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La casa dello studente

studente_962619Studiare arricchisce, ma purtroppo quasi mai nel senso venale del termine. Studiare arricchisce anima e spirito, ma soprattutto, nell’immaginario collettivo e secondo le nostre migliori tradizioni culturali, dovrebbe creare una premessa per un futuro più “stabile” (qualunque sia il significato che vogliate dare al termine). Moltissimi ragazzi, per fortuna, ci credono ancora e, nonostante la crisi economica di livello globale e quella dei posti di lavoro fissi (per certi versi legata anche ad un certo cambiamento del modo di lavorare), cercano di entrare con passione ed ottimismo nel mondo dell’università. Laurea breve o lunga, il pezzo di carta sembra essere ancora un valore, nonostante il suo raggiungimento non garantisca affatto una occupazione.
Trascorrere il periodo degli studi universitari nella capitale è sicuramente un’idea accattivante per tutti quei ragazzi che provengono dalla provincia romana e dalle città italiane in cui la fama degli istituti di studio non è paragonabile a nomi altisonanti come quelli, per esempio, de “La Sapienza” (attualmente la più grande università europea) e “Tor Vergata”. A prescindere dalla maggiore o minore efficacia del corso di studi e dalla competenza del corpo docente, arrivare a Roma alla soglia dei 20 anni significa entrare in una realtà bifronte, fatta da una parte di nuove amicizie, feste, , mondanità, dall’altra lezioni, ritmi asfissianti e, quasi sempre, disagi.

studente_44589Proprio relativamente ai disagi, una delle difficoltà maggiori per gli studenti fuori sede è legata all’individuazione di una locazione con un costo di affitto abbordabile. Nella quasi totalità dei casi, la scelta ricade su una stanza, anzi talvolta addirittura un posto letto. Ed i costi sono da capogiro, anche in condizioni non esattamente comode e, ovviamente, “in nero”. Senza contratto insomma.
Ma nel corso degli anni, al mondo universitario (non solo romano) si è sempre affiancata una presenza, oserei dire popolare, assurta purtroppo recentemente alle cronache a seguito del disastroso terremoto di L’Aquila: le “Case dello studente” e gli studentati.

