Avventurarsi in bicicletta a Roma richiede spesso una buona dose di coraggio, per il traffico assassino e per l’aria a malapena inalabile. Nonostante ciò sempre più impavidi usano la bici per andare a lavoro o per gironzolare in città. E’ più comoda nel parcheggio, non consuma e tiene in forma e quindi di buon umore il proprietario.
Esistono delle piste ciclabili a Roma, retaggio della cultura verde di gran parte dei romani. Spesso si spingono attraverso il traffico cittadino, come per la “[[Castel Giubileo]] – Ponte della Magliana” o per incantevoli valli e colline, come la pista dell’Appia Antica. Ce ne sono anche di meno blasonate, ma non meno belle. Ad esempio la “[[Ponte Salario]] – Ponte Tazio” non è molto appariscente, nascosta com’è dall’intrecciarsi di svincoli della salaria con la tangenziale, ma rivela angoli di Roma degni di essere gustati. Si prende al lato del ponte della [[Salaria]] sull'[[Aniene]], come prosecuzione ideale della pista che da [[Villa Borghese]] si spinge ai [[Parioli]] e, poi, attraverso le sugherete di Villa Ada, sbuca appunto sulla via consolare. All’inizio la pista costringe a qualche giro, un po’ assurdo, per oltrepassare la circonvallazione, ma appena imboccato l’argine dell’Aniene il traffico cessa e inizia il nostro viaggio accompagnati solo da rumori distanti, spesso agricoli. Si passa rasente a decine di orti ed orticelli, stretti fra la ferrovia che qui passa imponente, a binario multiplo e spesso su due piani, diretta verso nord, ed il pigro affluente del [[Tevere]], che, persa ormai ogni baldanzosità montana scorre placido verso valle. La pendenza è sempre modesta, salvo in qualche tratto di attraversamento di sottopassaggi della ferrovia, la pavimentazione ottima anche se spesso sostituita da una massicciata di cemento un po’ grossolana. In pochi minuti si perde la cognizione del tempo e si scivola affacciati su Montesacro e quartieri limitrofi. Quando si arriva alla fine, al Ponte Tazio, se si vuole chiudere in bellezza consiglio un salto al [[ponte Nomentano]], vero gioellino medievale, dove riposarsi e rifocillarsi per poi tornare indietro. Sarebbe bello che il percorso continuasse, magari oltre il ponte, spingendosi alle spalle della campagna fra la Nomentana e la Tiburtina. Un domani sarebbe bello poter dare l’occasione di una scampagnata più completa, magari chiudendo l’anello attraverso Pietralata per ricongiungersi con Viale Palmiro Togliatti. Un domani… speriamo.