Ha ottenuto la copertina di Molecular Biology of the Cell, la rivista della ASCB, la Società Americana di Biologia Cellulare, uscita il 15 aprile e ora disponibile anche online. E’ stato prodotto nel laboratorio di ricerca di Oncogenesi Molecolare dell’IRE, come eccellente modello sperimentale per gli studi sulla proliferazione cellulare. Le sue “possibili” applicazioni sono molteplici: spaziano dall’oncologia alla medicina rigenerativa, dalla farmacologia alla tossicologia, nonché per studi e rilevazioni a lungo termine.
Si tratta di un “topo lucciola”, di un modello animale che “fa luce” su meccanismi cellulari in studi patogenetici e farmacologi. “L’animale è stato ottenuto legando il gene della luciferasi, una proteina prodotta dalle lucciole, ad un frammento di DNA del topo che dipende dal fattore di trascrizione NF-Y, una proteina strettamente coinvolta nel processo di divisione e moltiplicazione cellulare. Quando si trovano in fase di crescita, le cellule dell’animale emettono bioluminescenza, una luce visibile ed apprezzabile dall’esterno semplicemente utilizzando una speciale macchina fotografica, senza alcun danno per l’animale” (dal Comunicato Stampa dell’IRE, 17 aprile 2012).
Il “topo lucciola”, il topo transgenico, chiamato MITO-LUC, è stato sviluppato dal team della dottoressa Giulia Piaggio, in collaborazione col Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano.
Cosa accade nella realtà con il topo MITO-LUC? Come viene spiegato dal laboratorio IRE, nel topo transgenico “ogni volta che le cellule si dividono, ossia vanno in mitosi, producono NF-Y ed insieme ad essa la luciferasi. In questo modello si osserva che nelle aree del corpo ad elevata proliferazione cellulare, come ad esempio nei tumori, si produce una quantità di luce tale da poter essere facilmente rilevata dall’esterno fotografando l’animale con un apparecchio in grado di apprezzare la giusta lunghezza d’onda luminosa propria dei fenomeni di bioluminescenza”.
Quindi, se da un lato la tecnologia fornisce validi e utili strumenti per la ricerca traslazionale, dall’altro offre la possibilità di monitorare la crescita cellulare utili alla sperimentazione di nuove terapie contro il cancro.
La dottoressa Giulia Piaggio ha parlato dell’importanza del loro lavoro sottolineando che i “topi MITO-Luc consentono per la per la prima volta un efficace monitoraggio a lungo termine dell’attività proliferativa delle cellule, poiché basta fotografare l’animale ad intervalli regolari riducendo così in modo significativo il numero di animali necessari per gli studi. Grazie alla tecnologia della bioluminescenza è possibile visualizzare le cellule in attiva proliferazione in tutto il corpo, nell’animale vivo potendo così valutare l’efficacia di una terapia antitumorale – la luce emessa dal tumore scompare – o di valutare la cancerogenicità di un composto chimico (sviluppo di luce in organi normalmente “spenti”)”.