Nel 1959 il celebre professore di archeologia classica Hans Peter L'Orange fondò l'Istituto di Norvegia in Roma, con lo scopo di creare un polo di ricerca in terra italiana che facilitasse l'avvicinamento tra gli studiosi norvegesi e il patrimonio artistico e culturale di Roma e dell'intero Mediterraneo. Nel 1962 fu possibile trasferire la sede dell'Istituto, inizialmente in Corso Vittorio Emanuele, in una meravigliosa villa con tanto di vista mozzafiato, sul colle del Gianicolo. Della ristrutturazione dell'edificio, originario degli anni '20, si occupò l'architetto Christian Norberg-Schulz, attento ad una riorganizzazione funzionale degli spazi.
Oggi vi sono aule di diverse grandezze, la più piccola concepita per gruppi di studio di circa otto persone e la più grande per classi di trentacinque studenti. Vi sono poi gli uffici dei collaboratori interni e degli stipendiati provenienti dalla facoltà umanistica dell'Università di Oslo. Essi trascorrono periodi più o meno lunghi a Roma, dove hanno la possibilità di approfondire sia teoricamente che "sul campo" i loro studi di storia dell'arte e archeologia classica. L'Istituto mette infatti a disposizione degli studenti norvegesi non solo corsi e seminari, ma anche l'opportunità di partecipare attivamente a scavi archeologici e di collaborare alla redazione della rivista scientificaActa ad archaelogiam et artium historiam pertinentia. Senza contare l'accesso alla biblioteca, fornitissima soprattutto per quanto riguarda l'arte dell'antichità e del primo medioevo. Lo scorso settembre, in occasione delle celebrazioni per il 50° anniversario dalla fondazione dell'Istituto, sono stati invitati diversi ospiti illustri, tra cui Sua Maestà la Regina Sonja e il rettore dell'Università di Oslo, Ole Petter Ottersen. Nel programma dei festeggiamenti, ricco di seminari e visite guidate per la città, si è inserita l'inaugurazione della mostra fotografica di Morten Krogvold.
L'idea della mostra nasce all'interno di un progetto molto più vasto promosso fin dal 2007 dall'Università di Oslo e dalla Scuola di Architettura e Design di Oslo. Veiene fra Roma, "strade che partono da Roma", è un progetto di mediazione culturale che ha lo scopo di mostrare l'importanza dell'eredità della cultura romana sullo sviluppo urbanistico e architettonico dell'intera Europa. Nell'ambito del progetto, l'architetto Thomas Thiis Evensen ha scritto il libro Roma – syv vandringer, "Roma – sette passeggiate", le cui illustrazioni sono state curate appunto da Krogvold. Le 40 fotografie di cui si compone la mostra Steder i Roma, "Luoghi a Roma", sono solo una selezione del suo vasto lavoro. Per la mostra del pluripremiato fotografo norvegese non avrebbero potuto scegliere scenario più adatto di Palazzo Braschi. Gli scatti di Krogvold che ritraggono una Roma cupa e algida, spiccano prepotentemente tra le raffigurazioni della città ottocentesca, solare, bucolica, mediterranea esposte in alcune sale del museo in Piazza S. Pantaleo. L'impronta di una sensibilità nordica è inconfondibile in queste immagini di una Roma dall'atmosfera tetra, a tratti lugubre, che sembra rievocare la presenza della nebbia che d'inverno si insinua pesante e misteriosa tra i fiordi. Giochi di luce in cui alcuni particolari in primo piano contrastano fortemente con la penombra sullo sfondo, creando un effetto di staticità quasi grottesca per la mancanza di vita. Krogvold non ritrae infatti figure umane ma interni di chiese, statue, cimiteri. Egli stesso ha spiegato la scelta di fotografare Roma in autunno, quando la luce naturale accentua la sensazione di malinconia e l'elemento „morte" si palesa in ogni sfumatura della realtà cittadina. Il soggetto in queste immagini eterne, silenziose, è quasi sempre la fredda pietra, avvolta in una foschia magica e solenne, in cui non c'è posto per la calda vitalità dell'uomo. La mostra, è senz'altro un'occasione per osservare la nostra città da un punto di vista che non sapremmo cogliere senza l'aiuto di un occhio straniero, affascinato dalla grandiosità romana e pronto ad interiorizzarla secondo la sua percezione di artista nordico.
Quando: dal 27 settembre all'8 novembre
Dove: Palazzo Braschi, Piazza S. Pantaleo (P.zza Navona)
Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web per offrirti l'esperienza più pertinente ricordando le tue preferenze e ripetendo le visite. Cliccando "ACCETTA TUTTI", acconsenti all'uso dei cookie secondo la nostra cookie policy. Tuttavia, puoi visitare "Impostazioni" per fornire un consenso controllato.
This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
I cookie funzionali aiutano a eseguire determinate funzionalità come la condivisione del contenuto del sito Web su piattaforme di social media, la raccolta di feedback e altre funzionalità di terze parti.
I cookie sulle prestazioni vengono utilizzati per comprendere e analizzare gli indici di prestazioni chiave del sito Web che aiutano a fornire una migliore esperienza utente per i visitatori.
I cookie analitici vengono utilizzati per capire come i visitatori interagiscono con il sito web. Questi cookie aiutano a fornire informazioni sulle metriche del numero di visitatori, frequenza di rimbalzo, sorgente di traffico, ecc.
I cookie pubblicitari vengono utilizzati per fornire ai visitatori annunci e campagne di marketing pertinenti. Questi cookie tracciano i visitatori sui siti Web e raccolgono informazioni per fornire annunci personalizzati.
I cookie necessari sono assolutamente essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questi cookie garantiscono funzionalità di base e caratteristiche di sicurezza del sito web, in modo anonimo.