Roma, caput mundi di innovazione e sviluppo
Approda nella città eterna la carovana di Panorama d’Italia
Dopo la pausa estiva, riprende l’affascinante viaggio-scoperta di Panorama d’Italia. La quinta tappa trova casa a Roma, una realtà metropolitana che concilia un passato glorioso con un futuro all’insegna dell’innovazione.
Proprio affrontando questo tema, ossia la sfida sempre avvincente con l’avanguardia, Nicola Porro modererà le voci degli speakers ospiti della tavola rotonda intitolata “Il motore romano” che si terrà giovedì 27 settembre alle 9.30 presso l’Università Telematica Pegaso, Via di San Pantaleo.
Nell’immaginario collettivo, emblema della modernità e dell’avanzamento tecnologico è la robotica: l’ascesa dei robot non è più una proiezione futuristica ma una realtà sempre più concreta, come dimostra ad esempio la diffusione di questi “assistenti” fatti di circuiti, nelle industrie, nelle case, negli ospedali.
Proprio per quanto riguarda la medicina, e più precisamente la chirurgia, avvalersi di tecnologie robotizzate, come il Robot da Vinci, rappresenta l’ultima frontiera per eseguire procedure chirurgiche efficaci, conservative, mininvasive.
“Abbiamo aperto le nostre sale operatorie alla piattaforma da Vinci Xi – spiega il Prof. Massimiliano Di Marco, Responsabile dell’Unità di Urologia della Clinica Ars medica di Roma – nella sua ultima e più aggiornata versione. Una scelta, questa, che risponde a più necessità: in primis offrire le migliori prestazioni chirurgiche ai pazienti, senza dimenticare però come anche la professionalità dei medici attivi nella nostra Clinica possa accrescersi grazie a dotazioni tecnologiche sempre più sofisticate e avanzate”.
Introdotto nel 1999 in Italia da ab medica, il robot da Vinci si è ormai diffuso nel nostro Paese, contando oggi 106 installazioni, di cui 9 nel Lazio. Dagli albori, la specialità d’elezione della chirurgia robotica è l’urologia che attualmente copre il 67% dell’attività, seguita da chirurgia generale (16%), ginecologia (10%), chirurgia toracica (5%), ORL (2%).
“Disporre del robot da Vinci è vantaggioso per il chirurgo quanto per il paziente. Chi opera alla console può eseguire procedure delicate, sapendo di contare sulla precisione garantita dal robot che pur rimanendo totalmente gestito e guidato dal chirurgo. La strumentazione di cui è dotata la piattaforma permette di raggiungere sedi anatomiche complesse, rendendo possibili movimenti altrimenti preclusi alla mano, come la rotazione di quasi 540° e una libertà di articolazione su ben 7 assi”, chiarisce il Prof. Di Marco, chirurgo Urologo presso la clinica capitolina.
“La chirurgia robotica, come si accennava, porta benefici indiscutibili anche per il paziente: nel caso del trattamento della neoplasia prostatica, il robot assicura una più efficace preservazione delle strutture anatomiche deputate alla continenza urinaria e alla potenza sessuale. La precisione del sistema da Vinci risulta ideale anche nelle procedure oncologiche renali, consentendo un’asportazione selettiva del tumore e lasciando integro il resto dell’organo. Nelle patologie urinarie poi, questa tecnologia offre la possibilità di ricostruire fisiologicamente la via urinaria”, conclude il chirurgo.
Inoltre, l’assenza di estese cicatrici e la sola presenza di discreti fori, la ridotta ospedalizzazione, il limitato dolore post-operatorio e il rapido recupero delle attività quotidiane completano il quadro dei molteplici benefici che la chirurgia robotica assicura, divenendo così di diritto il trattamento d’elezione delle patologie urologiche oncologiche oltreché di quelle benigne complesse.