I confini del Parco sono approssimativamente individuati da grandi strade consolari come la Cassia (ad ovest) e la Flaminia (ad est), mentre quello a nord sfiora la parte più meridionale della Tuscia.
Il Parco offre una serie di itinerari, percorribili a piedi, a cavallo o in bici, ciascuno dei quali consente di avvicinare nel modo preferito la natura ed i resti archeologici in esso contenuti, attraversando alcuni suggestivi borghi medievali come quello di Isola Farnese.
In virtù della sua morfologia piuttosto piatta (l'altura più elevata è costituita dal Monte Razzano, che raggiunge i 434 metri di altezza), il Parco risulta un ottimo territorio per il cicloturismo, potendo pedalare quasi sempre senza fiatone. Alcune eccezioni, che vale la pena di affrontare per la spettacolare bellezza naturalistica e morfologica, sono costituite dalle ombrose forre con pareti di tufo scavate dalla millenaria erosione di parecchi corsi d'acqua che ne costituiscono la venatura idrografica, tra cui il Treja nella parte nord del Parco.
In linea di massima, al fine di non sconvolgere la biodiversità esistente, nel Parco non è possibile introdurre cani né animali di altre specie.
Anche per ciò che riguarda le attività cicloturistiche, è consigliabile non uscire dai tracciati per non apportare danni al sottobosco o alimentare frane ed erosioni di origine non naturale.
Per maggiori informazioni su cosa si può fare e cosa no, vi consiglio di consultare la pagina delle FAQ disponibile all'indirizzo http://www.parcodiveio.it/_ita/__home/faq.htm.
Purtroppo, come accade talvolta nei parchi del Lazio, lo stato di manutenzione e pulizia del Parco di Veio non è adeguato al valore che la zona riveste. Infatti, anche per esperienza personale, può capitare di imbattersi in vere e proprie discariche a cielo aperto, per fortuna di dimensioni ridotte, che smorzano purtroppo il piacere di una passeggiata in questo angolo di natura patrimonio di ogni romano.
Questi abusi, sebbene segnalati da tempo e a più riprese all'ente Parco, risultano purtroppo ancora ben visibili. Una passeggiata nel Parco ed una eventuale segnalazione all'ente Parco possono forse servire per attivare le istituzioni che possono e devono fare qualcosa per riportare l'area al fasto che meriterebbe.