Da quando la crisi ha portato allo stallo i consumi, e quindi la crescita del nostro paese, sono sempre più diffuse le catene che offrono prodotti provenienti da marchi poco o per niente noti e che, in virtù di aggressive strategie di distribuzione e basandosi su nomi non pubblicizzati, possono permettersi di vendere a prezzi contenuti. Infatti, a dispetto del noto adagio “la pubblicità è l’anima del commercio”, è anche vero che la pubblicità costa, e anche tanto. Soprattutto se diffusa dai media più importanti, ovvero TV, radio, giornali ed Internet. E allora, ecco che l’anima del commercio non è più solo la pubblicità, ma diventa soprattutto la concorrenza.
Lo schema commerciale di esercizi come discount e triscount non è basato sul meccanismo dello sconto o della promozione, pur prevedendolo. Infatti, i prodotti sono normalmente in vendita ad un prezzo già ridotto rispetto ai concorrenti più blasonati. Minimizzando il ricorso al canale della pubblicità (advertising in inglese), i venditori puntano su un’offerta economica vantaggiosa, molto spesso con merce che può competere con i grossi marchi in quanto a qualità.
Si può associare l’approccio del discount a quello del low cost, con la differenza che il primo si rivolge al mondo della distribuzione mentre il secondo a quello dei servizi. Le formule sono però molto simili dal punto di vista strategico e “filosofico”. Infatti, come i low cost si caratterizzano per l’assenza di servizi aggiuntivi (per esempio, nel caso dei voli, l’assenza dei pasti a bordo e lo scalo in aeroporti secondari), i discount lo fanno per una minore varietà di prodotti e per una essenzialità negli ambienti e nelle strutture. Infine, non sempre tali esercizi accettano forme di pagamento diverse dal contante, come per esempio buoni pasto, carte di credito e bancomat.
Discount e triscount sono emersi alla grande a partire dalla metà degli anni ’90, ma la loro nascita in Italia risale agli anni ’80. Ormai da diversi anni, sui loro scaffali si trovano anche prodotti di marche molto note. Tale caratteristica era tipica dei cosiddetti soft discount, ma la differenza con gli hard discount sta diminuendo sempre di più. Nomi come Barilla, Levissima, Peroni e Rio Mare sono ora spesso visibili all’interno dei discount. Ai consumatori possono allora legittimamente sorgere alcuni dubbi riguardanti la qualità di tali prodotti rispetto a quelli venduti nei supermercati più famosi e la effettiva convenienza. Una famosa società (MKTG) che effettua ricerche nel mercato alimentare ha riscontrato come la qualità sia effettivamente la stessa, ma con una convenienza piuttosto contenuta, compresa mediamente tra il 5 ed il 10%. In alcuni casi può arrivare al 30% ma in altri è praticamente inesistente. È invece interessante il risultato che riguarda marche poco note, per le quali il risparmio, confrontato con quello dei prodotti più economici dei supermercati, si attesta intorno al 30%.
Il settore in cui i discount hanno trovato maggiore spazio e successo è quello alimentare, probabilmente perché si tratta di un ambito in cui il caro prezzi ha colpito tutti indistintamente. Mentre possiamo scegliere di privarci di prodotti superflui (o sicuramente meno prioritari) come una settimana bianca o una seduta di lampada abbronzante, è evidente che non possiamo evitare di mangiare. E siccome l’italiano medio rinuncia difficilmente ai piaceri della tavola, ecco che risulta indispensabile trovare un modo per modificare meno possibile le proprie abitudini alimentari mantenendo invariata la qualità, ma spendendo una cifra minore o uguale a quanto faceva prima.
Le catene discount alimentari presenti nella capitale sono molte. Si va dai più noti Eurospin (http://www.eurospin.it/regione.cfm?pr=RM&n=Lazio&provincia), Todis (http://www.todis.com/roma.htm), Dico (http://www.dico.it), iN’s (http://www.insmercato.it) e Lidl (http://www.lidl.it), fino ai meno diffusi tra cui Penny Market (http://www.pennymarket.it), Tuodì (http://www.tuodi.it), MD (http://www.md-discount.it) e Dis (http://www.gabriellispa.it/dis). Oltre ai prodotti alimentari, i discount vendono anche prodotti per la casa, detersivi, piatti di carta, mangimi per animali, elettrodomestici e tanto altro.
Meno conosciuto del discount ma altrettanto conveniente è il triscount, un brand la cui recente notorietà è stata ovviamente favorita dal successo dei discount. La catena alimentare più famosa è quella dell’Iper Triscount (http://www.ipertriscount.it/index.php/punti-vendita.html), che al momento ha tre punti vendita nella capitale. Il gruppo Iper Triscount fa parte del GROS (Gruppo Romano Supermercati), molto diffuso sull’area di Roma. Il marchio privato del GROS è chiamato NURSIA ed è presente su salumi, carni e surgelati.
Il brand triscount è utilizzato anche da un’altra catena, quella dei Supermercati Triscount, con 4 punti vendita concentrati nella zona sud-est della città (http://web.tiscali.it/triscount/main.htm).
In conclusione, i discount non sono probabilmente la panacea per la crisi al consumo del settore alimentare, ma rappresentano una sostanziosa e reale occasione per dare filo da torcere al caro prezzi. Provare non costa nulla. Ovviamente, come sempre, al consumatore continua a spettare il difficile compito di effettuare una scelta oculata dei prodotti, riguardo sia la convenienza sia la qualità.