L’autunno del 2006 è stato per la capitale un periodo ricco di nuovi inizi e nuove sfide. Quella più grande e ambiziosa è stata aprire i battenti della I Festa internazionale del Cinema di Roma, collocato nel suggestivo scenario dell’Auditorium Parco della Musica, a due passi dagli strategici quartieri Flaminio e Parioli.
Nello stesso periodo, il 17 ottobre 2006, alla presenza dell’allora sindaco Walter Veltroni, è stata inaugurata la Ciclovia della Musica, con lo scopo primario di raggiungere l’Auditorium su due ruote, e ridurre la mole di traffico sempre più intensa, anche in vista dell’evento internazionale.
A festa conclusa il Comune di Roma, ha deciso di mantenere e anzi prolungare l’itinerario, un percorso difeso dai due fiumi capitolini, il Tevere e l’Aniene, che si snoda dall’Auditorium a Villa Glori, fino alla Moschea e a Monte Antenne.
La ciclovia parte da Piazza Cardinal Consalvi proprio di fronte a Ponte Milvio, per poi scendere verso Viale Tiziano, costeggiando i marciapiedi e le aiuole della strada alberata, e poi risalire verso l’Auditorium.
Dal Parco della Musica la pista ciclabile attraversa Viale de Coubertain e Viale Pilsudski fino ad arrivare a Villa Glori e dividersi poi in due all’altezza di Parco della Rimembranza: un bivio prende per Via del Sacro Cuore di Maria e conduce a Piazza Euclide, in diretto collegamento con la stazione della ferrovia Roma- Viterbo. L’altro, il principale, prosegue verso la Moschea fino alla zona di Monte Antenne; di qui, attraverso il marciapiede esterno della Via Olimpica, il circuito si ricongiunge con la dorsale dell’Aniene, e si collega con Villa Ada e il Ponte Nomentano.
Alla ciclovia della musica si possono così attribuire due valori: in primis l’elevata qualità paesaggistica e ambientale che si estende tra verde, parchi e cultura, e in secondo luogo quello di non rimanere un percorso isolato. Il tracciato si estende per buona parte del II Municipio, e nei suoi 5,5 Km di lunghezza, si compatta con la rete ciclabile già esistente.
In questo modo gli oltre 67.000 romani residenti nei quartieri attraversati possono più facilmente raggiungere il centro in bici, oppure lasciare le loro due ruote al parcheggio della metro Flaminio (proprio in prossimità dell’entrata della metro sono stati disposti appositi parcheggi) e servirsi di un ulteriore mezzo di trasporto per debellare il traffico.
Per esempio nella zona di Ponte Milvio, la ciclovia si innesta in un percorso ciclabile già esistente che costeggia il Tevere e che attraversa Roma per 30 Km; sullo stesso percorso, all’altezza di Ponte Risorgimento si può fare una deviazione per alcuni tra i più importanti luoghi storici della capitale: prendendo verso Viale delle Belle Arti si raggiunge Villa Borghese, con i suoi incantevoli viali alberati, laghetti e fontane, si esce dalla parte del Bioparco, pedalando per Via Rossini, Piazza Ungheria e via Panama, fino a raggiungere Villa Ada.
I quasi sei chilometri della Ciclovia della Musica, si sommano ai circa 150 di piste ciclabili già esistenti nel territorio romano, il cui obiettivo è infatti, quello di tracciare all’interno dell’area comunale una ricca rete di piste ciclabili per garantire gli accordi stipulati nel Protocollo di Kyoto, con la riduzione delle emissioni di gas-serra, cercando di far diventare uso comune l’utilizzo del veicolo a due ruote a danno di moto e auto.
Va detto però che dopo l’iniziale slancio verso l’opera, il comune se ne è poi successivamente disinteressato, tanto che in molti denunciano deficit e mancanza di manutenzione per molti tratti del percorso, tali da renderlo poco utilizzata dai ciclisti. Ciò è un vero peccato se si pensa che per realizzare il progetto c’è voluto un anno e mezzo di lavoro e un investimento in denaro di 760.000 euro stanziati dall’Assessorato all’Ambiente e alle Politiche Agricole, oltre alle risorse umane impiegate in mano d’opera e non.
Ed è un vero peccato anche se si pensa che molti romani vengono così privati di qualcosa di prezioso e suggestivo, che solo un bel giro in bici nelle zone più belle della loro città sa offrire.