e di sicurezza.
Misure concrete per un ambiente carcerario più sicuro
Il protocollo prevede anche l’organizzazione di gruppi di accoglienza con psicologi della ASL Roma 1 ed educatori, il monitoraggio dei casi più vulnerabili e la formazione degli operatori per la rilevazione dei rischi. Inoltre, sono previste esercitazioni periodiche per interventi di primo soccorso. Secondo Stefano Anastasìa, Garante per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, l’adozione di questo protocollo è un passo fondamentale per condividere gli interventi tra la ASL e la Direzione dell’Istituto. Regina Coeli è infatti uno dei luoghi più esposti al rischio suicidario, con un tragico record di 14 suicidi registrati tra il 2020 e il 2024.
Anastasìa sottolinea che la funzione di Regina Coeli come casa d’arresto della più grande area metropolitana nazionale, unita alla vulnerabilità dell’utenza e alla carenza di personale, contribuiscono a questo triste primato. La struttura, inoltre, è caratterizzata da un tasso di affollamento del 188%, tra i più alti a livello regionale e nazionale. Con il protocollo, si disciplinano le modalità di attivazione e intervento a sostegno delle persone a rischio, prevedendo anche momenti congiunti di valutazione della sua implementazione.
Sinergia istituzionale per una gestione umanizzata
Il Commissario Straordinario della ASL Roma 1, Giuseppe Quintavalle, ha dichiarato che la sinergia tra istituzioni e personale sanitario e penitenziario testimonia l’impegno comune verso una gestione umanizzata e attenta del contesto carcerario. L’obiettivo è promuovere un ambiente più sicuro per le persone sottoposte a misure restrittive. Quintavalle ha sottolineato che questo è solo l’inizio e che l’approccio multidisciplinare e tempestivo previsto dal protocollo può fare la differenza, contribuendo a prevenire episodi di autolesionismo e suicidio.
La speranza è che questo segnale di reazione istituzionale alla drammatica successione di suicidi possa essere seguito da una maggiore sensibilità da parte di altri interlocutori istituzionali. È fondamentale ridurre le cause ambientali del rischio suicidario, come il sovraffollamento cronico e il depauperamento dei servizi socio-sanitari sul territorio. Il protocollo firmato oggi rappresenta un passo avanti nella costruzione di una cultura della salute e del sostegno all’interno delle carceri.
Info utili
Il protocollo firmato presso la Casa Circondariale Regina Coeli è parte di un’iniziativa più ampia per migliorare le condizioni di vita dei detenuti nella Regione Lazio. Le azioni previste dal documento sono già in fase di implementazione e mirano a creare un ambiente più sicuro e supportivo per le persone a rischio. Il coinvolgimento di diverse figure professionali, tra cui psicologi ed educatori, è essenziale per garantire l’efficacia delle misure adottate.
L’iniziativa è stata accolta positivamente dalle autorità locali e rappresenta un modello di collaborazione tra istituzioni sanitarie e penitenziarie. L’obiettivo è quello di estendere questo approccio anche ad altre strutture carcerarie, al fine di migliorare la qualità della vita dei detenuti e ridurre il numero di episodi critici. Il protocollo è un esempio di come la sinergia tra diverse competenze possa portare a risultati concreti e significativi.
(Fonte e immagine: Ufficio Stampa ASL Roma 1)