Oliviero_Beha

“I Nuovi Mostri”. Da cittadini a telespettatori

Conferenza stampa con Oliviero Beha e dibattito sul vuoto intellettuale del nostro Paese

Oliviero_Beha“I Nuovi Mostri” potrebbe sembrare la curiosa rubrica di Striscia la Notizia, invece non lo è. Si tratta del nuovo saggio del giornalista e scrittore Oliviero Beha, che con un po’ di provocazione parla di un’Italia totalmente affranta da una tristissima regressione culturale.

Lo scorso 19 febbraio 2010 noi di EzRome abbiamo partecipato alla conferenza stampa che si è tenuta presso l’Università di Roma La Sapienza, nel centro culturale per antonomasia, dove si è principalmente discusso proprio di questa che ne risente molto del sistema societario e di tutte le dinamiche in esso coinvolte.
“Un Paese vuoto, con un incolmabile buco nero”: così è stata definita da Beha l’Italia, il nostro caro e vecchio Belpaese con secoli di storia alle spalle, che, a detta del giornalista, alle spalle si sta buttando anche la valenza e l’enorme importanza del suo patrimonio culturale.

locandina_behaOliviero Beha, autore di saggi, testi teatrali, raccolte di poesia, giornalista a 360° e anche professore universitario, a volte si è espresso un po’ al di sopra delle righe, senza mai attaccare ma incitando sempre ad un approccio costruttivo e pratico.
L’incontro organizzato a La Sapienza, denominato per esattezza “Da cittadini a telespettatori. Il vuoto intellettuale di un paese in declino”, è stato coordinato dall’efficientissima squadra del periodico Orizzonte Universitario. Una rivista nata nel 2005 nell’Università degli Studi di Milano, approdata a ottobre 2009 anche a Roma, e interamente gestita da studenti universitari.
Il Direttore Responsabile Nicola Cappelli ha introdotto il dibattito alla presenza anche del Vicedirettore del giornale Riccardo Canetta, soffermandosi appunto su come si trattasse di un dibattito e non solo di una conferenza stampa e incitando gli ascoltatori ad intervenire.

Oliviero Beha attraverso “I Nuovi Mostri” ci propone una della realtà alquanto agghiacciante, una realtà dilaniata dal vuoto tangibile intellettuale del nostro paese. Insistendo su come i mass media oggi ci abbiano tarpato le ali e ci abbiano resi passivi ascoltatori di un sistema che ci vuole imprigionare e che non fa nulla per investire sul futuro dei giovani, Beha ci invita a trovare una legittima difesa alla pericolosità e invasività dei media. Quando insegnava nella facoltà di Architettura di Valle Giulia a Roma, ha sottolineato Beha, le sue lezioni venivano seguite mediamente da una folla di 1.200 studenti. Questo perché erano interessati a come il giornalista insegnava a trovare un meccanismo di dialogo e difesa ai media.
Un po’ anomalo rispetto agli altri professori che non riempivano le loro aule e che, come Beha ha dichiarato, “contribuivano alla recita del paese Italia”. Noncurante della miccia che accese a suo tempo, Beha ha continuato nel corso degli anni a denigrare il meccanismo che ha investito l’Italia, ma sempre incitando ad una rinascita, ad una reazione.
Ne “I Nuovi Mostri” parla di una resistenza che la “democrazia svenuta” deve assolutamente attuare e getta i presupposti per una resistenza culturale.
E’ fondamentale che non si perda la qualità della vita e la qualità intellettuale della persona, per questo Beha dice che occorre reagire, e che occorre cominciare dal basso, ossia dall’individuo, da ciascuna personalità. Il saggio ruota intorno alla figura in crisi dell’intellettuale, che vede oscurare le sue preziose proprietà e si trova sempre più ai margini della società, in una situazione grottesca, dove il tempo per pensare, per concentrarsi è ridotto sempre di più. Perché ormai questa è una società schiava della televisione, e i veri intellettuali – precisa Beha – non vanno in televisione.
Durante la conclusione dell’incontro, il giornalista ha spiegato che prima di reagire è necessario identificare la situazione, rendersi conto di ciò, “percepire la conoscenza di una nuova consapevolezza”.
E soprattutto, è indispensabile che l’individuo sia messo in condizione di pensare e sia informato realmente sui fatti. Non importa cosa pensi, l’importante è che pensi e che esca dalla condizione di passività.

Tanto per cominciare nel saggio sono elencate una serie di Associazioni culturali che operano questa resistenza e entrando nel sito www.inuovimostri.it è possibile lasciare un proprio contributo.

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