A tal proposito, l’articolo 34 della nostra Costituzione individua un “diritto allo studio” e stabilisce che “I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.
A Roma, per entrare nelle residenze occorre innanzitutto partecipare ai bandi emessi da Laziodisu, “agenzia regionale per il diritto allo studio” cui appartengono le strutture messe a disposizione degli atenei “La Sapienza”, “Tor Vergata”, “Roma Tre”, Cassino e Viterbo. Mediante autocertificazione, lo studente deve rispondere al bando riportando una serie di informazioni. In particolare, l’assegnazione del “diritto allo studio” avviene in base a criteri di reddito (ISEE – Indicatore della Situazione Economica Equivalente) e merito, conseguendo il necessario numero di crediti. Mentre il criterio del reddito è stabilito in maniera formale mediante il suddetto indicatore, il criterio del merito varia da ateneo ad ateneo e prevede l’utilizzo di un bonus accumulato durante l’anno accademico. Sulla base di questi criteri, vengono stilate due graduatorie differenti, una per le matricole e un’altra per gli iscritti agli anni successivi al primo.
Ulteriore importante parametro per l’aggiudicazione del diritto allo studio è la provenienza, differenziata sulla base dell’attributo “studente in sede”, “studente pendolare” e “studente fuori sede”. Informazioni dettagliate ed ulteriori riferimenti relativi alle modalità di partecipazione al bando di concorso sono pubblicate sul sito http://www.uniguida.it/diritti/index.php?pag=diritti-01.
Una volta stabilito che allo studente spetta un alloggio all’interno di uno degli studentati, la fortuna (chiamiamola così…) è spesso una componente fondamentale per l’assegnazione della struttura, che può essere una residenza nuova (o comunque dotata di forniture funzionanti) o meno (generalmente assegnate ad extrabando, per lo più laureandi, oppure a matricole alla seconda o terza assegnazione), fino ad arrivare a quelle ritenute ai limiti dell’agibilità.
studente_549314A Roma, la residenza studentesca più famosa è quella di via de Lollis n.20, esattamente davanti ad uno degli ingressi alla città universitaria della Sapienza, primo ateneo della capitale come numero di iscritti. Teoricamente, questa residenza risulterebbe privilegiata, in quanto vicinissima al luogo dove si tengono le lezioni e centralissima rispetto ad una serie di must mondani come aperitivi e locali, immancabili prerogative del quartiere di San Lorenzo. Una piccola percentuale del totale degli iscritti è alloggiato qui, una location per tipi “tosti”, che accettano condizioni difficili dal punto di vista delle strutture presenti: bagno condiviso, elevatissima densità di popolazione, mancanza di forniture base come carta igienica e serrature alle porte dei bagni. Ma l’altra faccia della medaglia dice che se entri qui sei fortunato, perché il costo è alla portata. La struttura interna è costituita da un corridoio su cui si affacciano 21 camere. La doppia ha un costo di 60 euro al mese, mentre la singola arriva a 120. Il bagno ha le docce ed è condiviso per tutto il corridoio. La cucina nelle camere non è prevista, si mangia alla mensa universitaria oppure ci si organizza, contro il regolamento, con fornellino elettrico e minifrigo personali. Per la raccolta della spazzatura, sono presenti grossi secchioni nei bagni e vicino agli ascensori. Insomma, in queste condizioni si rischia di perdere la voglia di studiare…
Situazioni simili si ripresentano nelle altre residenze studentesche convenzionate, come quelle situate in via del Mandrione (circa 90 posti), via del Macao (circa 45 posti), viale Ministero Affari Esteri (circa 230 posti) e via Domenico De Dominicis (zona Portonaccio), probabilmente la residenza più affollata con circa 580 posti.
All’arrivo dell’estate, dopo le ultime sessioni di esami, gli studenti impacchettano tutto prima di tornare a casa, in quanto non è assicurato il rinnovo dell’assegnazione.

A prescindere dalla qualità degli alloggi delle case dello studente e dei vari studentati, un altro enorme gap è relativo al numero di posti disponibili, gravemente inferiore ai potenziali aventi diritto. Una statistica a livello paese del MIUR del novembre 2008 riporta un numero di iscritti alle università di poco inferiore ai 2 milioni, a fronte di poco più di 35000 posti garantiti per il diritto allo studio. Come risultato, non sempre chi risulta idoneo riceve la tanto agognata borsa di studio. Infatti, senza entrare nel complicato iter per l’assegnazione dei fondi (che oltretutto prevede tre voci di spesa relativi al diritto allo studio, ovvero quella per le borse di studio, quella per i servizi sportivi e infine quella per le residenze universitarie), il vero problema sta nella scarsità dei fondi stessi rispetto al numero di studenti che ne avrebbe diritto. Ancora una volta lItalia è indietro, risultando tra i paesi europei che investono meno per i servizi destinati agli studenti.
Ormai da tempo sono stati avviati i lavori di ristrutturazione di tutto l’edificio di via de Lollis ed è prevista la costruzione di nuove strutture per ospitare gli studenti fuori sede. Recentemente, sono state inaugurate alcune linee notturne che prevedono il passaggio durante il tragitto nei pressi di alcune case dello studente. In particolare, la linea N17 passa nei pressi della casa dello Studente in zona Portonaccio, mentre la linea N27, diretta verso il policlinico di Tor Vergata, transiterà nelle vicinanze della Casa dello studente della seconda Università.
La speranza di tutti è che le Autorità, prime tra tutte Comuni e Regioni, guardino con sempre maggiore attenzione alle esigenze degli studenti, che vale ribadirlo, rappresentano presente e futuro del nostro paese.

 

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