Carceri e salute: la ricerca del “sommerso” dell’Epatite C

Presentati al XXI Congresso Nazionale SIMSPe “L’Agorà Penitenziaria 2020” i bilanci sulle carceri italiane.

La situazione psichiatrica e infettivologica a sei mesi dallo scoppio della pandemia, il progetto di medici specialisti e operatori sanitari per eliminare l’Epatite C, il ruolo centrale degli infermieri
SIMSPe – Carceri e . Il carcere di Civitavecchia tra gli otto istituti italiani in cui è partito il piano per la ricerca del “sommerso” dell’Epatite C
“Anche nelle carceri vi è stato un rallentamento dei trattamenti. La metodologia applicata è basata su un approccio che prenda in esame le singole sezioni di ciascun penitenziario. Il progetto è già partito in sette carceri, trasversali alle diverse regioni” sottolinea il Prof. Sergio Babudieri, Direttore Scientifico SIMSPe

LOTTA AL COVID E ELIMINAZIONE DELL’EPATITE C: UN PERCORSO PARALLELO – A fronte di un virus che si combatte, il Sars-Cov-2, un altro, l’HCV, può essere vinto. Oggi, infatti, l’innovazione garantita dai nuovi farmaci antivirali ad azione diretta (DAA) per il trattamento dell’Epatite C ha avuto una portata rivoluzionaria per la possibilità di eradicare il virus in maniera definitiva, in tempi rapidi e senza effetti collaterali. Tuttavia, restano fuori coloro che sono ignari di aver contratto il virus, il cosiddetto “sommerso”. Per questo è necessaria una vera politica di screening, che riguardi in primis le cosiddette “key populations”, tra cui figurano anche i detenuti. Inoltre, la pandemia ha interrotto il processo di eradicazione del virus dell’Epatite C, con un decremento di circa il 90% dei trattamenti. L’emendamento al Decreto Milleproroghe approvato lo scorso febbraio ha stanziato un fondo di 71,5 milioni di euro per il biennio 2020-2021 per l’accesso gratuito allo screening, ma necessita di un’applicazione entro l’anno.

L’INIZIATIVA SIMSPe SU 8 CARCERI, TRA CUI CIVITAVECCHIA – L’iniziativa della SIMSPe – Società Italiana di Malattie e Sanità nei Penitenziari, approvata dal Comitato Etico dell’ISS nel dicembre 2019, si candida come un punto di riferimento per nuove politiche. “Come nella popolazione libera c’è stato uno stop nei trattamenti, anche nelle carceri vi è stato un rallentamento a cui adesso dobbiamo far fronte – evidenzia il Prof. Sergio Babudieri, Direttore Scientifico di SIMSPe e referente del progetto in seno al gruppo di lavoro ministeriale di sette persone che si occupa degli screening gratuiti previsti dall’emendamento al Milleproroghe – La metodologia applicata è basata su un approccio che prenda in esame le singole sezioni di ciascun penitenziario (una sezione abitualmente è composta da 60-70 detenuti circa). Il progetto è già partito in otto carceri, trasversali alle diverse regioni: tra questi figura il carcere di Civitavecchia (gli altri sono San Vittore a Milano, Sassari, Alghero, Genova, Salerno, Eboli, Vallo della Lucania). Il progetto era già partito prima della pandemia, analizzando al 31 gennaio 2020 un campione di 2758 persone, distribuite in 46 sezioni detentive: di questi sono state analizzate le cartelle di 2173 soggetti, quindi il 78,8%, di cui la quasi totalità, 2038, il 93,8% ha eseguito i test antihcv: la prevalenza di HCV è stata del 10,3%. L’aspettativa era che fossero viremici almeno 3 su 4, mentre siamo a meno della metà: ciò significa che in molti sono già stati avviati alla terapia nei Serd o nei centri specializzati, quindi anche nelle persone detenute si sta osservando una riduzione del numero dei malati come conseguenza dei trattamenti estesi avvenuti negli ultimi anni nella popolazione libera”.
“Il fatto che metà delle persone detenute positive al test HCV sia guarito dal virus grazie ai trattamenti risolutivi e ai farmaci DAA significa che il numero si sta riducendo e, conseguentemente, che si restringe il serbatoio dei malati che possono trasmettere il virus” aggiunge il Prof. Babudieri.

IL XXI CONGRESSO SIMSPE – Il tema dell’eliminazione dell’Epatite C nelle carceri è stato al centro del XXI Congresso Nazionale SIMSPe “L’Agorà Penitenziaria 2020”, svoltosi dal 1° al 3 ottobre come inedita Web-Conference con i partecipanti esclusivamente collegati online. Presenti nella consueta sede congressuale a Roma i dirigenti di SIMSPe e alcuni relatori, ma molti contributi sono stati trasmessi in via telematica. Le relazioni si sono sviluppate lungo quattro moduli principali. “Abbiamo avviato una riflessione sulla quotidianità di ognuno di noi, attraverso quattro grandi macrosettori in cui si articola il nostro lavoro: le malattie infettive, la psichiatria, l’attività delle professioni sanitarie, le problematiche medico-legali” spiega il Prof. Babudieri.
“Il Coronavirus si è per fortuna ad oggi affacciato in pochi Istituti ma non sono riportati tragici al loro interno – evidenzia il Presidente SIMSPe Luciano Lucanìa – Al centro del dibattito, come è naturale, vi sono tutte le situazioni che abbiamo vissuto in questi mesi terribili e le nostre esperienze, preziose per trovare le soluzioni migliori ai diversi problemi clinici, organizzativi e logistici che possono emergere in questo ambito. Tutte le nostre attività nell’ambito delle diverse discipline sono inserite nei topics di questa Agorà”.

 

 

 

 

Fonte: Studio Comunicazione Diessecom

 

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