C’era una volta, circa tre secoli e mezzo fa, un signore di nome Jean-Baptiste Colbert che insieme ad altri due, Charles Le Brun e Gian Lorenzo Bernini, espressero un desiderio: creare una Accademia sia per i vincitori del “Prix de Rome“, e sia per i borsisti protetti da qualche grande signore. Era il 1666, e forse questi tre signori erano già sicuri che il loro sogno sarebbe vissuto ed si sarebbe evoluto nel corso del tempo. Nasce così l’Accademia di Francia a Roma dove gli artisti, attraverso un percorso di studi e una disciplina molto rigorosa, avevano la possibilità di accrescere la loro formazione grazie al contatto con Roma e l’Italia. I giovani, pittori, scultori e architetti, giunti nella Capitale, dovevano dedicarsi alla copia di opere antiche o rinascimentali.
L’Accademia di Francia, prima di trovare la sua sede definitiva a Villa Medici, vicino a Trinità dei Monti, ebbe diverse sedi romane. Fu nel 1803 che Napoleone Bonaparte la trasferì sulla collina del Pincio, nell’elegante Villa che fu del Cardinale Ferdinando de’ Medici e di cui oggi ne conserva il nome.
Il “Prix de Rome”, invece, è una borsa di studio istituita dallo stato francese per gli studenti più distinti nel campo delle arti. I vincitori hanno la possibilità di studiare all’Accademia di Francia a Roma. Oltre alla Francia ci sono altri paesi, come il Belgio, il Canada e l’Olanda che offrono i loro “Prix de Rome”; per gli Stati Uniti, il premio annuale, “Rome Prize”, viene assegnato direttamente dall’Accademia Americana a Roma.
Con il suo ultimo cambio di sede, l’Accademia di Francia, modificò anche lo statuto e l’organizzazione del concorso d’ingresso. E il “Prix de Rome”, venne demandato all’Académie des Beaux Arts e a pittori, scultori e architetti si aggiunsero i musicisti, per i quali venne istituito il “premio di composizione”, e gli incisori.
Nel corso del tempo, nomi illustri diressero l’Accademia, come, per esempio, Jean-Auguste-Dominique Ingres (1835-1841), pittore di origine francese la cui arte sarà “guida” per il giovane Edouard Manet. Ma nomi illustri furono anche quelli degli studenti borsisti che l’Accademia di Francia ospitò: Victor Baltard (architetto di Les Halles a Parigi), Charles Garnier (fece costruire il teatro dell’Opera a Parigi); Berlioz, Bizet, Gounod, Debussy (compositori); Carpeaux e David d’Angers (scultori).
Con il XX secolo anche le donne fecero il loro ingresso all’Accademia di Francia. Lili Boulanger, vinse il “Grand Prix de Rome” in composizione musicale nel 1913, e Odette Pauvert, ottenne il “Grand Prix de Rome” in pittura nel 1925.
Nel 1961 inizia il sodalizio tra André Malraux e il pittore Balthus, direttore dell’Accademia. Grandi cose, dal punto di vista strutturale e culturale, furono fatte in quegli anni. L’edificio ed alcune sale espositive furono restaurati e l’organizzazione di una serie di manifestazioni segnarono l’avvio dell’apertura della Villa ai romani. Nello stesso periodo, mentre il soggiorno per i borsisti passava da quattro a due anni, si aggiungevano alle loro file scrittori, fotografi, scenografi, restauratori di opere d’arte e storici dell’arte.
Il patrimonio dell’Accademia, tanto ricco e vario dal punto di vista della tipologia artistica, è “custode” di uno strumento di lavoro pari a quello che le Accademie di Belle Arti di Francia e d’Italia mettono a disposizione dei loro allievi: una vasta e varia biblioteca. Fu di Joseph-Benoît Suvée, primo direttore del periodo post-rivoluzionario, l’idea di avere per i giovani pensionnaires la biblioteca, quale strumento necessario ed essenziale, di uso quotidiano sempre disponibile e a portata di mano. Il primo nucleo di libri, ancora oggi presente per i due terzi nelle sale della biblioteca, è patrimonio delle confische rivoluzionarie al convento dei Cordeliers di Parigi, a cui si aggiunsero acquisti del Ministero degli Interni e donazioni e lasciti. Con l’arrivo del direttore Balthus, si passò anche all’acquisto di libri, al nomina di un bibliotecario e all’acquisto di nuove strutture metalliche per la Galleria del Cardinale Ferdinando de’ Medici quale ultima collocazione del patrimonio letterario dell’Accademia. Opere in lingua francese, ordinate secondo il metodo Dewey e collocate su scaffali aperti. Un totale di tremila volumi che rispecchiano le varie discipline: arti plastiche, architettura, storia dell’arte, fotografia, cinema, design, scenografia, musica e letteratura. E’ questo il patrimonio e lo strumento di lavoro disponibile per i giovani artisti dell’Accademia di Francia a Roma.
Scambi culturali e artistici quali mostre, concerti, convegni e seminari sono gli eventi a cui l’Accademia di Francia, oggi, partecipa, rimanendo comunque sempre un istituto culturale che accoglie gli artisti.
E’ possibile anche visitare Villa Medici. La sua storia, l’architettura, e le collezioni di opere d’arte sono gli elementi salienti della visita. Una bella passeggiata che si conclude con la visione del panorama della città eterna dal Belvedere. Per le visite alla Villa, le informazioni sono riportate nel sito: www.villamedici.it/it/visits/; mentre, per notizie relative all’Accademia di Francia a Roma, ai concorsi, alle candidature, e alle programmazioni, i contatti sono reperibili dal sito: www.villamedici.it/it/contact/ .