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La Biblioteca Angelica: un patrimonio a disposizione di tutti

biblitecaangelicaSono passati poco più di quattro secoli dalla sua apertura. Si trova incastonata tra l’antico orgoglio della Roma barocca con la sua  Piazza Navona, dove le opere dei maestri Bernini, Borromini, Rainaldi e Cortona immobili scandiscono lo scorrere del tempo e la curiosità dei turisti, e la Basilica di Sant’Agostino in Campo Marzio, nel rione Sant’Eustachio.

Secondo le informazioni storiche è stata la prima biblioteca della capitale ad essere aperta al pubblico e insieme alla Ambrosiana di Milano e alla Bodleian Library di Oxford, una delle prime in Europa. Siamo nel 1604 e il Vescovo agostiniano  Angelo Rocca fonda la Biblioteca Angelica. Il pensiero di Sant’Agostino e l’Ordine agostiniano sono alla base dell’evoluzione della Biblioteca nel corso tempo.

Da appassionato collezionista di edizioni pregiate e da responsabile della Tipografia Vaticana durante il pontificato di Sisto V,  il Vescovo Angelo Rocca, non solo scelse la sede della Biblioteca, in Piazza di S. Agostino, 8 (o Via di S. Agostino, 11) ma la rese custode della propria ricca raccolta libraria e delle proprie rendite nonché di un regolamento in cui si stabiliva che la stessa fosse aperta a tutti senza limiti di censo. La novità “dell’operazione” e l’apertura al pubblico senza termini di sorta raccolse intorno alla biblioteca un crescendo di interesse sia da parte del pubblico che degli studiosi del tempo. Non mancarono, a distanza di pochi anni, altri importanti lasciti.

bibliotecaNel 1661, lo studioso di fama internazionale, Lucas Holste, detto Holstenius od Holstenio, (Amburgo 1596-Roma 1661), geografo e filologo,  bibliotecario dei Barberini e custode della Biblioteca Vaticana, lasciò all’ Angelica la sua preziosa collezione di volumi a stampa.  Un secolo più tardi, nel 1762, fu acquistata la ricchissima biblioteca del Cardinale Domenico Passionei, che ne raddoppiò il patrimonio e soprattutto lo arricchì dei testi che il Cardinale aveva ricercato e acquistato nei viaggi svolti come legato pontificio nei paesi dell’Europa protestante.  L’immenso patrimonio librario di cui oramai la biblioteca si era dotata “richiese” una imponente ristrutturazione dell’edificio. Gli Agostiniani affidarono i lavori all’architetto Luigi Vanvitelli, autore anche della riprogettazione (1750) della Chiesa di Santa Maria degli Angeli e dei  Martiri costruita da Michelangelo Buonarotti nelle Terme di Diocleziano.  I lavori alla Biblioteca Angelica terminarono nel 1765.

Nel corso del 1800 la vita della Biblioteca Angelica si lega strettamente alle vicende storiche che interessarono la città di Roma: invasione francese e proclamazione della repubblica mazziniana (1849). Per esempio, negli anni dell’occupazione francese, dal 1799 al 1804, si verificarono sottrazioni al fondo delle stampe che rappresentarono, sin dall’inizio, e per il Vescovo Angelo Rocca,  un’ interessante documentazione dei suoi più svariati interessi.

Nel 1873, infine, la Biblioteca passò nelle mani dello Stato italiano. Il periodo che seguì fu segnato da importanti acquisti: una parte della biblioteca (200 manoscritti e 450 volumi a stampa) dei principi Massimo(1884)  a cui si aggiunse la collezione delle opere edite da Giambattista Bodoni (1919) e dal 1940 si è aggiunto il deposito di circa 4.000 volumi di proprietà dell’Accademia letteraria dell’Arcadia (volumi a stampa, 41 manoscritti, lettere autografe degli Arcadi e componimenti arcadici, relativi soprattutto alla letteratura italiana del ‘700).

Dal 1975 la Biblioteca Angelica dipende dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Nello stesso anno fu acquistata la biblioteca del critico letterario Arnaldo Bocelli, proprietario di testi di letteratura italiana del Novecento; mentre, nel 2005, l’Angelica ha ricevuto in dono il Fondo Cardone: 500 volumi di letteratura francese e italiana degli ultimi anni dell’Ottocento. Dal 1940 la Biblioteca è anche sede dell’Accademia letteraria dell’Arcadia.

Oggi, la Biblioteca è legata, quindi, alla presenza di  alcuni cospicui fondi acquistati o donati, che ne hanno delineato la fisionomia. In  particolare si traovano: il Fondo Convento Agostiniani, il Fondo Angelo Roccail Fondo Lucas Holstenius, il Fondo Enrico Noris, il Fondo Domenico Passionei, il Fondo Arnaldo Bocelliil Fondo autografi (Zanazzo, Gnoli, Barnabei), il Fondo dell’Accademia Letteraria dell’Arcadia.

immagine1La Biblioteca Angelica possiede circa 200.000 volumi, di cui più di 100.000, editi dal XV al XVIII secolo che costituiscono il cosiddetto  Fondo antico e di cui fanno parte le opere sul pensiero di S.Agostino e sull’attività  dell’Ordine agostiniano, sulla  storia della Riforma e della Controriforma con particolare attenzione all’Italia, nonché i testi delle controversie religiose dell’epoca che rappresentano la parte più appetibile sia dal punto di vista della ricchezza che dell’acquisizione.

