EZ Rome non si occupa di cronaca, ma più volte abbiamo trattato manifestazioni e spettacoli organizzati dall’Associazione Arcigay di Roma, una associazione di persone positive e propositive che contribuisce ad allargare la cultura della nostra città e quindi ad allontanarla da un pericoloso provincialismo dilagante, e soprattutto che ci piace considerare una associazione amica. Per questo, dopo i tristissimi fatti di violenza avvenuti di recente nella nostra città, che ci fanno temere la perdita della nota tolleranza romana, vogliamo comunque far sentire anche la nostra voce, nel coro di voci scandalizzate e preoccupate che si è alzato qui e in tante altre città italiane.
La crescente omofobia, che si è manifestata ultimamente in atti sempre più violenti ed insensati, è solo una delle prove evidenti della regressione culturale della nostra Nazione, che ormai procede indisturbata da quasi un ventennio. Le forme di intolleranza sono sempre più vaste, le violenze inutili ed ingiustificate sempre più cruente, la delinquenza nelle sue forme più impietose sempre più presente tra i giovanissimi. Sono tutti elementi di una latitanza dello Stato nella cultura della prevenzione e della tolleranza (appunto) così importante in una società moderna e multiforme, come ci dimostrano Nazioni che hanno affrontato prima di noi problemi simili.
Per ribadire questi semplici, eppure ancora troppo poco chiari, concetti relativi alla convivenza umana sono stati organizzato sit-in, fiaccolate e manifestazioni pacifiche in varie città d’Italia. A Roma venerdì 4 settembre alle 21.00 presso la Gay Street a San Giovanni ci sarà una fiaccolata di solidarietà a cui è stato dato il significativo titolo “We have a dream – Contro l’odio e la violenza su gay lesbiche bisex e trans gender”.
Siamo tutti invitati a partecipare, per dimostrare che siamo in tanti a credere nella civile convivenza e siamo anzi felici che ci siano belle differenze umane che arricchiscono la nostra cultura ed aprono la nostra mente a nuove prospettive, anche, e soprattutto, quando non siamo direttamente e personalmente coinvolti. Perché se è vero che ci sono romani che cedono all’odio e lo sfogano contro chiunque sia diverso, sono ancora più numerosi i romani che invece cercano il diverso per offrire la loro solidarietà, sapendo bene che in qualsiasi momento in una qualsiasi altra situazione potrebbe toccare a loro di essere i diversi.
Questi semplici e banali concetti, che si ritengono acquisiti da una Nazione civile, vengono spesso considerati troppo ovvi per essere ribaditi, ma sembra invece ancora necessario ripeterli e sottolinearli, visto ciò che ci succede vicino (molto vicino).
Fabrizio Marrazzo, Presidente dell’Arcigay Roma, ci ha detto: “Già nei giorni scorsi una ragazza lesbica era stata minacciata con un coltello e si erano ripetuti alcuni episodi provocatori e violenze verbali. L’episodio delle due bombe carta esplose martedì 1 settembre intorno alle 23.40 alla Gay Street di via di San Giovanni a Roma è un attacco violentissimo, di una gravità inaudita che vuole colpire uno dei luoghi simbolo della nostra comunità. Due violente esplosioni, all’altezza del Colosseum Bar, udite anche a diverse centinaia di metri. Le esplosioni hanno provocato la distruzione di alcuni vasi, di un motorino e un ragazzo ha riportato una ferita a un orecchio. Se qualcuno fosse stato più vicino avrebbe rischiato la vita.
Queste minacce non ci spaventano e non ci faremo intimidire. Chiediamo alla città una risposta unitaria e forte.”
Una risposta che siamo tutti tenuti a dare, perché quelle bombe hanno colpito moralmente ogni cittadino romano. Si tratta della nostra città, delle nostre strade, dei nostri concittadini.
Per ulteriori informazioni: www.arcigay.it e www.arcigayroma.it