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Genitori alle prese con l’inserimento scolastico

scuola1“Specchio, specchio delle mie brame….” Interrogava così la matrigna di Biancaneve il povero specchio ogni volta che la vanità faceva capolino.
E’ proprio  lo specchio e la sua capacità di restituire un’immagine veritiera di chi gli sta davanti, il protagonista della nostra storia.

C’era una volta una mamma alle prese con l’inserimento del figlio nella scuola materna. Una mattina, preoccupata cominciò ad interrogare lo specchio chiedendo se fosse brava a dissimulare la propria ansia rispetto all’inserimento.
La mamma cominciò a fare una serie di sorrisi artificiali sforzandosi di apparire serena.
Immaginate che fatica per il povero specchio sforzarsi di rimanere serio!
Lo specchio rispose “Anche le hanno diritto a sentirsi preoccupate la prima volta che lasciano il figlio a scuola, ma per il tuo bambino sarai sempre la più bella del reame!”.

L’inizio della scuola è un momento delicato sia per i genitori che per i bambini ed è normale essere un po’ preoccupati.

E’ stato scelto lo specchio magico come protagonista perché il mondo delle favole non è molto distante dalla realtà, proprio nelle fiabe vengono rappresentate le paure, i desideri, le ansie che accomunano il genere umano.
Esistono nell’essere umano dei particolare tipi  di neuroni denominati “specchio” (Stern, 1985), essi rendono possibile decodificare la qualità delle sensazioni ed emozioni contenute ed espresse dal comportamento altrui. I neuroni specchio, presenti anche nel neonato,  rappresentano il substrato neurologico per lo sviluppo dell’empatia che è la capacità di comprendere lo stato emozionale dell’altro. Grazie ai neuroni specchio i bambini sono in grado di “leggere” gli stati emotivi  dei propri genitori, per questa ragione è importante salutare serenamente i bambini quando vengono lasciati a scuola.

Molti esperimenti dimostrano che osservare il viso della mamma che esprime un’emozione, stimola nel bambino gli stessi centri cerebrali che si attivano quando lui stesso presenta una reazione emotiva analoga.
In altre parole: l’ansia non genera altro che ansia, mentre la tranquillità di un genitore  genera serenità e fiducia nei loro bambini.

E’ importante tener presente che l’ansia di separazione è una componente emotiva che appartiene anche ai genitori e non solo al bambino. Questa consapevolezza rende il distacco più naturale, senza preoccupazioni da parte dei genitori di dover ostentare una maschera di sicurezza.
Può essere utile lasciare che il bambino porti con sé un piccolo gioco o un oggetto al quale è affezionato.
Questa attaccamento ad un oggetto è normale, infatti, tra i sei e i nove mesi di età, molti bambini si affezionano ad un oggetto che dà loro sicurezza e questo legame può durare fino all’età di cinque-sei anni.

scuola2Prima dei sei mesi di vita il neonato non ha la capacità di distinguere tra se stesso e la madre, si trova cioè in uno stato di totale “fusione”. Intorno agli otto mesi il bambino invece  inizia a  rendersi conto che la mamma ha una esistenza separata e può comparire e scomparire dalla sua vista, ma non dalla sua vita. Più tardi il bambino sviluppa la capacità di stabilire dentro di sé una rappresentazione “stabile” della figura materna e può evocare il suo ricordo quando questa non è presente. 
E’ per questo che l’oggetto al quale il bambino è affezionato definito “transazionale” (Winnicott) è fonte di sicurezza e rappresenta il mondo familiare che il bambino percepisce separato da sé, ma che può essere rievocato e protegge dall’ansia di separazione. La funzione di questo gioco o oggetto è quindi quella di accompagnare il bambino e di fungere da “rappresentante” dell’ambiente familiare.
Un piccolo espediente al momento del saluto a scuola può essere quello di lasciare al bambino un oggetto che la mamma porta sempre con sé, nella borsa.

Un’altra fonte di preoccupazione dei genitori riguarda le diverse modalità di inserimento; ci sono scuole che permettono ai genitori di rimanere in classe ad osservare, altre che chiedono ai genitori di uscire.
Entrambe le modalità sono valide se i genitori  hanno un rapporto di fiducia con il personale scolastico.

Altre preoccupazioni riguardano il gruppo classe, nella scuola materna si possono avere classi miste per età con bambini da 3 a 5 anni. I genitori dei più piccoli possono essere preoccupati per eventuali scontri fisici con i più grandi. In realtà si è osservato che i grandi sviluppano la capacità di improvvisarsi “maestri” e sono in grado di prendersi cura e di trasmettere alcune abilità ai piccoli.
Anche nelle interazioni tra i bambini è fondamentale il ruolo dei neuroni specchio che permettono di immedesimarsi negli stati d’animo altrui, quindi non solo di imitare, ma di comprenderne le emozioni.

 

La dott.ssa Patrizia Carrafelli è specializzata in psicoterapia familiare e di coppia, si occupa di problematiche relative alla crescita durante le fasi dell’infanzia e dell’adolescenza, delle difficoltà di apprendimento scolastico, dello sviluppo psicofisico, della socializzazione dei figli e delle problematiche  di coppia o individuali degli adulti.

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