“Per conto della International Aids Society (IAS) vi diamo il benvenuto alla 6a Conferenza IAS sulla patogenesi, il trattamento e la prevenzione dell’HIV”. Con queste parole è iniziata, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, domenica 17 luglio, e proseguirà fino al 20 luglio, la Conferenza Mondiale su HIV/AIDS. Un evento molto importante che ha “richiamato” a Roma la presenza di specialisti mondiali del settore per presentare i risultati e i traguardi raggiunti negli ultimi 30 anni e nella prospettiva di “quale sarà il prossimo step?”.
L’evento, organizzato, a 30 anni di distanza dai primi casi registrati, in collaborazione con l’ Istituto Superiore di Sanità, prevede la presenza di esponenti e rappresentanti del mondo politico, economico e delle associazioni di volontariato. L’Italia è rappresentata dalla Lila, Lega Italiana per la Lotta Contro l’Aids, e da Nps, Network Italiano Persone Sieropositive. Sette mila sono, invece, gli specialisti, arrivati da tutto il mondo, che presenzieranno le varie sessioni della Conferenza. Specialisti che sono chiamati a confrontarsi sulle possibilità offerte dai farmaci di oggi per combattere definitivamente questa patologia globale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo, ancora i più colpiti. Statisticamente, sono più di 5000 i casi di contagio registrati ogni giorno nel mondo, di cui mille “appartengono” solo ai bambini.
La “maratona conferenziale” è partita domenica 17 luglio alle ore 10:15 con tre sessioni che hanno affrontato temi quali: “Nuovi dati e nuovi parametri definiti con trattamenti NNRTI”, “Controllare l’epidemia di HIV, la promessa di ARV-Prevenzione” e “Il ruolo delle comunità nell’eliminazione di HIV/AIDS a livello pediatrico”.
In particolare, per quanto riguarda la sessione rivolta la lavoro “a livello pediatrico”, presenzia alcune sessioni della Conferenza la Fondazione Elizabeth Glaser, quale leader mondiale nella lotta contro HIV/AIDS pediatrico e che opera in 17 paesi cercando di prevenire le infezioni in bambini, donne e famiglie, e “lavorando insieme ai Governi e ai Partner, fornisce una gamma completa di servizi necessari di consulenza e test di prevenzione nella trasmissione madre-bambino, e alla cura e al trattamento permanente per bambini e famiglie”.
E poi, dalla sessione sui trattamenti che usano farmaci antiretrovirali, sono arrivati dati e percentuali incoraggianti. I farmaci riescono ad abbattere la carica virale dei pazienti riuscendo ad azzerare il rischio di trasmissione dell’HIV. A 30 anni dai primi casi riscontrati, infatti, l’uso di terapie antiretrovirali sono riuscite a cronicizzare l’infezione, rendendo l’aspettativa di vita dei pazienti trattati tempestivamente comparabile con quella della popolazione generale.
E il caso italiano, come si pone? In Italia sono stimate in 143 mila – 165 mila il numero delle persone HIV positive; mentre, il più importante appuntamento, quello odierno, scientifico a livello mondiale dedicato all’Aids sta svolgendo il suo importante ruolo di “comunicatore e informatore” nella Capitale.
E il Professore Massimo Andreoni, ordinario di Malattie Infettive dell’Università di Tor Vergata, avverte che proprio a 30 anni dal primo caso documentato di Aids e a 15 dall’arrivo di terapie che offrono delle speranze alle persone sieropositive, allungando la vita, “l’Aids non è affatto sotto controllo. Ogni ora nel mondo circa 200 persone muoiono di Aids e ogni giorno si verificano circa 7.400 nuove infezioni, ma meno della metà inizia la terapia. La maggior parte dei contagi avviene tra eterosessuali che non percepiscono il rischio nel fare sesso non protetto. E circa la metà delle persone che giungono alle nostre cliniche hanno contemporaneamente la diagnosi di sieropositività e di Aids, con una grave compromissione clinica”.
Nel panorama della ricerca un posto interessante, come spiegato in sede di Conferenza, è occupato dal Vaccine Research Center del National Institutes of Health negli Stati Uniti in cui il Dottore Gary J. Nabel ricopre il ruolo di Direttore. Il laboratorio del Centro ha, infatti, sviluppato, nel corso degli anni, strategie di “trasferimento” genetico applicate allo sviluppo di vaccini e trattamenti per l’Aids, il virus dell’Ebola, il cancro e ad altri malattie.
Fino al 20 luglio, giornata finale della Conferenza, altri temi strettamente legati all’HIV/AIDS verranno trattati e presentati durante tutte le sessioni di lavoro.
E da parte sua l’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive, Lazzaro Spallanzani di Roma, principale istituzione di malattie infettive del Paese, ha realizzato già nei giorni della Conferenza Mondiale sull’Aids, d’intesa con il Comune di Roma, la Provincia di Roma e la Regione Lazio, in collaborazione con l’Istituto San Raffaele di Milano, e con il supporto della Fondazione Villa Maraini ONLUS, un intervento di sensibilizzazione sul problema dell’AIDS e di offerta del test HIV, per favorire l’accesso al test ed incrementare le diagnosi precoci. In particolare, vengono offerti test rapidi, su saliva, grazie ai quali in mezz’ora sarà possibile accertare la presenza dell’infezione da HIV. E da lunedì 18 luglio a mercoledì 20 luglio i cittadini potranno eseguire il test presso unità sanitarie mobili dislocate in piazza del Popolo, il 18 e il 19 luglio dalle ore 11:00 alle ore 18:00, e in via De Coubertin il 20 luglio dalle ore 11:00 alle ore 17:00.