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Internet e i nostri bambini: istruzioni per l’uso dagli informatici

fotomarcoChiunque abbia dei figli piccoli si è posto almeno una volta la domanda se sia lecito lasciar loro il pieno dominio del personal computer di casa, contando sulla loro naturale destrezza o se sia meglio precludere loro ogni possibilità di contatto con la Rete. Approfittiamo di una ghiotta occasione per intervistare Marco Marcellini, membro dell’Associazione Informatici Professionisti che si occupa dal 1995 di Internet e nuove tecnologie. Docente presso l’Università di Siena (Facoltà di Lettere e Filosofia di Arezzo) e consulente della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Arezzo per crimini che hanno la Rete come protagonista ha da poco dato alle stampa un libro scritto assieme a Elisabetta Gerola dal titolo “Internet a misura di bambino”.

Marco sei da poco venuto a Roma per intervenire alla tavola rotonda internazionale dal titolo “Awareness raising on children’s privacy protection” ovvero Sensibilizzazione sulla protezione della privacy dei bambini, che ha visto partecipare AIP, Codacons e ISES: quali sono secondo te i rischi che corrono i nostri figli ?

Internet vive oggi, con la fase denominata del “web 2.0” uno sviluppo senza precedenti, caratterizzato dalla diffusione dei social network e dalla sempre maggior presenza e fruibilità della Rete nella telefonia mobile. Queste nuove possibilità tecnologiche portano con sé un aumento di tutti i rischi connessi ad un uso non consapevole di Internet, come ad esempio la diffusione e l’uso improprio di dati personali e della famiglia di appartenenza, truffe online, furto di identità e più in generale, possibilità che qualche malintenzionato possa usare le informazioni reperite sul web per scopi criminali. Emerge da ricerche recenti che i giovani navigatori considerano, diversamente dagli adulti, poco rischioso fornire il proprio numero di cellulare a sconosciuti o pubblicare proprie foto o video: senza scomodare il parere del fondatore di un famoso social network, che sostiene che il concetto di privacy andrà abolito o almeno modificato in futuro, penso invece che proprio ora occorrano azioni più forti per la tutela della sfera privata dei nostri ragazzi.

internetamisuradibambino_copertina_250Nel tuo libro dal titolo “Internet a misura di bambino” affronti con chiarezza tutti i metodi per difendere i nostri bambini dai pericoli e le possibili insidie che li attendono in Rete: hai qualche consiglio da dare ad un genitore di un ragazzo adolescente tutto Facebook e social network?

La chiave di lettura del libro è sintetizzabile in due parole: conoscenza e condivisione. Conoscenza, perché occorre innanzitutto che i genitori colmino il gap tecnologico esistente tra loro e le nuove generazioni. Condivisione, perché la miglior difesa contro i pericoli della Rete è appunto la condivisione dell’esperienza di navigazione, posta elettronica e messaging tra genitori-figli e insegnanti-allievi. Anche se il libro dedica una parte importante ai software di filtraggio e ai sistemi di protezione e parental control, niente sostituisce l’esperienza diretta degli adulti nell’affrontare, insieme ai ragazzi, rischi e problemi di una maggior presenza in Rete. Vanno dunque evitati due comportamenti estremi: da un lato, la demonizzazione e il rifiuto di tutto ciò che Internet rappresenta oggi; dall’altro, l’affrontare con superficialità i rischi che il suo l’utilizzo da parte dei bambini inevitabilmente presenta. Tra le tante recensioni che il libro ha ricevuto, ce n’è una che mi piace citare spesso. Internet è come una grande città di notte, puoi girare liberamente per le sue strade senza incontrare problemi, però occorre ammettere che qualche rischio c’è…

Tu sei membro di AIP, Associazione Informatici Professionisti: quale ruolo credi possano avere le associazioni come la tua nel difendere i diritti dei più deboli nella giungla di Internet?

AIP e tutte le associazioni di professionisti hanno il compito, anzi l’obbligo di combattere la disinformazione e di fornire al pubblico informazioni quanto più corrette e veritiere possibile. Il nostro punto di vista sarà sempre più corretto (perché tecnicamente competente) e meno influenzato dagli aspetti politici o dai clamori mediatici che quasi sempre regolano il mondo della tv e della carta stampata. Il convegno di Roma ne è un esempio, così come l’Osservatorio permanente costituito da AIP in tema di Privacy e sicurezza (OPSI) che si occupa di studiare i fenomeni legati al repentino sviluppo delle nuove tecnologie e di costruire delle “buone pratiche” di comportamento per addetti ai lavori e non.

Per concludere, cosa ti ha interessato di più nel convegno di Roma? Reputi che simili iniziative vadano replicate a livello più locale (es. nelle scuole) o suggerisci altre iniziative per creare una sensibilizzazione diffusa sul problema?

Il fatto a mio avviso più interessante dell’appuntamento romano è stato il confronto di due studi statistici svolti in Italia dal Codacons e in Lituania dal Lietuvos Vartotoju Institutas (l’ente statale lituano per la difesa del consumatore) in tema di Internet e minori. In estrema sintesi, i risultati mostrano che l’uso di Internet e la percezione dei rischi sono percepiti in ugual maniera dai giovani dei due paesi. Segno dunque che le regole e le azioni di informazione non devono limitarsi ai confini nazionali. D’altronde, Internet per definizione non ha confini e c’è bisogno del contributo di tutti per rendere la Rete un “luogo” più sicuro e utile.

Marco grazie per il tempo che hai dedicato ad EZ Rome. Aquesto punto non mi resta che invitare i nostri lettori a visitare il sito dedicato al libro www.internetamisuradibambino.it e –  perché no? – fare un bel pensierino per un regalo di Natale: una strenna semplice e preziosa per parenti e conoscenti alle prese con figli piccoli che non vedono l’ora di scorrazzare in Rete.

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