architettura

Architetti ieri, oggi e domani

architetturaCom’è affascinante il mondo dell’architettura, così a cavallo tra creatività e razionalità!
Noi di EZRome vogliamo condurvi in un breve excursus tra le vecchie e le nuove frontiere di questo mestiere, rinnovato e contaminato dalle nuove tecnologie e dai nuovi ordinamenti universitari. Volgiamo farlo attraverso le voci di due neo- architetti, Fabio e Carlo, e di Enrico, studente iscritto al V anno. Tutti e tre i nostri intervistati si sono formati tra le mura piene di vita e di storia della memorabile Facoltà di Architettura di Valle Giulia.

studente_architetturaQuanto è cambiata la facoltà di Architettura da quando è entrato il vigore il nuovo ordinamento, e soprattutto quali sono le differenze tra architettura 3 + 2 e architettura U. E.?
Fabio: Non c’è molta chiarezza sulla modalità 3 + 2, non si sa che ruolo ha chi ha conseguito solo la laurea triennale e non si sa che esami si devono sostenere per avere l’iscrizione all’albo senior, esiste un’iscrizione junior ma non è ben chiara. Questo è il motivo per cui ho deciso di fare architettura U. E.
Carlo: La differenza tra 3 + 2 e U. E. sta nel non sapere cosa fare con la triennale, pensando che a livello di tempo con la triennale si fa prima, anche se coloro che hanno frequentato il corso 3 + 2 si sono laureati prima e si sono inserite prima nel mondo del lavoro. Molto è dovuto alla didattica e alla strutturazione del corso di laurea. Rimane il fatto che chi si ferma al terzo anno non si sa che ruolo potrà ricoprire nel mondo del lavoro.
Enrico: Personalmente non trovo notevoli cambiamenti perché  architettura a Valle Giulia è una delle poche rimaste con il classico corso quinquennale, l’unica novità è che sono nati dei corsi triennali specializzati  come restauro, arredamento, grafica. Le differenze principali sono che con i corsi triennali non si ha una preparazione globale e se si vuole diventare architetti si deve necessariamente conseguire una specializzazione, altrimenti si rimane architetti junior e determinate cose in ambito lavorativo non si possono effettuare perché non sono state acquisite le necessarie competenze tecniche. Con la laurea quinquennale si evita una doppia tesi e alcune discipline specialmente nel campo della scienza e della tecnica delle costruzioni mantengono un maggior peso ed un ruolo più importante.

Pensi che i nuovi indirizzi dell’architettura siano più mirati e quindi più utili per eventuali sbocchi lavorativi o credi che sia comunque meglio avere la laurea generica per poi specializzarsi in seguito?
F.: Credo sia meglio la laurea generica perché attualmente nel mondo lavorativo non serve lo specialista come ci vogliono far credere, ma qualcuno che sappia fare tutto mediocremente.
C.: Secondo me tra le lauree specializzate, le uniche che hanno un valore sono quelle dei settori di grafica e progettazione multimediale, con cui si può entrare in contatto con molti studi guadagnando di più, inserendosi prima e avendo più opportunità di carriera, specializzandosi in impieghi satellitari all’architettura, es. Grafica e project management.
E.:  Non credo che tutti questi nuovi corsi di laurea diano molte possibilità lavorative anche perché la maggior parte stanno chiudendo, segno evidente che non hanno deluso le aspettative iniziali; ecco perché la maggior parte di coloro che hanno iniziato un corso triennale continua sempre con la specialistica. E’ sicuramente meglio ottenuta la laurea quinquennale specializzarsi frequentando un buon master.

