Gli writers sono da anni considerati un problema dalle Amministrazioni Comunali di parecchie città. La loro forma espressiva ha creato polemiche e si sono generate divisioni tra coloro che ne riconoscono l’arte e quelli che ne sottolineano, all’opposto, lo scempio per le città.
Ecco che la Capitale ha deciso di dedicare 15mila metri quadri alla street art. In sostanza stiamo parlando di 35 “muri legali” presenti in 31 strade di 8 municipi romani utilizzati come tele per gli writers. Adesso i cosiddetti “graffitari” avranno luoghi stabiliti e legali dove poter esprimere la loro arte. Ciò è stato possibile tramite l’Urban Act, ossia l’accordo siglato da Roma Capitale e le associazioni Walls e 21 Grammi, il tutto per arginare il fenomeno del vandalismo che deturpa monumenti e muri della città. Gli spazi dedicati ai lavori degli writers saranno riconoscibili da targhe, che sono state messe per stabilire inizio e fine delle superfici da poter dipingere.
Questo, invece, è il commento di Marco Visconti, assessore all’Ambiente di Roma Capitale: “È stata dura, ma ce l’abbiamo fatta. Grazie a Urban Act e ai muri legali si dà libero sfogo a chi è un artista, in modo tale che i cittadini possano notare la differenza tra artista e vandalo, contro cui continuerà a esserci tolleranza zero. Perché ci vuole un secondo per sporcare un muro, ore per ripulirlo.”
Quello degli writers è un fenomeno presente in tutte le città e metropoli del mondo. Questo fenomeno ha preso forma a metà anni ’80 e si è sviluppato rapidamente, trovando terreno fertile nel vecchio continente.