14° Congresso di Cardiogeriatria, organizzato da SIGOT: Anziani sempre più a rischio

Anziani sempre più a rischio. Aumentano i casi di “Delirium” e le comorbidità. Trascurata l’aderenza alla terapia per 2 pazienti su 3
Negli over 75 la compresenza di almeno tre patologie cliniche riguarda il 50% dei soggetti in Italia. Sono gli ultraottantenni, invece, quelli più colpiti da delirium, con il 20-30% dei degenti coinvolti.

Due anziani su tre non aderiscono correttamente alle terapie prescritte dagli specialisti. Eppure, negli ultimi anni, la consapevolezza di quanto queste siano fondamentali è aumentata. Ma non è ancora sufficiente. “L’aderenza ai farmaci – spiega Francesco Vetta, noto Cardiologo, Aritmologo presso le CDC Paideia e Mater Dei di Roma – è cresciuta nel corso degli ultimi 15 anni: ormai il medico si è adeguato a dosaggi e a strumenti consigliati. Di conseguenza anche il paziente è maggiormente preparato e attento. Questo aumento di sensibilità ha di fatto abbassato il rischio di mortalità, ma c’è ancora molto da fare”.

IL CONGRESSO – Si è concluso a Roma il 14° Congresso di Cardiogeriatria, organizzato da SIGOT, Società Italiana di Geriatria Ospedale e Territorio, e presieduto da Francesco Vetta e Lorenzo Palleschi. L’appuntamento era rivolto a specialisti e professionisti che condividono l’interesse per la prevenzione, la cura, il trattamento della persona anziana con patologie cardiovascolari al fine di garantire un invecchiamento sempre più attivo ed in . Si sono affrontati, in particolare, tematiche quali l’insufficienza cardiaca, le comorbidità, l’approccio chirurgico e non a patologie valvolari dell’anziano, nonché l’impiego di device per la re-sincronizzazione cardiaca e per la prevenzione della morte improvvisa, cercando di dare luce a tutte le esperienze sul campo.

GLI ALTRI RISCHI PER GLI ANZIANI: LA COESISTENZA DI MALATTIE – Un fattore di rischio che minaccia seriamente la salute dei soggetti in età geriatrica avanzata è la coesistenza di malattie. Un fenomeno particolarmente frequente negli over 75: in questa fascia d’età la compresenza di almeno tre patologie cliniche riguarda il 50% dei soggetti in Italia.
“Questo fenomeno – spiega Lorenzo Palleschi, Responsabile U.o.c. Geriatria Azienda Ospedaliera San Giovanni Addolorata e vicepresidente SIGOT – interferisce con tutti i momenti dell’approccio clinico, a partire da quello diagnostico, rappresentando l’elemento centrale della complessità e peculiarità del paziente anziano. Dopo i 75 anni avere una sola patologia rappresenta una rarità. In ambito cardiologico, le comorbidità più frequenti sono la broncopneumopatia cronico ostruttiva, il diabete mellito, l’anemia e l’insufficienza renale”.
Questa molteplice presenza rende atipica la manifestazione d’esordio di molte delle malattie, provocando molti errori diagnostici. Un esempio è la confusione mentale, il cosiddetto “delirium”, tipica della demenza ma contemporaneamente esordio di fenomeni quali, ad esempio, una comune sindrome influenzale, uno scompenso cardiaco, ma anche la frattura del femore o un ricovero ospedaliero.

COS’E’ IL DELIRIUM – Sono gli ultraottantenni quelli più colpiti da delirium. Nonostante questo passi spesso inosservato e sia anche sottovalutato, riguarda il 20-30% dei soggetti. Cifre purtroppo in aumento, perché diventa sempre più vecchia la stessa popolazione ospedaliera italiana: nelle strutture nosocomiali un soggetto su due, infatti, è over80.
“Il delirium, o stato confusionale acuto, è una sindrome clinica caratterizzata da transitoria reversibile confusione mentale – aggiunge Lorenzo Palleschi – che si associa ad un importante disorientamento spaziale e temporale, inattenzione e pensiero disorganizzato. Questo momento, durante l’ospedalizzazione, è riconosciuto come un fattore di rischio indipendente di morte. E’ quindi una situazione che va riconosciuta, valutata e indagata, così da scoprire il determinante patologico scatenante il delirium. Un tempo queste situazioni riguardavano soltanto reparti geriatrici ma, con l’invecchiamento di tutta la popolazione ospedaliera, sono ormai molto diffusi anche nei reparti specialistici, come quelli cardiologici, chirurgici e ortopedici”.

 

 

Fonte: Studio Diessecom

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