L’endometriosi è una patologia che colpisce 150 milioni di donne in età riproduttiva nel mondo. In Italia un’analisi multicentrica condotta dall’Istituto Superiore di Sanità, adottando criteri diagnostici omogenei, pubblicata nel Luglio 2011, ha mostrato una prevalenza di tale patologia di 3 milioni. Inoltre, si stima che nel 30-40% circa dei casi di infertilità femminile l’endometriosi è riconosciuta essere il fattore eziopatogenetico principale.
Il quarto incontro con il Professore Emilio Piccione, Direttore U.O.C. Ginecologia – Dipartimento di Chirurgia – Policlinico di Tor Vergata, è conclusivo di un ciclo di appuntamenti che di volta in volta hanno affrontato aspetti diversi dell’endometriosi. Il Professore ha risposto a una serie di domande che sono partite dal localizzare che cos’è l’endometriosi (primo appuntamento), alla sua sintomatologia (secondo appuntamento), alla sua diagnosi (terzo appuntamento) fino a giungere, con quest’ultimo incontro, a parlare delle terapie “adottate e adottabili” nei confronti della patologia.
Professor Piccione, quali sono le terapie consigliate?
Per quanto concerne la terapia dell’endometriosi l’obiettivo primario è il miglioramento della sintomatologia da cui la donna è affetta, sia in termini di dolore pelvico cronico (dismenorrea, dolori intermestruali, dispareunia), che in termini di infertilità. Ciò può essere ottenuto con trattamento medico, chirurgico, o combinato.
In cosa consiste il trattamento medico?
Le modalità di trattamento medico dell’endometriosi comprendono l’uso sia di agenti non ormonali quali i farmaci antinfiammatori non steroidei di ultima generazione, che di farmaci ormonali quali gli estro progestinici (contraccettivi orali) o dei cosiddetti analoghi del Gn-RH, cioè di farmaci capaci di determinare una condizione ormonale momentanea di pseudo menopausa. Il razionale per una ormonoterapia dell’endometriosi si basa sull’evidenza dell’ormono-dipendenza dell’endometriosi, considerata la sua comparsa quasi esclusivamente in età riproduttiva e la sua risoluzione dopo la menopausa. L’ormonoterapia ha quindi l’obiettivo di modificare l’ambiente endocrino per renderlo ostile alla stimolazione e alla progressione della malattia con miglioramento della sintomatologia dolorosa.
… e il trattamento chirurgico?
Il trattamento chirurgico, oggigiorno abitualmente condotto in modalità mini invasiva per via endoscopica, pur dovendo essere risolutivo della sintomatologia dolorosa, deve essere il più delle volte conservativo sull’apparato genitale, data generalmente la giovane età della donna e, quindi, l’esigenza di preservare la sua capacità riproduttiva, soprattutto in termini di riserva ovarica, che potrebbe essere già inficiata dalla patologia.
Qualora nel work-up pre-operatorio sia sospettata una localizzazione extrapelvica dell’endometriosi, può rendersi necessario un trattamento chirurgico anche a carico degli apparati rispettivamente gastrointestinale (anche fino alla resezione intestinale con anastomosi) ed urinario; in tal caso il “management”chirurgico non può prescindere dal disporre di un team multidisciplinare dotato di tutte le competenze specialistiche necessarie nel management pre e post-operatorio della patologia. Dunque, risulta estremamente importante studiare accuratamente e in modo approfondito ogni donna da sottoporre ad intervento chirurgico al fine di garantire la piena completezza di quanto deve essere messo in atto; così come doveroso nei confronti della donna stessa dare la più corretta informazione dello stato patologico e di quanto, di conseguenza, si va a programmare sul piano terapeutico in generale (chirurgico e non).
Il trattamento chirurgico risolve definitivamente la patologia?
Va ricordato che, purtroppo, in molti casi si può rendere necessario più di un intervento chirurgico non disponendo, ad oggi, di un trattamento in grado di incidere profondamente sulla progressione di quelle forme evolutive di patologia endometriosica; inoltre, l’endometriosi, indipendentemente dalla localizzazione primaria, può presentare un alto tasso di recidiva (secondo alcune casistiche superiore al 30%) entro 5 anni dalla procedura chirurgica.
Al termine dell’ultimo appuntamento il Professor Emilio Piccione ha fornito alcuni dati di sicuro interesse che rendono ulteriormente esplicativa l’incidenza dell’endometriosi sul quotidiano della donna e delle strutture sanitarie locali e nazionali.
I dati forniti e riportati di seguito “raccontano” che in Italia l’endometriosi incide per:
6 miliardi di euro annui sulla spesa sociale (fonte: Comunità Europea);
33 milioni sulle giornate di lavoro annue perse (fonte: FIE);
126 milioni di euro sulla spesa annua per farmaci a carico del SSN (fonte: Agenzia Italiana del Farmaco);
54 milioni di euro sulla spesa annua in Italia per il trattamento chirurgico (fonte: dati Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali);
20 mila sulle procedure chirurgiche annue a carco del SSN (fonte: dati Agenzia per i Servizi Sanitari Regionali).