Attraversando Ponte Cavour da Lungotevere Augusta in direzione opposta, in Via Vittoria Colonna al civico 1, ci si ritrova di fronte a Palazzo Blumenstihl. Costruito negli anni ‘80 dell’Ottocento svetta alto e bianco lungo l’asse viario di collegamento del quartiere Prati con la zona di Ripetta.
Il Palazzo è sede dell’Istituto Polacco che nasce a Roma nel 1992.
L’Istituto si occupa della diffusione della cultura e della storia polacca, promuove il dialogo tra la Polonia e l’Italia per ciò che afferisce alla cultura, all’educazione, alla ricerca e alla vita sociale. Ma soprattutto è ente del Ministero degli Affari Esteri.
A parte l’editoria, quale collaborazione con altre case editrici italiane, che rappresenta il campo più importante su cui opera l’Istituto, poiché offre risalto ai giovani autori polacchi posizionandoli nel panorama letterario italiano, è impegnato anche nella organizzazione di mostre, film, conferenze, spettacoli e concerti. Eventi che non solo trovano spazio all’interno dell’Istituto ma anche al di fuori di esso, in vari luoghi della città. Gli eventi e le mostre interne all’Istituto vengono allestite in quella che è la galleria; mentre, per i concerti e le rappresentazioni teatrali l’Istituto dispone di una sala attrezzata con 120 posti.
L’Istituto Polacco di Roma fa parte anche dell’ EUNIC (European Union National Institutes for Culture – Istituti di Cultura Nazionali dell’Unione Europea).
Ai cittadini italiani, laureandi o laureati, in qualsiasi disciplina e in particolare in lingua e letteratura polacca e slavistica, il Governo Polacco offre borse di studio estive e annuali. Molte sono anche le università italiane dove si può studiare la lingua polacca. A Roma, i due poli universitari, La Sapienza e Tor Vergata nell’ambito dei corsi di laurea in Scienze Umanistiche e Lettere e Filosofia offrono corsi di lingua, cultura e letteratura polacca.
Inoltre, per ciò riguarda il campo dell’istruzione, l’Istituto Polacco organizza anche corsi (con formula collettiva, semi privata e singola) in lingua polacca che si svolgono nella sede di Interlingue Language College di Via Lucrezio Caro, 67.
L’Istituto Polacco con i suoi circa 13.500 volumi è anche biblioteca. Alcuni fondi privati, quale per esempio quello del diplomatico e giornalista Maciej Loret, del poeta Jerzy Hordynski, e del pittore Jerzy Natanson sono andati ad arricchire gli scaffali della biblioteca. Sugli stessi scaffali arrivano con una certa frequenza anche volumi che arricchiscono la collezione di letteratura polacca di tutte le epoche, la collezione per i ragazzi, ma arrivano anche testi sulla critica letteraria, la storia , la filosofia, la religione, la musica, l’arte, l’architettura e il cinema. Inoltre, ci sono raccolte di traduzioni italiane delle opere di letteratura polacca.
Per oggi, 27 settembre alle ore 19:30, l’Istituto Polacco di intesa con il Festival della Letteratura da Viaggio, ha organizzato al Palazzo delle Esposizioni, in Via Nazionale al civico 194, la prima edizione del premio Ryszard Kapuscinski. L’evento vedrà la partecipazione straordinaria di Alicja Kapuscinska.
Il 4 ottobre, l’Istituto Polacco sarà presente anche al RomaFictionFest per la proiezione di “Globoka woda” e “The deep end” di Magdalena Lazarkiewiccz; mentre, a seguire, il 5 ottobre, nella sede dell’Istituto verrà inaugurata la mostra “Padri della Chiesa e Maestri del Sospetto” di Robert Maciejuk e Jacek Malinowski.
A questo punto, dopo aver parlato e presentato “in lungo e in largo” le potenzialità di quello che è l’Istituto Polacco nella sua sede romana, non può mancare il riferimento al lavoro di uno di quegli scrittori polacchi le cui opere sono tradotte anche in italiano. Pertanto, a seguire dal blog di Paolo Statuti (http://musashop.wordpress.com/) si legge:
“Nel terzo cassetto a destra della vecchia scrivania di Anselmo si era sistemato un tarlo.
– Vale la pena lavorare tanto, tarlo? – gli chiese Anselmo un giorno in cui, aprendo il cassetto, notò una nuova porzione di polvere posata sulle carte.
– Tu credi – replicò il tarlo – che del tuo lavoro resterà qualcosa di più di un pugnetto di polvere grigia sul fondo del vecchio e marcio cassetto che chiamate Terra?
E Anselmo di rimando: – Scusami, tarlo, ma c’è una certa differenza tra il tuo insensato scavare il legno e la mia creazione.
– Creazione? Tu chiami creazione il tuo scavare inutilmente la realtà?
– Sei uno sfrontato – rispose Anselmo – farò venire un falegname che ti concerà per le feste…
– Puh! – disse con disprezzo il tarlo. – Un giorno anche per te verrà un falegname, povero presuntuoso.
Anselmo chiuse sbattendo con rabbia il cassetto e pensò: Questo tarlo deve aver letto il libro di Qoèlet…”