Sulla collina del Pincio, dove già gli antichi romani avevano costruito le loro belle ville residenziali, nel quartiere Ludovisi, tra via Veneto e la scalinata di Piazza di Spagna, negli anni 1903 e 1905, su incarico di Emilio Maraini, l’industriale ticinese che introdusse in Italia la coltivazione della barbabietola e la produzione dello zucchero, viene realizzata Villa Maraini.
La bellissima residenza signorile, rappresenta il punto di osservazione più alto e spettacolare della Capitale. Con una vista a 360 gradi sulla città e con un terrazzo che si innalza di 26 metri sopra la villa, superata di soli 3 metri dalla cupola di San Pietro, siamo in presenza di una opera monumentale di notevole interesse: colonne, rilievi, sporgenze, ricchi ornamenti e materiali ricercati ne sottolineano la bellezza.
Ma Villa Maraini cosa rappresenta per la città di Roma? Oggi, Villa Maraini è sede dell’Istituto Svizzero di cultura in Italia, insieme alla sue sedi congiunte di Milano e Venezia.
Il compito dell’Istituto è quello di far conoscere la cultura e la scienza svizzera in Italia, favorire gli scambi culturali tra i due paesi per mezzo dell’organizzazione di esposizioni, conferenze, spettacoli e altri eventi culturali, nonché meta di artisti e studiosi svizzeri. Inoltre, l’ente partecipa attivamente alla rete dei numerosi istituti e accademie internazionali presenti nella Capitale.
La residenza Maraini diventa sede dell’Istituto nel 1947, quando la contessa di origine luganese Carolina Maraini Sommaruga, moglie di Emilio Maraini, la dona alla Confederazione Svizzera. E dalla sua fondazione fino ad oggi, l’Istituto di cultura Svizzero a Roma, ha continuato a perseguire lo scopo stabilito con l’articolo 2 dello statuto: “offrire ai giovani svizzeri la possibilità di approfondire le loro conoscenze o la loro arte, d’intraprendere ricerche o lavori originali, in un centro di cultura classica…[…]…incoraggiare l’attività scientifica o artistica della Svizzera, offrendo a studiosi e artisti condizioni favorevoli di soggiorno in Italia…[…]…contribuire allo sviluppo delle relazioni scientifiche e culturali tra la Svizzera e l’Italia”.
Ma come possono “convivere”, nella loro attività, persone provenienti da ambiti artistici e accademici diversi?
Intanto, attraverso una forma di programmazione incentrata sulla collaborazione tra i vari settori artistici e scientifici e incentrando tutti gli sforzi degli “attori” dell’Istituto su una particolare attenzione dedicata a dispositivi orientati su forme di sperimentazione transdisciplinare.
Inoltre, nella Villa si trovano la Biblioteca, le stanze per gli ospiti e per i membri residenti, due saloni per gli eventi, gli uffici dedicati alla Direzione, al settore Scienze e all’Amministrazione.
La Biblioteca è nata in concomitanza alla nascita dell’Istituto. La sua apertura è avvenuta con libri ricevuti in dono dalle case editrici svizzere e dallo scambio dei doppioni con le altre biblioteche. Nel tempo, il patrimonio librario si è arricchito attraverso le donazioni dei privati, il sostegno della Pro Helvetia. Oggi, il suo patrimonio è caratterizzato da testi antichi e moderni nonché libri sull’Italia. Al suo interno si trovano i testi della biblioteca completa del Professore François Lasserre e il lascito del Dottore Hanno Helbling. La Biblioteca dell’Istituto svolge il duplice ruolo di supporto documentario delle attività di ricerca e di centro di raccolta, studi e promozione dell’operato culturale.
Altre informazioni sull’Istituto Svizzero di cultura sono disponibili sul sito www.istitutosvizzero.it oppure telefonando al numero +39 06 420 421 o inviando una email a roma@istitutosvizzero.it