Pavimentata con vecchi e caratteristici sanpietrini, Via Sant’Ignazio a Roma, non costeggia solo la Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola ma ospita anche una delle 46 biblioteche pubbliche statali gestite dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Stiamo per aprire la porta, attraversare sale dall’odore antico, sfiorare scaffali possenti e sfogliare pagine di libri. Stiamo per entrare nella Biblioteca Casanatense.
Poco più di trecento anni di storia, perché nasce nel 1701 per volere dei Padri Domenicani del Convento di Santa Maria sopra Minerva e del Cardinale Girolamo Casanate, e il gioco è fatto. Oggi, essa è parte dell’Insula Sapientiae, il complesso domenicano che gravita proprio sulla basilica di Santa Maria sopra Minerva, la cui unità è stata ripristinata, e per la prima volta dal 1870, in occasione della “Giornata europea del patrimonio” del 2007, è stata aperta al pubblico nella sua interezza.
Una storia lunga, quella della Biblioteca Casanatense, che inizia con la costruzione di un edificio, ad opera dall’architetto Antonio Maria Borioni, appositamente, nell’area del Chiostro della Minerva, per ospitare la Biblioteca, e continua con le opere che hanno trovato in essa collocazione. Il primo nucleo di scritti, oltre 25.000 volumi, collocate sugli scaffali furono quelli della collezione dello stesso Cardinale Casanate. E mentre la Biblioteca era collegata ai principali centri del commercio librario europeo, i padri domenicani indirizzarono gli acquisti oltre che verso le discipline religiose e teologiche anche verso il diritto romano, l’economia e la città di Roma.
Al di là della tipologia delle opere e del metodo di acquisizione delle stesse, la Biblioteca si distinse, nel corso dei secoli, anche per l’esperta attività di biblioteconomia e di catalografia che trovarono la loro massima espressione in Giovanni Battista Audiffredi (1714-1794). E quando nel 1872 il direttore della Biblioteca fu affiancato da un funzionario governativo (per la legge sulle corporazioni religiose) l’amministrazione della Biblioteca si unificò a quella della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele II, alla quale si legò anche strutturalmente con un cavalcavia costruito tra i due edifici.
Il personale “domenicano”, invece, fu sostituito da personale statale a seguito della lite giudiziaria che nel 1884 si concluse a favore del Ministero dell’Istruzione Pubblica.
E ancora, sarebbe possibile riempire pagine e pagine bianche con la sola storia di tutti i volumi, e non solo, conservati nella Biblioteca. Un patrimonio librario di 400.000 volumi, suddivisibili in manoscritti, incunaboli, stampati e di cui circa solo 60.000 sono contenuti nell’antico Salone monumentale. All’interno di questo retaggio culturale sono individuabili anche 120.000 volumi a stampa, datati 1500- 1830. Le edizioni dal 1830 ai giorni nostri costituiscono il versante “moderno” del patrimonio della Biblioteca, in continuo aggiornamento sulla linea dei percorsi tematici segnati dai Padri Domenicani che la fondarono.
Numerosi anche i periodici posseduti, fra i quali spiccano i giornali eruditi e di cronaca risalenti ai secoli XVIII e XIX.; mentre, un fondo di editti e bandi raccoglie atti normativi emanati dall’autorità papale e dagli organi amministrativi e giudiziali dello Stato Pontificio.
La Biblioteca divenne così un istituto di importanza internazionale che primeggiò tra le biblioteche romane acquisendo nelle sue raccolte l’universalità dei contenuti.
Nel momento in cui passò allo Stato, le varie direzioni che si susseguirono hanno sempre cercato di mantenere la Casanatense al suo antico splendore attraverso una politica di acquisizione che ha cercato e cerca nel mercato antiquario edizioni rare o di pregio.
Ma al di là del patrimonio librario, la Biblioteca Casatanense, è dotata anche di una serie di elementi di notevole prestigio e decoro. Il francese Antonin Cloche (Saint-Sever 1628 – Roma 1720), per esempio, acquista da Girolamo Caccia, la Sfera Armillare, che ancora oggi è collocata nel Salone monumentale. Lo stesso Cloche inoltre dispose le necessarie modifiche perché la Sfera fosse «più copiosa e di maggior intelligenza» e nel 1715 è sempre lui ad approvare la spesa per la realizzazione di due Globi (terrestre e celeste).
La Biblioteca è dotata di due sale per la lettura. La I sala è adibita alla consultazione generale e vi sono collocate opere enciclopediche, dizionari biografici, vocabolari suddivisi in: Enciclopedie generali, Filosofia, Religione, Scienze sociali, Storia, Dizionari, Atlanti geografici e cronologici.
Le opere in essa contenute sono consultabili, così come le opere moderne richieste e prelevate dal lettore al bancone, i volumi del XVII e XVIII secolo richiesti dal lettore al bancone e consegnati dal distributore all’addetto alla sorveglianza in sala.
In questa sala sono, inoltre, allestite 4 postazioni multimediali attraverso le quali è possibile consultare in locale banche dati su cd-rom e cataloghi in Rete.
La II sala è destinata alla consultazione specialistica. Infatti in essa sono collocate opere (quali, ad esempio, il Corpus Christianorum, gli Acta Sanctorum, Bibliotheca Sanctorum, l’intera raccolta muratoriana, Monumenta Germania Historicae, la Patrologia greca e latina, la Storia dei Papi del Pastor, i Bullaria, repertori degli scrittori dei vari ordini religiosi, nonché una vasta sezione biblica) di supporto allo studio del materiale soggetto a richiesta speciale.
Da anni la Biblioteca Casanatense è impegnata anche nel rendere disponibile ai propri utenti il maggior numero possibile di risorse catalografiche e digitali online: l’Opwc, il database delle miniature, gli editti e i bandi relativi all’Inquisizione digitallizzati, il periodico Cracas. Sono questi i segni tangibili della volontà della Biblioteca di allagare la propria presenza in Rete, per aumentare l’efficacia della propria missione istituzionale.
Un lavoro costante che vede un significativo impiego di risorse umane anche nella gestione delle risorse economiche per raggiungere un più vasto pubblico di studiosi e consentire loro il reperimento di informazioni sul versante catalografico e la fruizione diretta di contenuti sul versante digitale.
L’ accesso alla Biblioteca è “aperto” a chiunque abbia compiuto 16 anni, munito di un documento di riconoscimento valido; mentre, l’apertura al pubblico è di tutti i giorni feriali con il seguente orario:
Dal lunedì al venerdì dalle ore 8.00 alle ore 19.00
Il sabato dalle ore 8.00 alle ore 13.30