Secondo uno studio presentato da Save the Children, circa 1 minore su 5 non fa attività motorie nel tempo libero nel Centro Italia, per molti di loro la motivazione deve essere ricercata nella mancanza di possibilità economiche delle famiglie di affrontare questa spesa. Questi i dati principali che emergono dalla ricerca “Lo stile di vita dei bambini e dei ragazzi”, realizzata da Ipsos per Save the Children e presentata oggi ad Expo 2015, in occasione dei quattro anni di “Pronti, Partenza, Via!”, progetto promosso nelle aree periferiche di 10 città italiane, tra cui Aprilia, a favore della pratica motoria e sportiva e dell’educazione alimentare dei bambini.
La ricerca Ipsos descrive bambini e ragazzi abbastanza attenti all’alimentazione, che per una buona parte praticano attività sportiva, ma passano anche tanto tempo chiusi in casa davanti alla televisione, ai videogiochi o leggendo un libro. I ragazzi che vivono al Centro trascorrono in casa o a casa di amici molto del loro tempo libero, anche perché non ci sono spazi all’aperto dove incontrarsi e quando ci sono, sono poco sicuri. La maggior parte trascorre con i genitori più di un’ora di tempo durante le giornate lavorative, situazione che va meglio nel weekend. Il tempo trascorso coi ragazzi in famiglia è per lo più dedicato a fare delle passeggiate e circa uno su tre fa attività sportiva coi genitori.
La considerazione che i ragazzi che vivono nelle regioni del Centro hanno dell’importanza della pratica sportiva e dell’attività motoria resta bassa: solo per meno della metà degli intervistati “uno che pratica sport viene considerato molto bene, perché piacciono i ragazzi sportivi”. Per molti di loro questo fattore non è rilevante per la “popolarità” tra i coetanei mentre pensano che tra amici bisogna saperne di videogiochi, campionato di calcio e cartoni animati. Se a questo si aggiunge che quasi la metà dei minori che vivono al Centro va a scuola accompagnato in macchina da un familiare e sono pochissimi quelli che utilizzano la bicicletta per i loro spostamenti, è conseguente la crescita di bambini ed adolescenti sedentari e in sovrappeso.
Se da un lato i genitori non sono molto presenti in casa con i ragazzi, spesso a causa degli impegni lavorativi, quasi tutti considerano importante che i propri figli vadano bene a scuola e che pratichino attività sportive. Sono tantissimi i genitori che denunciano la mancanza di luoghi all’aperto dove i loro figli possano incontrarsi con gli amici. Anche dove questi luoghi ci sono, spesso mancano le condizioni igieniche e di sicurezza.
D’altra parte, la percezione dei genitori della mancanza di luoghi pubblici nei quartieri dove i figli possano giocare è abbastanza simile a quella dei ragazzi. Bambini e ragazzi stanno troppo spesso in casa, sognando un parco dove passare il pomeriggio con gli amici. La carenza di luoghi di aggregazione incide sicuramente sulla scelta di passare del tempo in casa. Ma cosa vorrebbero realmente fare questi ragazzi nel loro tempo libero? Cosa vorrebbero nel loro quartiere? I bambini e i ragazzi del Centro Italia desidererebbero avere una pista dove andare in bicicletta, sui pattini o sullo skateboard o una piscina nel quartiere. Ma molti di loro si accontenterebbero di un parco giochi con le panchine, l’erba e gli alberi.
Invece rimanere in casa per lunghe ore significa rischiare di diventare sempre più disabituati a confrontarsi coi loro coetanei. “Con un parco giochi, degli alberi e delle panchine, potrebbero cambiare le loro abitudini, correndo meno il rischio di perdere la socialità tipica della loro età”, spiega Raffaela Milano, Direttore Programmi Italia-Europa di Save the Children Italia.
Il progetto “Pronti, Partenza, Via!”, ha coinvolto negli ultimi quattro anni 96.000 beneficiari tra bambini e genitori e sono 1400 i professionisti interessati nelle attività. Sulla scia dei risultati raggiunti, Save the Children ha annunciato stamattina che il progetto verrà esteso fino al 2016 e le buone pratiche consolidate in questi anni verranno proposte anche a Roma, Brindisi, Gioiosa Ionica e Scalea, all’interno delle strutture “ad alta densità educativa” dove bambini e adolescenti possono studiare, giocare, avere accesso ad attività sportive, culturali e creative.
Dopo aver ricevuto, a conclusione dei primi tre anni di attività del progetto, una valutazione indipendente da un centro di ricerca coadiuvato dall’Università La Sapienza di Roma, che ha testimoniato i cambiamenti ottenuti, il quarto anno è stato monitorato e valutato da un ricercatore indipendente attraverso un’attività di raccolta di dati qualitativi sui cambiamenti avvenuti negli stili di vita, sulle azioni progettuali realizzate, sui possibili miglioramenti e azioni da intraprendere in futuro. Quest’analisi è stata realizzata grazie all’utilizzo di focus group che hanno coinvolto genitori, insegnanti e bambini. “La valutazione ci ha consentito di riscontrare tra i ragazzi che hanno preso parte al progetto, un significativo incremento sostanziale della loro propensione a prendere parte ad attività sportive e motorie”, spiega Raffaela Milano. “Uno dei risultati di cui andiamo più fieri è che quasi tutti i bambini che hanno preso parte al progetto hanno capito l’importanza della prima colazione e hanno aumentato la loro voglia di fare sport e di muoversi. Inoltre hanno acquisito – grazie anche al confronto coi coetanei – maggiore sicurezza in loro stessi e nella capacità di relazionarsi con altri bambini e ragazzi come loro, piuttosto che stare chiusi in casa a guardare la tv o a giocare da soli”.