L’allattamento al seno, una pratica antica che attraversa la storia dell’umanità fin dalle sue origini. Oggi, nelle moderne società, l’atteggiamento femminile verso l’allattamento al seno è complicato. Preoccupazioni, insicurezza, e disaggio sono gli stati d’animo che molte donne vivono nei confronti di questa pratica. La Dottoressa M. Ersilia Armeni, specialista in pediatria e neonatologia, Consulente Professionale in Allattamento Materno IBCLC (International Board Certified Lactation Consultant) e Presidente AICPAM (Associazione Italiana dei Consulenti in Allattamento Materno), ha spiegato quanto è importante per il bambino e per la sua mamma l’allattamento al seno. E come l’allattamento è una pratica naturale laddove le abilità innate di madre e bambino non sono soffocate dalle comuni pratiche assistenziali.
Dottoressa Armeni, perché una campagna informativa, da parte del Ministero della Salute, sull’importanza dell’allattamento al seno?
L’allattamento al seno è uno degli obiettivi di salute globale, come stabilito dall’Assemblea Mondiale della Sanità nel documento “Global Strategy on Infant and Child Nutrition” http://www.unicef.it/Allegati/Strategia_globale_alimentazione_neonati_bambini.pdf e ribadito nel nostro paese dalle ‘Linee di indirizzo nazionali sulla protezione, la promozione ed il sostegno dell’allattamento al seno’ (G.U. n.32 del 7 febbraio 2008). Il Ministero della Salute perciò, tramite il Comitato Nazionale Ministeriale per l’Allattamento Materno ha dato vita dal 2010 alla campagna annuale “Il latte di mamma non si scorda mai…” a favore di questa pratica di natura sanitaria e sociale.
Perché è consigliato l’allattamento al seno?
E’ consigliato perché è la modalità che nel corso dell’evoluzione ha contraddistinto il ciclo riproduttivo di noi umani, in quanto mammiferi. Sostituire una pratica così consolidata con pratiche relativamente nuove (alimentazione e accudimento “artificiale”) rappresenta un rischio per gli individui e la specie. Questi rischi sono emersi sempre più nettamente nella letteratura medico-scientifica degli ultimi 30 anni.
Che cosa significa per il bimbo poppare il latte dal seno della sua mamma?
Il bambino poppando trae nutrimento dal corpo stesso della madre. Questo è in grado di fornire in modo esclusivo una crescita egregia per 6 mesi , ma continua a farlo parzialmente con efficacia e beneficio anche oltre questo periodo. Inizialmente, succhiando il colostro, che è ricco principalmente di fattori anti-infettivi, il piccolo si premunisce dal punto di vista immunitario, poi bevendo il cosiddetto latte maturo assume i carboidrati, le proteine e i grassi necessari, ma anche i fattori biologici, in quantità e qualità ritagliate su misura per la nostra specie e per i singoli individui.
Fino a che ètà è consigliato “attaccare” i bimbi al seno?
Fino a due anni e oltre, se madre e bambino se la sentono.
Dottoressa Armeni, rispetto ai prodotti alimentari sostitutivi, presenti in commercio, quali sono le caratteristiche del latte materno? E’ vero che contiene degli anticorpi importanti per il bambino?
Nel latte umano sono state scoperte oltre 200 sostanze, e altre ne vengono studiate di giorno in giorno. Le caratteristiche principali, rispetto agli alimenti sostitutivi, sono l’enorme varietà degli ingredienti ma soprattutto la loro dinamicità. I componenti mutano infatti nell’arco della poppata, da poppata a poppata, da periodo dell’allattamento a periodo, da individuo a individuo. La componente anticorpale è solo una delle componenti difensive, essendocene altre che non sono anticorpi veri e propri ma svolgono comunque una funzione protettiva.
Quali sono i benefici per la mamma che allatta al seno?
La mamma che allatta al seno corre meno rischi di anemia postparto, tumore al seno e all’ovaio, osteoporosi.
Ci sono dei casi in cui la donna è impossibilitata ad allattare al seno? Cosa si fa?
I diversi casi in cui la donna è impossibilitata ad allattare sono relativamente pochi perché la pratica si è affinata,come dicevamo, durante l’evoluzione. La percentuale esatta è ignota, ed è probabile che sia in aumento perché sono aiutate a concepire e partorire molte donne che una volta non avrebbero potuto farlo. Siccome l’allattamento è l’ultima fase del ciclo riproduttivo ma a questo punto il sostegno cessa, il caso va a ricadere nel novero dei casi delle “donne che non hanno latte”. Alcuni casi sono patologie ovariche o endocrinologiche, altri sono lesioni gravi e bilaterali della mammella. Per far sì che queste madri possano almeno in parte allattare, andrebbero diagnosticati in modo tempestivo, cosa che normalmente non avviene perché si rimedia all’alimentazione del bambino in altro modo. Né si bada sufficientemente al senso di inadeguatezza e di lutto che molte madri sviluppano. Altri casi sono quelli in cui il bambino non ha una suzione forte e frequente, tipicamente il bambino nato prima del termine. Il latte materno allora cessa di prodursi. Nei luoghi del parto in cui i prematuri sono comunque lasciati in contatto con le madri, o le madri sono fornite di tiralatte già poche ora dopo il parto, il latte si produce adeguatamente.
Negli ospedali, nelle cliniche è prevista una qualche forma di assistenza alla mamma al momento della prima poppata?
Solo alcuni punti nascita lo fanno. Sicuramente questo è un punto d’onore negli Ospedali Amici dei Bambini (http://unicef.it/doc/2182/a-massa-carrara-il-nuovo-ospedale-amico-dei-bambini.htm), dove tutto il personale è stato formato ad hoc.
Diffondendo l’informazione sull’importanza dell’ allattamento al seno, cosa può migliorare?
L’informazione può fornire alle donne i dati sull’esistenza e attività delle associazioni di volontariato che sostengono l’allattamento ma anche di quelle professionali. Esiste una nuova professione – la Consulente Professionale in Allattamento Materno IBCLC (www.ibclc.it) che operando principalmente in proprio non essendo ancora riconosciuta a livello istituzionale, sostiene le madri in difficoltà o in dubbio. Ogni madre è aiutata ad allattare un po’ di più, rispetto a quello che farebbe se fosse lasciata a se stessa. Particolare riguardo è dedicato alle madri che “non vogliono” allattare, il cui desiderio è accolto e rispettato. Inoltre, l’informazione può contribuire alla diffusione del grosso ostacolo all’allattamento che è il marketing scorretto operato dai produttori e distributori di sostituti del latte materno (http://www.ibfanitalia.org/ ).
A breve a Roma si svolgerà la Settimana Mondiale dell’allattamento, ci può fornire qualche informazione in più sull’evento?
Ogni anno la WABA (http://www.waba.org.my/) celebra la Settimana per l’Allattamento Materno (SAM), che in Italia cade nella prima settimana di ottobre. Le associazioni di volontariato e professionali organizzano eventi in tutta Italia per sensibilizzare le famiglie e la società su un tema diverso di volta in volta. Il tema di quest’anno è la creazione di contatti a vari livelli e in vari settori sempre a proposito dell’allattamento materno (www.mami.org).
Allattare al seno una pratica bella, sana e responsabile. L’immagine è quella di un manifesto pubblicitario dove madre e bambino sono rappresentati come un elemento unico. Due entità che diventano una sola in uno dei momenti più importanti, quello legato alla crescita di una nuova vita. Un’immagine che “sprizza” vitalità e speranza.