Presso l’ospedale San Filippo Neri di Roma, si è svolto un intervento pionieristico che ha unito due procedure chirurgiche all’avanguardia: la prostatectomia radicale robotica e l’impianto di una protesi peniena idraulica. L’operazione è stata eseguita da due esperti del settore, il Dott. Marco Martini, primario di Urologia, e il Dott. Gabriele Antonini, urologo andrologo specializzato nell’impianto di protesi peniene. Questo approccio innovativo rappresenta un passo significativo nella cura del tumore alla prostata, combinando precisione tecnologica e miglioramento della qualità di vita post-operatoria.
La prostatectomia robotica: precisione e sicurezza
La prostatectomia radicale è una procedura chirurgica indicata per i pazienti con tumore della prostata localizzato. Il Dott. Marco Martini sottolinea come l’uso della tecnologia robotica, in particolare il sistema Da Vinci, consenta una precisione senza precedenti rispetto alla chirurgia tradizionale. Grazie a una visione tridimensionale ad alta definizione, i chirurghi possono identificare e preservare con maggiore efficacia le strutture delicate, come i nervi responsabili della funzione erettile e i muscoli coinvolti nel controllo urinario. Questa tecnologia riduce il rischio di complicanze, quali sanguinamenti e infezioni, e accelera il recupero post-operatorio, migliorando così l’esperienza complessiva del paziente.
La minore invasività dell’intervento robotico rappresenta un ulteriore vantaggio, poiché comporta incisioni più piccole e un trauma chirurgico ridotto. Questo approccio non solo migliora la precisione dell’intervento, ma riduce anche il tempo di degenza ospedaliera e facilita un ritorno più rapido alle normali attività quotidiane. La prostatectomia robotica si dimostra quindi una scelta preferibile per i pazienti, offrendo un equilibrio tra efficacia oncologica e preservazione della qualità di vita.
Protesi peniena idraulica: soluzione al deficit erettile
Contemporaneamente alla prostatectomia, è stato eseguito l’impianto di una protesi peniena idraulica, una soluzione che affronta preventivamente il problema del deficit erettile, comune nei pazienti sottoposti a chirurgia per tumore alla prostata. Il Dott. Gabriele Antonini descrive l’intervento di impianto come sicuro e ben tollerato, ideale per quei pazienti che non rispondono ai trattamenti farmacologici o ad altre terapie conservative. Eseguire l’impianto contestualmente alla prostatectomia offre un vantaggio strategico significativo: il paziente affronta un solo intervento chirurgico, riducendo lo stress psicologico e fisico.
L’impianto della protesi peniena non solo risolve il deficit erettile, ma previene anche l’accorciamento del pene, una complicanza che colpisce circa il 99% degli uomini operati per un tumore alla prostata. Questo approccio integrato consente ai pazienti di affrontare con maggiore serenità non solo la malattia, ma anche le conseguenze sul piano sessuale, migliorando l’autostima e la qualità della vita. L’intervento rappresenta una svolta nel trattamento del tumore alla prostata, offrendo una soluzione completa che tiene conto degli aspetti fisici ed emotivi della guarigione.
Info utili
L’intervento innovativo eseguito presso il San Filippo Neri di Roma segna un importante passo avanti nella chirurgia urologica. La combinazione di prostatectomia radicale robotica e impianto di protesi peniena idraulica offre ai pazienti una soluzione integrata e meno invasiva per affrontare il tumore alla prostata e le sue conseguenze. I pazienti interessati a saperne di più su queste procedure possono contattare l’ospedale per ulteriori informazioni su costi, orari e modalità di accesso ai trattamenti.
In conclusione, l’intervento eseguito dai dottori Martini e Antonini rappresenta un esempio di come la tecnologia avanzata possa essere utilizzata per migliorare le cure mediche e la qualità della vita dei pazienti. L’innovazione nel campo della chirurgia urologica continua a evolversi, offrendo nuove speranze e possibilità per coloro che affrontano sfide significative come il tumore alla prostata.
(Fonte e immagine: Roberta Mochi – Capo Ufficio Stampa ASL Roma 1)