Giovani, meno fertili dei loro padri
“I ragazzi non hanno problemi ad avvicinarsi alle cure. L’unica cosa non hanno le conoscenze, non sono informati e i genitori, spesso, non li accompagnano in questa cosa”. E’ il Professor Carlo Foresta, Ordinario di Patologia Clinica presso l’Università di Padova e Presidente SIAMS (Società Italiana di Andrologia e Medicina della Sessualità), che parla del “Progetto Androlife”, promosso dalla SIAMS e patrocinato dal Ministero della Salute.
Il Progetto prende avvio dai dati che indicano che in Italia un maschio su tre è a rischio di infertilità; che il 15% della popolazione maschile, tra i 13 e i 55 anni di età, è sterile; e che il 20% di 500 mila coppie prese in esame ha difficoltà a concepire. Da un’analisi, fatta sul territorio nazionale a “macchia di leopardo”, della sola popolazione maschile di età compresa tra i 18 e i 20 anni, studenti delle scuole superiori, i dati mostrano “un gruppo meno fertile dei loro padri” e se vivono in città hanno una produzione di spermatozoi ridotta del 30% rispetto ai loro coetanei che vivono in provincia o in aree rurali.
L’infertilità è definita come “fallimento al concepimento di una coppia dopo almeno dodici mesi di rapporti regolari non protetti” e nella maggior parte dei casi viene individuata soltanto quando si ricerca una gravidanza. Il “Manifesto del rischio di infertilità” è un indicatore che permette di valutare la probabilità di essere ipofertili o infertili individuando i fattori di rischio e la loro influenza sulla produzione di spermatozoi. Le probabilità di infertilità, indotte dai fattori di rischio, vengono divise in: grave, medio e lieve. Si va così dalle malattie sessualmente trasmesse, all’obesità, a infezioni testicolari fino al tumore testicolare. E proprio in presenza di uno o più di questi fattori di rischio diventa importante la tempestiva valutazione andrologica sia per l’analisi della fertilità che per il precoce intervento a impedimento dell’aggravamento delle alterazioni.
Dalle ricerche emerge, come spiega il Professor Carlo Foresta che “fra le cause di tale vulnerabilità c’è l’esposizione ambientale a pesticidi e ai gas di scarico. Ma anche: l’obesità, la sedentarietà, il consumo di alcol, fumo e droghe”. E proprio per questi motivi la prevenzione diventa la prima cura dell’infertilità maschile e come afferma ancora il Professor Foresta “una fotografia trasparente dello sviluppo puberale o adolescenziale dei testicoli si ha appunto in età molto giovane, 18 – 20 anni”.
Il Progetto Androlife offre, anche, un importante vademecum con le “Dieci regole della fertilità” che vanno dalla visita andrologia a 18 anni, all’autopalpazione periodica dei testicoli, a un comportamento sessuale sano, a una corretta igiene intima, e niente fumo, droghe, e alcol, fino ad arrivare alla scelta di una sana alimentazione e allo svolgimento di un’adeguata attività fisica.
Il Progetto, rivolto soprattutto ai giovani e alle loro famiglie, inoltre, si svilupperà attraverso un’importante Campagna Nazionale per la Prevenzione dell’Infertilità maschile che vedrà coinvolte le piazze di 23 città italiane, tra cui Roma, e un testimonial d’eccezione, Francesco Totti, il cui obiettivo sarà proprio quello di stimolare i giovani a non trascurare la propria salute.
Per la Campagna Nazionale di Prevenzione è stato attivato il numero verde 800.100.122 con cui sarà possibile prenotare una visita andrologica gratuita, dal 19 e fino al 25 marzo. Nelle stesse piazze ci saranno inoltre dei camper attrezzati che distribuiranno opuscoli informativi e medici specialisti pronti a rispondere a quesiti clinici e a fornire suggerimenti per non incorrere nell’infertilità.