Quant’è cambiato il mestiere dell’architetto con l’avvento delle nuove tecnologie, soprattutto Autocad?
F.: Mi ricollego a quanto detto sopra da Carlo, nel senso che Autocad e altri software di renderizzazione tridimensionali, hanno avvicinato l’architettura alla grafica, per cui ci sono lauree come grafica e progettazione che si avvicinano e sottolineano quest’aspetto, creando figura non più solo tecniche come una volta ma puntando esclusivamente a presentare il prodotto, il che ha portato a progetti in cui l’impatto. Per esempio Gary dopo Bilbao ha riproposto in altre città lo stesso progetto, in un momento in cui invece è più importante lo studio dei materiali, dei luoghi e l’ecosostenibilità.
C.: Il mestiere è cambiato molto, si è semplificato per alcuni versi e si è avuta la possibilità di gestire meglio la complessità di un progetto, ma d’altro canto è diventato molto più virtuale e distaccato dalla realtà rispetto a prima, mentre si presuppone che l’architettura sia più completa.
E.: L’ avvento di Autocad ha notevolmente facilitato la professione dell’architetto, basti pensare che prima i disegni si facevano tutti con riga e squadra, senza dubbio pratica più affascinante ma si impiegava molto più tempo e la resa finale non era mai perfetta come avviene oggi con un disegno fatto con Cad; inoltre il disegno computerizzato permette di effettuare una miriade di operazioni.

Building_3DIn cosa differisce la nostra laurea in architettura da quella degli altri paesi della C.E.? Sai sa anche all’estero per diventare architetto occorre superare l’esame di stato ed iscriversi ad un albo?
F.: Credo di poter affermare che l’esame di stato ci sia, sicuramente in Francia, paese in cui però si tende a non farlo subito dopo la laurea, ma solo nel momento in cui si decide di diventare libero professionista mettendosi in proprio; in Francia l’iscrizione all’albo è vista come opportunità, in Italia invece è un obbligo, come un peso di cui liberarsi anche se si è dipendenti.
C.: La differenza sta nel fatto che negli altri paese c’è molto più contatto con il mondo del lavoro e con la vita di studio, e molta della personale ritenuta indispensabile da noi, all’estero è a discrezione dello studente; mentre all’estero sono molto pragmatici, in Italia lo scopo è formare l’architetto ‘superacculturato’, e si perde molto tempo.
E.:  Credo che le differenze siano poche perché con una laurea ottenuta in qualsiasi paese della comunità si può lavorare in qualsiasi altro paese sia europeo che extraeuropeo; magari alcuni paesi curano con maggior attenzione alcuni argomenti con noi trattiamo di meno e viceversa, ma penso che fondamentalmente la preparazione di base sia la medesima. So che nella maggio parte dei paesi è necessario fare l’esame di stato, o qualcosa di simile, uno dei pochi paesi senza esame di stato credo sia la Spagna.

Quanto è distante la formazione universitaria da reale mondo del lavoro? Pensi sarà/è stato difficile l’inserimento nel mondo del lavoro per te dopo la laurea?
F.: Come in generale l’approccio scolastico italiano, nel nostro paese si tende a dare una cultura al futuro professionista, dando le basi per affrontare mentalmente una problematica senza sapervi però fare fronte in pratica: si arricchisce la mente ma nessuno sa spiegare come si affronta un lavoro dal progetto alla cantierizzazione. Sul piano pratico il giorno dopo la laurea nessuno di noi avrebbe saputo come affrontare praticamente il lavoro, a partire dal lato burocratico per arrivare a quello operativo.
C.: La formazione è molto distante dalla pratica perché manca la concretezza che dovrebbe esserci già dall’inizio dello studio dell’architettura. Negli Usa per esempio, all’Università dell’Alabama, nel Rural Studio i laureandi per la loro tesi di laurea progettano e seguono in tutte le fasi la costruzione di una casa per le famiglie più povere dello Stato, dal reperimento fondi, passando per il progetto, fino ad arrivare alla costruzione effettiva. Le nostre tesi di laurea invece si avvicinano solo ad un concorso di idee, e ciò fa la differenza.
E.: Purtroppo c’è molta differenza tra ciò che si fa all’università e ciò che si fa nel mondo lavorativo, gli esami progettuali sono secondo me pochi e delle volte non tropo utili a ciò che si farà concluso il corso di laurea. E’ fuor di dubbio che alcuni argomenti necessitano di un maggiore approfondimento e accostamento alla realtà basandosi su ciò che si fa veramente al di fuori. Spero di entrate nel mondo del lavoro iniziando a lavorare in qualche studio per imparare il mestiere e poi in seguito mettermi in proprio, magari associandomi con altre figure professionali l sempre egate alla progettazione.

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