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Il difficile impegno di un Ricercatore Chimico

ricercatore_chimicoIntervista alla dott.ssa Fernanda Martillotti, alla scoperta di un mondo affascinante, talvolta complicato, quello della Ricerca Chimica.

Sono molti gli studenti che hanno intenzione di investire il loro periodo post-universitario nel campo della ricerca. Che non tutti ci riescano non è una gran novità, ma occorre riflettere sul fatto che ciò non dipende solo dal numero limitato dei posti messi a disposizione, ma soprattutto dal coraggio e dallo spirito di sacrificio di una persona. Infatti, per intraprendere questa attività, occorre essere potenzialmente dotati di caparbietà e determinazione.
A spiegarcelo meglio è la dott.ssa Fernanda Martillotti alla quale abbiamo sottoposto un’intervista. Attualmente ricopre la posizione di Direttore della sezione foraggi e mangimi del MIPA, e per molti anni è stata Assistente universitaria della cattedra di Chimica generale presso la facoltà di Farmacia dell’Università di Pavia.

laboratorio_chimica1) A seguito della sua pluriennale esperienza come ricercatore chimico, cominciamo dalle basi parlando dei primi passi da compiere per incanalarsi in questo settore.
Quale tipo di formazione occorre affrontare? Come si diventa ricercatore chimico?

Secondo la mia esperienza il primo elemento importante è quello di conseguire la laurea in Chimica con un buon voto (non occorre un altissimo voto), con tesi sperimentale in un campo di ricerca verso cui si è portati. Nel mio caso la tesi sperimentale verteva nel campo dell’analitica strumentale (polarografia oscillografica, individuazione del sistema cristallografico di composti non ancora studiati es. clorito d’argento, mediante radiografia). Attualmente è molto richiesta la conoscenza della strumentazione riguardante l’elettroforesi delle proteine, la spettometria di massa che serve per l’identificazione ed il dosaggio di molecole tossiche come aflatossine, diossine, altre sostanze antinutrizionali, come pure l’analisi degli aminoacidi mediante sequenziatore di DNA, analisi di proteine della famiglia dei prioni per identificazione della malattia BSE -Bovine Spongiform Encephalopathy – (io ho lavorato in questo campo che oltre ad essere molto interessante è molto richiesto dai laboratori di ricerca).

2) Su quali attività fondamentali si sviluppa generalmente l’analisi di un ricercatore chimico e quali sono le sue principali competenze?

Prima di tutto occorre voler fare il ricercatore, poi deve studiare e seguire ciò che in quel momento serve al proprio Paese, cercare i temi più richiesti; suggerisco di seguire i temi riguardante l’AMBIENTE. Uno dei temi che abbiamo studiato nell’ambito del CNR è stato l’utilizzazione dei sottoprodotti dell’Agricoltura ai fini energetici. Partecipare a convegni mirati.

3) Per quanto riguarda la sua esperienza personale, su cosa si è concentrata maggiormente durante il suo percorso?

Io personalmente non mi sono mai allontanata dalla mia specializzazione di Chimico Analista nel campo dei prodotti agricoli sia dal punto di vista quantiqualitativo che dal punto di vista sanitario e tossicologico. La mia specializzazione mi ha consentito di far parte di numerose Commissioni Nazionali e Internazionali: Commissione Europea “Legislazione degli alimenti di uso animali”, Sottocommissione ” Comitato di Esperti di Metodi di Analisi”, Commissione ISO (International Standardization Organizzation), CEMA, nell’ambito delle quali venivano pre sentati nuovi metodi analitici che, dopo essere stati sottoposti a prove collegiali (ring test) da parte dei diversi Paesi Membri, venivano pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale Europea prima e sulla Gazzetta Ufficiale Italiana poi. Ho collaborato con diversi Istituti di ricerca con Istituti del MIPA, CNR, Istituto Superiore di Sanità, INRA (francese).

4) Con quali problematiche, vantaggi e svantaggi deve misurarsi un ricercatore chimico e nel suo caso, quali sono state le difficoltà maggiori (se ce ne sono state) da superare?

Le maggiori difficoltà che ho avuto sono state quelle che hanno riguardato la mia carriera. Ho dovuto lavorare duramente per farmi apprezzare nel conseguire il grado di Direttore di Sezione.

5) Il campo della ricerca è obiettivo di molti studenti che appassionatamente cercano di affinare il percorso di studi e approfondire nuovi aspetti. Quali consigli si sente di dare ai giovani che cercano di intraprendere tale esperienza, e in particolare nel campo chimico?

Ripeto che occorre farsi accettare da un qualsiasi Istituto di Ricerca per ottenere lo sviluppo e la preparazione della Tesi Sperimentale . Poi farsi accettare da un Capo Laboratorio a frequentare lo stesso Laboratorio, magari in prima istanza senza alcuna remunerazione, in attesa che si apre qualche porta. Bisogna saper aspettare con perseveranza e credere in un futuro da Ricercatore.

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