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IRE-ISG: la Banca del Tessuto Ovarico “cassaforte” del futuro

Immagine_004“Oggi, quello che succede qua credo che sia molto importante perché quando una giovane donna viene colpita da una malattia, da un tumore, dopo la paura per la perdita della vita, io credo che immediatamente dopo arriva il timore di non poter più diventare mamma. Quello che oggi stiamo facendo, grazie anche alla medicina, alla scienza e alla ricerca, ci aiuta a superare malattie che sono state fino a qualche anno fa  inevitabilmente portatrici di morte, e di dare la speranza alle giovani di proseguire la propria vita. Questa è una cosa talmente importante. Siamo la prima struttura pubblica che grazie all’intervento del Ministero riesce a dotarsi di questo tipo di impianto e dico anche che è di riferimento per tutto il centro-sud. Io mi farò portavoce, con tutte le altre strutture del centro-sud, per poter garantire quest’opportunità non solo alle donne del Lazio ma anche alle donne del mezzogiorno che dovessero avere questo tipo di problema”.

Immagine_012Sono le parole della Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, che risuonano in tutta la loro solennità e in tutta la loro importanza durante la Conferenza Stampa di presentazione della Banca del Tessuto Ovarico nella sede dell’Istituto Nazionale Tumori Regina Elena e dell’Istituto Dermatologico San Gallicano, IRE-ISG. Sono parole che descrivono un percorso ma anche quello che può essere il futuro di tante giovani donne che “si scontrano” con patologie oncologiche.

Al di sotto dei 40 anni, infatti, le persone che sopravvivono a un tumore sono circa 200 mila, mentre, 12 mila sono i bambini/adolescenti di età inferiore ai 19 anni a cui ogni anno viene diagnosticato un cancro e il 45% di loro guarisce. Diagnosi precoce e l’utilizzo di terapie sempre più innovative sono alla base di questi dati. Per “garantire e preservare” la continuità della vita  nella fascia giovane, sotto i 40 anni e sotto i 19 anni, di persone che sopravvivono a un tumore è stata istituita, nel Lazio, la Banca del Tessuto Ovarico, all’interno del Banca del Tessuto Muscolo Scheletrico che a sua volta ha fatto passi da gigante nei trapianti di tessuti.

Immagine_018Che cos’è la Banca del Tessuto Ovarico?  E’ una pratica di auto donazione del tessuto ovarico che una volta reimpiantato consente alla paziente di poter progettare una gravidanza spontanea. La Banca è finalizzata a preservare la fertilità delle bambine e delle giovani donne che devono sottoporsi a trattamenti oncologici, attraverso, appunto, la conservazione del tessuto ovarico contenente gli ovociti che saranno, poi, reinnestati nella donna colpita da cancro dopo la fine dei trattamenti oncologici. Tutto ciò gli consente la possibilità di riprendere la sua funzione riproduttiva. Il tessuto ovarico viene conservato dalla Bio-Banca della Regione Lazio con il metodo della crioconservazione. Il tessuto cioè viene prelevato in laparoscopia e criopreservato e conservato, fino allo scongelamento e al reimpianto, in contenitori di azoto liquido a -196 °C. Possono ricorrere alla conservazione del proprio tessuto ovarico le donne con età non superiore ai 35 anni affette da patologie neoplastiche e prima del trattamento oncologico. Le bambine, in età prepubere, rappresentano uno dei principali target della crioconservazione del tessuto ovarico in quanto, come dice il Professore Enrico Vizza, Responsabile della Banca del Tessuto Ovarico, le bambine “non possono essere sottoposte a stimolazione ovarica per il recupero degli ovociti né tantomeno a crioconservazione degli embrioni…[ ]…e affrontare le terapie anticancro con la speranza di poter esaudire il desiderio di maternità, risulta essere un fondamentale supporto psicologico. Alle donne in età prepubere, colpite da patologie neoplastiche, è invece d’obbligo offrire, dopo la guarigione, Immagine_002una normale crescita e un normale sviluppo senza minare la possibilità di procreare e costruire una famiglia”.

Lucio Capurso, Direttore Generale degli Istituti Fisioterapici Ospedalieri ha, inoltre, illustrato le eccellenze peculiari degli Istituti sottolineando l’importanza di sostenere i progetti su cui lavorano clinici e ricercatori e a tal fine ha presentato il video realizzato per la Campagna del 5×1000 a sostegno dell’attività di ricerca svolta dagli Istituti, che ha visto come testimonial Carlo Verdone.

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