Che la crisi debba mordere più ferocemente nel 2009 lo sanno anche i bambini. Che il turismo debba necessariamente risentirne è ormai un dato accettato con rassegnazione dalla stragrande maggioranza degli operatori del settore. C’è, però, chi non la pensa così. Cogliamo l’occasione per porre alcune domande a Valerio Amendolagine, responsabile dei corsi di ARvis.it srl, azienda romana la cui mission principale è la comunicazione web. In particolare gode di una posizione privilegiata sull’argomento perché curatrice di diversi portali e siti web turistici fin dal 2006, anno in cui i flussi di visitatori sembravano non dover temere crisi di sorta. Se non bastasse ARvis.it vanta trai suoi partner diverse case editrici turistiche e scuole di turismo, con cui collabora quotidianamente nell’obiettivo di massimizzare la presenza dell’offerta turistica sul web.
Valerio, sei d’accordo con coloro che imputano il calo del turismo romano esclusivamente alla congiuntura economica?
E’ chiaro che la crisi si sente, soprattutto a livello psicologico: non si può negare. Però non userei questo “mostro” mangia business come alibi per il calo del nostro incoming. Il mondo del turismo è molto competitivo e vive anticipando i tempi: in Italia siamo rimasti indietro anni luce rispetto al resto del mondo e visto che, ormai, la prima impressione è quella data dal web, il fatto di avere un’immagine Internet poco incisiva, ci fa perdere punti ogni giorno.
In che senso puoi dire che siamo poco incisivi?
Un assioma del web marketing è che il tuo sito è ad un click di distanza dalla concorrenza. Questo può essere un bene o un male, dipende da come viene sfruttato. Da quello che si vede in giro spesso viene sfruttato male.
Puoi farci degli esempi?
Senza far nomi quello che si percepisce è uno spirito di squadra, un chiaro indirizzo web, che accomuni i siti dei maggiori player, i più belli ed aggiornati, con quelli dei piccoli operatori, i più importanti per chiudere il cliente. E’ chiaro che i grandi portali turistici hanno le competenze e le possibilità finanziarie per avviare campagne web e per fidelizzare gli utenti, ma il loro limite è proprio nelle loro dimensioni: spesso sono troppo impersonali o c’è troppo rumore. Quanti di noi, trovando un’agenzia turistica troppo affollata non opterebbero per ripassare in un altro momento? Il web è bello perché ti permette di iniziare il viaggio settimane prima della partenza, dipanando davanti ai tuoi occhi un dedalo di offerte e di angoletti tutti da scoprire… a patto che i siti dei piccoli operatori siano ben strutturati. Purtroppo spesso manca una formazione di base ed il web è stato vissuto come un accessorio strano, una sorta di iscrizione a pagine gialle gratuite, ma non è così. Purtroppo per trasformare il semplice proprietario di un bed and breakfast in un web promoter manca la formazione di base.
Pensi forse a delle scuole per il turismo in cui formare i nostri operatori?
Non per tirare l’acqua la mio mulino, ma anche un semplice corso di 30 ore, ben fatto, come quello che partirà a marzo da noi, può fare un’enorme differenza. Nella mia attività di consulente vedo spesso dei siti che sono fermi al Web 1.0 nella migliore delle ipotesi, in alcuni casi possono essere considerati ancora più arcaici: una sorta di brochure isolata relativa alla struttura, nessuna interazione, una scarna email di contatto che, sinceramente, pone seri dubbi sul fatto che qualcuno la legga.
Ma perché avere un sito, con le spese e le preoccupazioni connesse se ci si può affidare ad un portale o ad un’agenzia?
Alcuni dei miei clienti mi dicono che preferiscono affidarsi alle agenzie ed ai grandi portali per non aver pensieri e spese supplementari, poi però mi chiamano per una consulenza per capire perché il concorrente fattura il doppio o il triplo di loro. Il concetto base è questo: il sito web è un biglietto da visita essenziale e, come tale, deve essere curato nei minimi particolari, anche se ci si rivolge ad un’agenzia o ad un portale. E’ essenziale come l’insegna fuori della porta: rassicura l’utente sulla bontà della sua spesa. Ormai Google è la più grande agenzia di viaggi e nove volte su dieci, prima di partire si fa una ricerca sul motore per eccellenza per scoprire se ci attendono buone o brutte sorprese. Il Web 2.0 non ha fatto che amplificare questa tendenza ed il fatto che ormai la maggior parte delle donne abbia un’ottima dimestichezza con Internet chiude completamente il cerchio.
Perché le donne chiuderebbero il cerchio?
Perché diversi studi hanno dimostrato che la donna è nella maggior parte dei casi il decisore da convincere nel caso di un viaggio o di una spesa importante. Noi uomini, ahimè, siamo relegati, più o meno consapevolmente, al ruolo di gregari.
Torniamo al web marketing come strumento per contrastare la crisi…
Sì, appunto l’utilizzo opportuno del web può rovesciare il trend negativo di questi giorni e portarlo in territorio positivo. Basterebbe seguire delle semplici regole e, con il loro aiuto, mettere a frutto tutta la naturale comunicativa ed ospitalità mediterranea.
Quali sono queste regole?
Beh, le regole sono semplici ma non banali, altrimenti non servirebbe un corso per imparare a seguirle. Preferirei piuttosto parlare dei principi alla base di queste regole, che sono principalmente la trasparenza dell’offerta, la visibilità sui motori di ricerca, la connessione con il resto della rete, l’attenzione e fidelizzazione del cliente e, last but not least, l’attenzione alla reputazione on line.
Ma queste regole non sono forse l’ABC di ogni albergatore?
Non credere! Ho visto alberghi da 3 stelle al centro di Roma ignorare quanto si diceva di loro nei forum, sottovalutando che Internet non dimentica. Ho visto gestori di B&B preoccuparsi perché un cliente li aveva segnalati ad un portale di recensioni insospettendosi della spontaneità del gesto, ignorando il fenomeno dirompente del Web 2.0. Ho avuto modo di confrontarmi con imprenditori che snobbano Google perché pensano che il loro business non abbia nulla a che fare con la Rete. Insomma la situazione sta migliorando un po’, ma in generale quello che manca è proprio il piccolo imprenditore, con la sua vitalità e la sua inventiva, che potrebbe renderci vincenti anche in Internet, se solo ci fosse un’adeguata formazione di base.
Insomma consiglia i suoi corsi a tutti?
Non farmi sembrare un venditore ambulante di corsi, non è questo che intendo. Vorrei solo sottolineare che un sito web correttamente gestito ed amministrato può essere un’arma formidabile nella quotidiana guerra con la concorrenza, ma richiede risorse. Esigue se rapportate al rendimento, ma pur sempre di un certo livello. Il consiglio è quello di seguire un corso di web marketing, non necessariamente i miei, per carità e di affidarsi a professionisti per l’ideazione e la gestione del sito stesso. Pensate al vostro sito come alla vostra insegna: quanti se la fabbricherebbero da soli?
Informazioni pratiche:
Info corsi per il corso di web marketing: www.arvis.it/webmarketing
Info sul web marketing: www.arvis.it