Già nei primissimi ’70 mia nonna fu una precorritrice dei tempi: oltre ai 3 figli che già aveva, di cui due adolescenti ed una ancora bambina, decise di occuparsi del figlio di una signora del paese che, concluso il periodo di maternità, avrebbe perso il posto di lavoro se non fosse rientrata in attività. Il bambino non aveva ancora compiuto un anno, ed entrò, per 8 ore al giorno ad essere il sesto componente della famiglia di mia madre. Mia nonna fu una delle prime Tagesmutter italiane, la cosiddetta mamma di giorno.
Ancora prima, negli anni sessanta nel nord Europa prendeva piede un sistema di assistenza infantile che da allora si è evoluto ed ora sta “invadendo” anche il nostro paese.
Adesso anche la Regione Lazio lo ha recepito e finanziato denominandolo progetto “Casa Nido”, progetto che di fatto porta nelle nostre città il servizio di tagesmutter, termine tedesco che significa “mamma di giorno”.
Si tratta una vera e propria figura professionale che, presso la propria abitazione, dopo aver svolto corsi specifici, può accudire ed educare bambini da 0 a 6 anni. Oggi tutti noi sappiamo quanto è difficile conciliare l’ attività lavorativa con la maternità: certo ci sono gli asili nido, le baby sitter, le nonne, ma avere accesso alle strutture pubbliche nelle grandi città è praticamente un’impresa d’altri tempi, non è da tutti sostenere la spesa di una baby sitter e non tutti hanno a disposizione i proprioi parenti.
Così moltissime donne sono costrette a rinunciare al lavoro e alla propria vita sociale dedicandosi completamente ed esclusivamente alla famiglia.
Casa Nido diventa un’oppurtunità, che consente alle mamme la possibilità di accedere ad un servizio flessibile a costi contenuti.
Sarà infatti la mamma a decidere le ore e i giorni di affidamento del bambino pagando esclusivamente le ore concordate. Tra le imprtanti regole e parametri da rispettare è previsto che nella casa nido non si possano accogliere contemporaneamente più di 5 bambini, compresi i figli propri se di età inferiore ai 3 anni.
L’altro aspetto particolarmente significativo di questo progetto è quello legato proprio alla nuova figura lavorativa, una nuova opportunità abbastanza facile da cogliere. Diventare tagesmutter vuol dire dare il via ad una vera e propria attività lavorativa; basta svolgere un corso di formazione gratuito della durata di 250 ore, e rispettare meticolosamente i della casa-nido: dovrà essere sufficientemente spaziosa (almeno 4 mq disponibili per ogni bambino), accogliente e luminosa.
Un’attenzione particolare va al rispetto delle norme di sicurezza e di igiene: l’impianto elettrico e di riscaldamento dovranno essere perfettamente in regola, si dovrà dotare il bagno di biancheria di ricambio, vasini e bacinelle ad uso personale dei bambini, e di un fasciatoio.
Per la cucina ci si dovrà munire di valvola di chiusura del gas.Va previsto uno spazio attrezzato per la “ninna” degli ospiti, e avere la dotazione di primo pronto soccorso pediatrico.
Il rapporto di lavoro viene regolato da un contratto e si è direttamente responsabili della sicurezza e dello stato fisico e psicologico dei bambini. Non si è comunque lasciati soli, infatti si può contare sul supporto di una coordinatrice territoriale, oltre che sulla collaborazione che si instaura tra tutte le altre tagesmutter della città e, ovviamente appoggiandosi sulla struttura amministrativa dell’organizzazione “Casa Nido”.
Certamente un progetto significativo, sicuramente dallo sviluppo in evoluzione soprattutto nella città di Roma.
Per maggiori informazioni vai al sito www.casanido.com