Michelangelo, Paolo Veneziano, Caravaggio, Gian Lorenzo Bernini, Tiziano, Francesco Francia sono solo alcuni degli autori più illustri e rappresentativi della storia dell’arte internazionale. Le loro opere sono custodite, tutelate e offerte alla pubblica fruizione all’interno di musei, pinacoteche e chiese.
A Roma, nella chiesa di Santa Maria del Popolo, sono conservate, per esempio, due bellissime tele del Caravaggio, raffiguranti “la crocefissione di San Pietro” e “la Conversione di San Paolo”; mentre, nella cripta della chiesa di Santa Francesca Romana è conservata la tomba dedicata alla Santa, opera del Bernini.
Edifici sacri, universalmente conosciuti per l’alto rilievo storico-artistico e per la presenza di opere di autori che hanno scritto la storia dell’arte italiana e internazionale a testimonianza di un passato di grandissimo pregio. E oltre 780 di questi Edifici Sacri con le opere in essi custodite, presenti sul territorio nazionale, fanno parte del patrimonio del F.E.C., Fondo Edifici di Culto, istituito con la legge n. 222 del 20 maggio 1985, attuativa dell’Accordo del 1984 tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede.
Le chiese sono state confiscate dal Regno d’Italia all’allora Stato della Chiesa verso la fine del 1800, in seguito alla requisizione Statale dei beni mobili e immobili di proprietà degli ordini religiosi e di altri enti ecclesiastici che il neonato Governo Nazionale Italiano decise di sciogliere. Il Fondo è amministrato dal Ministero dell’Interno attraverso la Direzione centrale per l’amministrazione del Fondo Edifici Culto, Dipartimento per le Libertà Civile e l’Immigrazione, affiancata da un apposito Consiglio di Amministrazione. A livello provinciale è amministrato dai prefetti.
Le finalità del Fondo sono legate alla conservazione, manutenzione, tutela e restauro sia delle strutture architettoniche, sia delle opere d’arte contenute negli stessi edifici di culto, curando anche la sicurezza del bene con l’installazione d’impianti antifurto.
Delle chiese presenti nella capitale ben 70 fanno parte del patrimonio del Fondo. Si va edifici quali S.Andea della Valle e i SS. XII Apostoli, a S. Croce in Gerusalemme e S. Ignazio di Loyola in Campo Marzio, a S. Lorenzo in Lucina e S. Sabina all’Aventino. Senza, comunque, voler tralasciare S. Maria in Aracoeli, S. Maria Sopra Minerva o la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo al Celio. Elencarle diventa quasi un’impresa ardua. Sono tutte, comunque, chiese molto belle e particolarmente note ai romani e ai turisti per le loro origini, per l’ architettura e per il patrimonio artistico in esse conservato. Il sito web del Fondo Edifici di Culto offre un elenco dettagliato del suo patrimonio “sacro”: www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/sezioni/ministero/patrimonio_fec.
Oltre alle chiese, nel patrimonio del F.E.C. sono confluiti anche importanti aree museali, la cui gestione è assicurata nell’interesse della cultura e Roma gli “ha consegnato” le “Case Romane” con l’annesso antiquarium che si trovano sotto la Basilica dei SS. Giovanni e Paolo al Celio. Si tratta di una domus romana unica per la sua ricchezza e conservazione. Il sito archeologico è interessante per la rarità di esempi di edifici di epoca romana ben conservati e architettonicamente molto complessi. Il sito fu riaperto al pubblico nel gennaio del 2002 dopo un lungo intervento di restauro curato dalla Soprintendenza Archeologica di Roma e finanziato, proprio, dal F.E.C.. Le mura di queste edificazioni furono poi utilizzate come fondamenta della soprastante Basilica, eretta sul luogo in cui secondo la tradizione abitarono e furono sepolti, dopo avervi subito il martirio, i Santi Giovanni e Paolo.
Dopo le Chiese e i Siti Archeologici fanno parte del patrimonio del F.E.C. anche fondi rustici, cascine, boschi e selve come, per esempio, il compendio forestale di Tarvisio. Si unisce a questo immenso patrimonio la biblioteca ubicata nel Palazzo Viminale presso la Direzione Centrale che amministra il Fondo medesimo, nel più vasto ambito del Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione. Tra i volumi posseduti dalla biblioteca e riguardanti il diritto ecclesiastico, materie religiose ed i beni artistici appartenenti al Fondo, circa trecento costituiscono la parte antica, recuperata in tempi recenti. Tale fondo bibliotecario, che annovera edizioni pubblicate a partire dal 1552, è stato originato dal trasferimento allo Stato, tra l’altro, dei beni librari appartenuti agli enti religiosi soppressi dopo l’Unità d’Italia, trasferimento che, peraltro, ha dato vita ad alcune delle maggiori biblioteche statali italiane o a fondi importanti di esse.
Annualmente il Fondo Edifici di Culto finanzia interventi di restauro e conservazione dei beni facenti parte del suo patrimonio e contestualmente svolge attività finalizzate a far conoscere e a valorizzare i “propri” beni attraverso eventi culturali di notevole rilevanza artistica quali, in particolare, mostre e pubblicazioni. Quest’anno, per esempio, in occasione della XIV Edizione del Festival di Pasqua sono state “utilizzate” per la manifestazione alcune storiche chiese del centro di Roma e del F.E.C., quale la Basilica dei XII Apostoli, la Basilica di San Lorenzo in Lucina e la meravigliosa Chiesa di S. Andrea della Valle, dove Giacomo Puccini ambientò il primo atto di Tosca, e che per l’occasione mostrò la “nuova” facciata completamente restaurata grazie all’intervento del Fondo.