Mercoledì 1 dicembre, subito dopo il tramonto e poco prima della sera, quando ancora c’è gente che passeggia per le strade, abbiamo acceso la prima delle otto candeline di Hanukkà.
In qualsiasi modo la si desideri chiamare: Chàg Haneròth (festa dei lumi), Chàg Haurìm (festa delle luci) o Chàg Hamakkabìm (festa dei Maccabei), la festa di Chanukkà (Inaugurazione) è la storia della strenua difesa da parte degli ebrei della propria identità e cultura e della lotta per poter tornare ad osservare le proprie leggi contro l’ellenizzazione forzata.
Chanukkà è l’unica festa ebraica a non avere radici nel Tanach (la Bibbia). E’ stata stabilita dai maestri del Talmud e ricorda un avvenimento accaduto in Terra d’Israele. La storia è nota ed è riportata nel libro dei Maccabei: nell’anno 168 a.e.v., Antioco IV Epifane di Siria, ottavo re della dinastia seleucide, iniziò un programma di ellenizzazione dei paesi circostanti in cui comprese anche la Giudea.
La rivolta contro i greci fu capeggiata da Mattatià, un vecchio sacerdote di Modin della famiglia degli Asmonei, insieme ai suoi 7 figli. Alla morte del padre prese il comando dell’esercito fino alla vittoria, avvenuta il 25 Kislev del 165 a.e.v, il figlio Giuda detto il Maccabeo (martello).
Nel Talmud si racconta che quando i Maccabei entrarono nel Santuario di Gerusalemme per riconsacrarlo e per riaccendere la Menorah (il candelabro a 7 bracci), trovarono solo una piccola ampolla di olio puro, sufficiente a bruciare un solo giorno. Per miracolo quell’olio bruciò invece per 8 giorni, il tempo necessario ai Sacerdoti per produrre nuovo olio puro. A ricordo del miracolo, i maestri istituirono la festa di Chanukkà che dura 8 giorni.
La prima sera della festa si accende un lume su un candelabro speciale a nove braccia (la chanukkià), ed ogni sera per otto sere se ne aggiunge uno in più. La chanukkià è formata da 8 lumi in fila più uno, separato dagli altri, chiamato shammash (servitore). Lo shammash, acceso per primo, accende tutti gli altri lumi.
Uno dei precetti della festa è quello di rendere pubblico il miracolo: per adempiere a questa mitzwà (precetto) si usa esporre la chanukkià accesa su una finestra che si affaccia sulla strada o accenderla in un luogo pubblico. E’ consuetudine consolidata accendere una grande Chanukkià nelle piazze italiane: a Roma la chanukkià viene accesa a piazza Barberini.
Come tutte le festività ebraiche, anche Chanukkà ha molteplici significati e simboli: è la festa dell’indipendenza politica (dopo anni di dominazione persiana prima e greca poi), ma è anche la festa della che luce che inizia a rinascere dopo il solstizio d’inverno; è la festa della fine della persecuzione religiosa ma è anche una festa agricola, legata al raccolto delle olive. E’ la festa dei miracoli: dell’olio sufficiente per 1 giorno che invece brucia per 8, ma anche dei pochi che lottano contro i molti.
Molteplici significati accomunati dal tema suggestivo della luce che sia essa solare o prodotta dalla combustione dell’olio, ma che ritorna per allontanare il buio.
Appuntamenti del 2010: