Secondo quanto pubblicato dall’Istituto Internazionale “Paolo VI”, Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, tra le coppie sterili che si sono rivolte all’Ambulatorio ISI del Policlinico Agostino Gemelli e che secondo il Protocollo dell’Istituto sono state valutate da una équipe multidisciplinare, ben 152 sono state le pazienti inviate all’Unità Operativa Semplice di chirurgia endoscopica e mini-invasiva per il trattamento di sterilità femminile di origine organica. Le 152 pazienti, inviate all’Unità Operativa, dal mese di novembre 2002 al mese di dicembre 2009, e con sospetta o accertata sterilità di origine tubo-peritoneale, e un’età compresa tra i 26 e i 45 anni, risultavano in 118 casi pazienti con “sterilità primaria” e in 34 casi pazienti con “sterilità secondaria”. Centoquarantatre pazienti sono state sottoposte a laparoscopia con salpingocromoscopia, colturali peritoneali od endometriali, eventuale salpingoscopia e isteroscopia diagnostica od operativa. Nove pazienti sono, invece, state sottoposte a minilaparotomia per miomectomia.
Il contatto successivo, telefonico, con le pazienti ha permesso di ottenere informazioni su una eventuale gravidanza e sui suoi esiti. I risultati sono stati particolarmente interessanti e incoraggianti: il 32% delle 152 pazienti ha ottenuto “un bambino in braccio” con un tempo medio di attesa di 14 mesi.
Come evidenziato dall’ISI “l’approccio diagnostico/terapeutico mini-invasivo permette alla donna il conseguimento della gravidanza in maniera naturale, fatto ancora più importante nelle coppie attente a considerazioni di tipo etico o religioso ” e “le percentuali di gravidanza ottenute sono superiori a quelle delle tecniche di fecondazione assistita in Italia”.