AISF: al via il meeting annuale per definire e lanciare le sfide del futuro

50 anni di aisf: al via il meeting annuale per definire e lanciare le sfide del futuro
Prende il via, all’Aula Magna dell’Università La Sapienza di Roma, il 26 Febbraio con il pre Meeting e poi il 27 e 28 febbraio con il congresso nazionale, la 3 giorni dell’AISF,

ovvero dell’Associazione Italiana per lo Studio del Fegato che quest’anno festeggia i 50 anni di vita della “casa” dell’epatologia italiana, mettendo insieme internisti, gastroenterologi, infettivologi, chirurghi e radiologi nella mission di promuovere la ricerca scientifica ed il rapporto con le istituzioni in merito alla legislazione medica nel campo dell’epatologia.

Nel suo cinquantenario, l’AISF affronta i temi di attualità in epatologia e si proietta al futuro: durante il Meeting, in presenza di studiosi ed esperti provenienti da tutto il mondo, verranno presentati risultati preliminari nella ricerca di base, clinica e farmacologica per patologie molto diffuse e tuttora senza o con poche opzioni di terapia farmacologica come il fegato grasso e l’epatocarcinoma.
Nella 2 giorni del congresso nazionale i giovani ricercatori avranno l’opportunità di presentare alla comunità scientifica i loro lavori più interessanti, opportunamente selezionati dal Comitato Coordinatore. Il meeting sarà preceduto dal Corso “Pre-meeting”, rivolto a tutti i medici e ricercatori che si occupano di epatologia, e che quest’anno si concentra sulle nuove sfide e i nuovi scenari riguardanti il trapianto di fegato.
Il calendario degli scientifici dell’Associazione Italiana Studio Fegato ha come momento fondamentale la Riunione Generale Annuale, la principale occasione di incontro degli oltre 1000 Soci e la principale occasione nella quale vengono discussi e presentati i maggiori contributi scientifici dell’Associazione.

Il programma scientifico della Riunione Annuale prevede anche la presentazione in aula di comunicazioni orali e l’esposizione e discussione di poster scientifici, da parte di giovani ricercatori, selezionati da una serie di revisori esperti negli argomenti trattati, e che hanno come oggetto ricerche sia di ambito clinico che delle scienze di base.

Accanto all’attività scientifica, l’AISF è caratterizzata da una intensa attività divulgativa (tramite la sua Fondazione, la FIRE Onlus – Fondazione Italiana per la Ricerca in Epatologia: fondazionefegato.it) ed istituzionale.
In particolare, AISF ha recentemente rilanciato, con due eventi a fine 2019, una sua iniziativa istituzionale “Alleanza contro l’epatite” (alleanzacontroepatite.it/) per sensibilizzare i legislatori riguardo agli ostacoli presenti al raggiungimento dell’eradicazione dell’infezione da HCV in Italia.
Tale attività di “sensibilizzazione” ha contribuito alla redazione di un criterio aggiuntivo (criterio 12) da parte dell’AIFA per facilitare l’avvio al trattamento antivirale, ed all’approvazione di un emendamento al decreto “milleproroghe”, che introduce fondi per 71 milioni di euro per effettuare uno “Screening universale” per tutti i cittadini italiani nati nelle fasce d’età 1969-1989 o appartenenti a gruppi “a rischio” (popolazioni afferenti ai SerD o detenuti nelle carceri).

L’attività scientifica ed istituzionale dell’AISF, e la sua continua collaborazione con AIFA, ha anche portato alla produzione di un “documento di indirizzo” per la diagnosi e la terapia dell’epatite C che, nei suoi aggiornamenti continui dal 2015, è stato utilizzato per la definizione dei 12 “criteri di priorità” per l’accesso al trattamento antivirale con i farmaci antivirali diretti per l’epatite C. Tali farmaci innovativi hanno goduto fino ad ora di un fondo speciale che ha garantito l’accesso alle cure a tutti i pazienti affetti dall’epatite C. Ciò ha permesso all’Italia di ottenere, nel 2019, il prestigioso risultato di essere considerata una delle 12 nazioni “on track” (sulla giusta strada) per l’ottenimento dell’eliminazione del virus C dalla popolazione, obiettivo fissato come raggiungibile nei paesi industrializzati dall’OMS entro il 2030. Ebbene, l’ottenimento di questo risultato sembra già complicarsi: il “Polaris Observatory” iniziativa della Center for Disease Analysis Foundation di Lafayette (Colorado), ha recentemente declassato l’Italia (insieme ad altre 8 nazioni) da “on-track” a “working towards”. Ciò significa che, sebbene il percorso intrapreso sia efficace, l’obiettivo dell’eliminazione dell’epatite C entro il 2030 rischia di non essere raggiunto, per il recente rallentamento dell’accesso alle cure.

“Bisogna lavorare perché ciò che di buono è stato fatto finora non vada perduto – dichiara il Prof. Salvatore Petta, Segretario dell’Associazione – ad Aprile di quest’anno scadrà il “criterio di innovatività” dei farmaci per l’epatite C, che ha garantito l’accesso al fondo integrativo speciale per le cure. Finora i pazienti trattati sono stati in larga parte coloro che erano a conoscenza della propria malattia. Essi sono stati trattati rapidamente grazie anche ai fondi speciali, ‘sganciati’ dalle spese sanitarie ordinarie. Grazie a ciò il programma di eradicazione ha funzionato ottimamente finora. Il rientro delle spese per le terapie sui fondi ordinari della Sanità insieme con il rallentamento dell’accesso alle cure, dovuto alla mancanza di programmi concreti di screening e linkage to care in popolazioni a rischio, rappresentano elementi di criticità che AISF intende sottolineare e cui AISF intende proporre delle soluzioni con la sua attività di supporto alle istituzioni”.

 

 Ufficio Stampa AISF

 

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