Zona Esquilino. Fermata della metro: Vittorio Emanuele. Mosaici coloratissimi agghindano le pareti dell’atrio della metropolitana. Alcuni gradini ed ecco Piazza Vittorio. Una piazza completamente porticata secondo la moda piemontese e unica nel suo genere a Roma. Ma il luogo è reso ancora più unico dalla frastagliata e variopinta etnicità che si incontra sotto quei portici e nelle vie circostanti. E’ sicuramente il più originale, il più colorato, il più vivace e il più cosmopolita tra i rioni di Roma. C’è il celebre mercato dell’Esquilino, la moltitudine di negozi e negozietti con prodotti Made in China, alimentari con prodotti tipici e ristoranti dove poter assaggiare i più disparati tipi di cucina, dalla cinese all’indiana, dalla giapponese alla vietnamita.
E’ il luogo dove è facile ascoltare per strada l’uso di idiomi lontani anni luce da quelli occidentali. Non l’inglese, il francese, lo spagnolo o il tedesco a cui gli italiani e i romani hanno oramai fatto l’abitudine. E’ facile, per esempio, sentire suoni come questi: “Ni men hao!” “Ni hao!” Chissà quante volte per strada, e non solo all’Esquilino, incrociando due persone di nazionalità cinese, si sono sentite queste “parole”. E chissà cosa si è immaginato che si stessero dicendo. Forse, osservando la scena, si sarebbe potuto capire che i due si stavano semplicemente salutando. E sì, la lingua cinese è veramente un altro mondo: “incasellato” in un sistema linguistico che ha una musicalità e una “originalità” che ripercorre secoli di storia. E il tutto diventa più semplice e più interessante se ci si addentra tra le “pagine e il quotidiano” di uno degli istituto che ha sede proprio a un centinaio di metri da Piazza Vittorio e che sull’insegnamento della lingua cinese la “sa davvero lunga”. In Via Principe Amedeo, al civico 182/b, si trova, infatti, l’Istituto Confucio. L’incontro con Monica Scarabottini, Responsabile della didattica all’Istituto, ha mostrato che la possibilità di avvicinarsi linguisticamente e culturalmente alla Cina e alla sua storia è per tutti, veramente, “a portata di mano”.
Dottoressa Sarabottini, da quanti anni l’Istituto Confucio è presente a Roma?
L’Istituto Confucio di Roma, primo in Italia e secondo in Europa, è stato istituito il 29 settembre del 2006. I corsi di lingua vedono mediamente attivate 21 classi a semestre, per un totale di oltre 2.100 studenti nei primi quattro anni e mezzo di attività.
A chi sono rivolti i corsi dell’Istituto?
I corsi dell’Istituto Confucio sono rivolti a chiunque sia interessato all’apprendimento e al perfezionamento della lingua cinese. L’offerta formativa comprende corsi di livello elementare, intermedio, avanzato, perfezionamento del cinese, corso avanzato di conversazione, cinese commerciale, cinese per bambini, preparazione all’esame nazionale di competenza linguistica HSK (Hanyu Shuipin Kaoshi).
Come sono strutturati i corsi?
I corsi sono suddivisi in moduli della durata di 50 ore ciascuno, secondo due cicli annuali con inizio, ogni anno a ottobre e a marzo. I cicli standard di ottobre e marzo prevedono la frequenza di 4 ore settimanali; nel mese di giugno è previsto, inoltre, l’avvio di un ciclo estivo intensivo con frequenza di 12 ore settimanali.
Lo studente, durante il periodo che segue i corsi, ha possibilità, al di fuori dell’aula, di fare pratica?
Gli studenti iscritti ai nostri corsi oltre alle lezioni in aula possono avvalersi gratuitamente di un servizio di tutoraggio online. Accedendo tramite user name e password all’aula virtuale del nostro sito web, possono consultare e scaricare materiale didattico audio/video, inviare e-mail personalizzate al tutor in merito ai contenuti dei corsi, scaricare foto di eventi ed attività organizzate dall’Istituto.
Grazie al sostegno dell’Ufficio Nazionale per l’Insegnamento del Cinese – Hanban, inoltre, l’Istituto Confucio offre annualmente agli studenti distintisi per merito borse di studio di diversa tipologia e durata presso le principali università cinesi.
L’Istituto Confucio organizza altri eventi-manifestazioni a cui gli studenti possono partecipare?
Con l’obiettivo di contribuire a diffondere la conoscenza della cultura cinese e promuovere lo scambio tra i due paesi, l’Istituto Confucio organizza periodicamente e gratuitamente conferenze divulgative, convegni, manifestazioni ed eventi culturali. Per citare qualche esempio, in occasione dell’ultimo Capodanno Cinese in collaborazione con l’Università di Lingue Straniere di Pechino – università partner dell’Istituto Confucio di Roma – è stato organizzato presso il teatro Ambra Jovinelli di Roma un spettacolo di danze e musiche tradizionali cinesi. Nel mese di febbraio si sono tenute 4 conferenze dedicate a temi rappresentativi quali l’architettura tradizionale cinese, le festività tradizionali, l’origine dei caratteri e le poesie di Li Bai e Du Fu, esponenti principali della poesia di epoca Tang. Al momento si sta svolgendo un corso introduttivo di calligrafia, gratuito per gli studenti dell’Istituto.
Dottoressa, in base alla sua esperienza quali sono le difficoltà a cui va incontro un italiano che decide di studiare la lingua cinese?
Come è risaputo, il cinese non è una lingua alfabetica ma la sua forma scritta è resa attraverso l’uso dei caratteri, di origine pittografica e corrispondenti ognuno ad una parola di senso compiuto. Pertanto, oltre alla difficoltà forse più evidente rappresentata dalla memorizzazione dei caratteri, uno degli aspetti più difficili nello studio della lingua cinese è sicuramente la fonetica. Il cinese è infatti una lingua tonale con un numero assai limitato di fonemi. Il Putonghua (o cinese “mandarino”, lingua ufficiale della Repubblica Popolare Cinese) ha quattro toni, per cui alla stessa pronuncia con quattro toni diversi corrispondono quattro significati diversi.
Solitamente, quali sono le motivazioni, più ricorrenti, che spingono a studiare la lingua cinese?
I nostri studenti sono per la maggior parte persone adulte, lavoratori e professionisti che vedono nello studio del cinese una possibilità maggiore di crescita e sviluppo in ambito lavorativo. Molti altri sono appassionati di filosofie orientali, arti marziali, medicina tradizionale ecc. e studiano il cinese come strumento per avvicinarsi ulteriormente a questa millenaria cultura. Negli ultimi anni, infine, si è diffuso molto lo studio della lingua cinese nella scuola, dove l’Istituto Confucio promuove e finanzia corsi curricolari ed extra-curricolari con l’obiettivo di fornire ai giovani una conoscenza di base della lingua e rispondere al loro crescente interesse verso culture e popoli diversi.
E a questo punto, è proprio il caso di dire “Xièxie!” (Grazie!) e “Zàijiàn” (Arrivederci) Dottoressa Scarabottini!
Altre informazione sull’Istituto Confucio e sulle modalità di accesso ai corsi sono disponibili sul sito internet www.istitutoconfucio.it/nuovo/ , oppure possono essere richieste telefonando al numero 064464135 o inviando una email all’indirizzo: info@istitutoconfucio.it.