Non mancano, inoltre, raccolte su Dante, Petrarca e Boccaccio, testi di letteratura italiana e sul dal XV al XVIII secolo, opere su Roma, edizioni rare, elzeviriane. Discipline, queste, trattate anche nelle circa 600 pubblicazioni periodiche, italiane e straniere, in possesso della Biblioteca. Nel Fondo antico è individuabile un Fondo manoscritto(con circa 24.000 documenti sciolti e 2.700 volumi latini, greci ed orientali, di cui alcuni provenienti dal Convento di S.Agostino, altri provenienti dall’acquisto della biblioteca del Cardinale Passionei ed altri ancora lasciati in custodia all’Angelica nel 1849 dai frati di S.Maria del Popolo) e  1.100 incunaboli (tra cui il De Oratore, il primo libro stampato in Italia a Subiaco nel 1465, il De Civitate Dei, anch’esso sublacense, e un esemplare della prima edizione della Divina Commedia, stampato a Foligno nel 1472). A questo patrimonio si aggiungono le edizioni del secolo XVI  che sono circa 18.000 e  il Trattato della scienza d’armi di C. Agrippa, edito a Roma nel 1553, nonché disegni, stampe e carte geografiche (circa 10.000) e una curiosa collezione di disegni di vedute di città  dell’Italia meridionale della fine del XVI secolo e numerosi atlanti e carte nautiche manoscritte del XVIII secolo di provenienza olandese.

Se il Fondo Antico rappresenta il cuore della storia italiana ed europea, non solo in termini di contenuti, di valore intrinseco, ma anche dal punto di vista della fattezza delle opere, di valore estrinseco, il Fondo Moderno ne completa il patrimonio. Dal 1873, i vari ministeri, prima del Regno, poi repubblicani, continuarono ad accrescerne la ricchezza ed in quasi un secolo e mezzo il patrimonio aumentò di circa altri 100.000 volumi.  La produzione così aggiunta spazia da quella italiana a quella mondiale, in forma di periodici specializzati in italianistica o storia della Chiesa, fino ai moderni ausilii bibliografici su supporti cartacei e elettronici.  Gli autografi in dialetto romanesco di Luigi Zanazzo, gli importanti carteggi di Domenico Gnoli e Felice Barnabei completano la sezione.

Nelle sale della Biblioteca Angelica è rinvenibile anche un Ufficio “Fondi Speciali” che si occupa della  conservazione, catalogazione e valorizzazione del Fondo geografico (materiale manoscritto e a stampa delle raccolte geografiche e cartografiche e itinerari e letteratura di viaggi), del Fondo Periodici antichi (una collezione di 140 gazzette letterarie europee, soprattutto francesi e olandesi in lingua francese, edite nei secoli XVII – XVIII) e del Fondo Manoscritti e Carteggi del XX secolo.

immagine2La presenza del Fondo Antico, del Fondo Moderno, dei Fondi Speciali, delle Stampe, dei Disegni, e l’immenso lavoro, fatto tra gli anni  1994-1995, di revisione dell’IGI in collaborazione con la British Library di Londra, finalizzato all’aggiornamento della base dati ISTC (Incunable Short-Title Catalogue), o i tanti progetti sorti intorno ad essa e per essa, finalizzati alla conservazione dei fondi, alla digitalizzazione dei documenti o alla indicizzazione per autori e titoli sono solo un tassello nella storia e nella vita di quella che è oggi la Biblioteca Angelica. Così come i servizi che la Biblioteca offre e che vanno dalla Lettura in sede e Consultazione di opere generali, dalla Distribuzione e consultazione di manoscritti e di opere rare alle Informazioni bibliografiche e Fotocopie e fotoriproduzioni, dal Prestito locale e interbibliotecario  alla Lettura di microfilm e microfiches, fino alla Consultazione di cd-rom e Internet, sono solo un ulteriore tassello nella vita della biblioteca. Laddove non mancano neppure le Visite guidate su prenotazione e la Concessione di uso e di riprese cinematografiche e televisive.

Ma è soprattutto l’aria che si respira attraversando le sue sale, è l’assenza di rumori tra gli scaffali ricolmi di , è il segno lasciato dal tempo e da coloro che hanno sfogliato per primi le pagine e hanno tenuto tra le loro mani quei testi, che  fa la differenza. Basta varcare la soglia e la prospettiva cambia.

E per varcare quella soglia basta avere 16 anni per la consultazione delle opere a stampa e 18 anni per i manoscritti e le opere rare.

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