Quest’anno il Roma Pride 2010, in programma per sabato 3 luglio, vedrà una edizione più difficile e tormentata del solito. Dopo un anno molto duro per la comunità LGBTIQ (lesbica, gay, bisessuale, trans, queer, intersexual) a Roma, a causa di numerose aggressioni, verbali e fisiche, e di lotte civili per i diritti, poco supportate dalle autorità locali e nazionali, anche le diverse associazioni che tradizionalmente organizzano l’evento sono in disaccordo su alcuni punti fondanti. In particolare la sostanza politica con cui è stata pensata la manifestazione di quest’anno non trova tutti sulla stessa linea di principio.
Lo slogan del 2010 è “Ogni bacio una rivoluzione”. Dopo tanti problemi affrontati ed alcune battaglie perse, tra cui la bocciatura della legge contro l’omofobia, ad alcuni è sembrato uno slogan troppo blando, a scapito di orgoglio, libertà e diritti. A questo si è aggiunto un rinvio di data, una contestazione dei pride degli anni passati e, cosa che già l’anno scorso aveva suscitato polemiche, un percorso neutro, poco caratterizzante, che non passa per la gay street.
Il Roma Pride, tradizionalmente espressione del corpo e delle idee, dell’orgoglio e della libertà, della dignità e dei diritti, delle differenze e delle scelte, rischia di perdere così la sua linfa vitale, quella che attraversa tutti gli schieramenti trasversalmente e che rifiuta l’omologazione, la paura di esprimersi e il silenzio.
Anche se è chiara la forma di protesta di alcune associazioni e di singoli e singole che si rifiutano di partecipare, è però importante non cedere, non lasciar spegnere una tradizione conquistata con forza e fatica, nemmeno quando sembra perdere il suo carattere più potente. Anche Simone, il ragazzo aggredito perché gay nei pressi di via Cavour alla fine di maggio, ribadisce l’importanza della partecipazione al Pride di Roma con questo appello: “Sabato 3 luglio sarò presente al Pride di Roma – è importante esserci per rivendicare i nostri diritti, dal matrimonio alla legge contro l’omofobia. Negli ultimi mesi si sono verificati troppi episodi di violenza: dobbiamo essere in piazza per reagire e dimostrare che non ci nascondiamo. Al movimento e alle associazioni lesbiche, gay e trans rivolgo un appello: siate uniti, noi vi chiediamo soltanto questo. Le divisioni di queste settimane sono incomprensibili rispetto a una manifestazione che appartiene a tutti, che non ha colore politico e che serve a dire no alla discriminazione. Chi crede in questi valori deve essere al Pride. Per questo mi unisco all’appello di Vladimir Luxuria, chiedendo alle associazioni di pensare al bene della comunità lavorando per far sì che il Pride sia un momento di unità e lasciando le discussioni ad altri momenti”.
Ripartire dai baci è un atto positivo di affermazione del proprio diritto ad amare alla luce del sole, ed è un segnale, forse non prepotente ma presente e costante, per chi rifiuta le infinite differenti forme dell’amore.
Lo stesso segnale che deve essere sostenuto e rafforzato da tutti i cittadini e le cittadine di Roma che ritengono che le differenze, siano esse religiose, etniche, sessuali o politiche, sono motivo di ricchezza e ne chiedono il rispetto. Il Roma Pride è una occasione per tutti di affermazione di diritti umani e di solidarietà.
Ecco il percorso della manifestazione:
Raduno alle ore 16.30 a Piazzale dei Partigiani (metro Piramide)
Piazza di Porta San Paolo
Via Piramide Cestia
Viale Aventino
Piazza di Porta Capena
Via di San Gregorio
Via Celio
Piazzale del Colosseo
Via dei Fori Imperiali
Piazza Venezia