Una storia lunga 1700 anni. A volte sono semplici narrazioni, altre volte sono i resti di costruzioni che testimoniano lo scorrere del tempo fatto di secoli e non di mesi o di anni. E poi ci sono quelle strutture, come le cinte murarie delle città, che racchiudono al loro interno altre storie, appartenute ad altre epoche e le proteggono, le custodiscono quasi con gelosia. Tutto ciò che si trova al di fuori del loro perimetro invece diventa altro. E’ estraneo. E Roma nel corso della sua plurimillenaria storia di cinte murarie ne ha avuto almeno tre. Ognuna più estesa e più solida della precedente.
Le prime mura di “recinzione” che racchiudevano circa 400 ettari, risalgono al VI secolo a.C., e presero il nome di Mura Serviane, forse perchè volute dal re Servio Tullio.
Le seconde risalgono al IV secolo a.C., ripercorsero più o meno lo stesso tracciato delle precedenti, e presero anche esse il nome di Mura Serviane.
A seicento anni di distanza dalla costruzione di queste ultime, Aureliano sentì la necessità di proteggere l’Urbe e avvalendosi di corporazioni urbane di muratori e di operai furono costruite, tra il 271 e il 275 d.C., delle mura che si estendevano per un percorso di quasi diciannove chilometri,18.837 metri, a notevole distanza, tranne che per due tratti, nella zona ardeatina e all’estremità del Quirinale-Viminale, dalla linea delle antiche mura Serviane.
Al loro interno racchiudevano un’area di 1.373 ettarie una popolazione di circa un milione e mezzo di abitanti. Ed ecco che le mura della più grande città del mondo includevano ampie porzioni del territorio nella parte orientale, le alture del Pincio, la pianura del Campo Marzio e quella dell’Emporio (Testaccio), la grande ansa del Tevere fino alle alture gianicolensi. A occidente, invece, seguivano il corso del Tevere. A ben vedere il percorso delle mura “Aureliane” fu studiato con grande attenzione. La loro funzione strategica è testimoniata dalla grande quantità di alture che racchiudevano al loro interno; mentre, escludevano zone, anche abitate ma difficilmente difendibili.
Per risparmiare tempo e anche denaro, durante la costruzione, per un bel tratto del percorso delle mura furono sfruttati includendoli edifici preesistenti, pubblici e privati, come l’Anfiteatro Castrense, tratti di acquedotti, la Piramide Cestia e abitazioni.
L’altezza del muro, merlato e provvisto di feritoie per gli arcieri, fu di 8 metri con uno spessore di 3,50 metri. Ogni 30 metri circa, addossate al muro esterno si elevarono, di qualche metro più alte, delle torri quadrangolari con camera interna e finestre per le artiglierie.
Nel 310 d.C., Massenzio attuò lungo le mura alcune opere di rifacimento e di rinforzo a cui aggiunse un fossato esterno.
Un secolo dopo, dietro l’incalzante minaccia dei Goti e per iniziativa del generale Stilicone la cinta muraria fu sottoposta a una vera e propria opera di ristrutturazione: l’altezza fu portata a12 metri, le torri furono rialzate e rafforzate, così come le porte furono ridotte e dotate di una controporta interna.
Un tracciato di età medievale parla di 383 torri, 7.020 merli, 14 porte, 5 porte secondarie, 116 corpi di guardia, e 2.066 finestre per artiglieria.
Quello che oggi resta delle mura Aureliane è il risultato di tante opere di restauro e di sovrapposizione. Uno dei tratti più caratteristici e belli da ammirare è quello che cinge i due lati di Porta Appia in direzione di Porta Latina e di Porta S. Paolo. Porta Appia è testimonianza di quanto di meglio abbia prodotto l’antichità in materia di fortificazioni. Dall’alto delle torri e attraverso le finestre disposte a raggiera, l’occhio aveva una visione che spaziava per diverse miglia nella campagna circostante; mentre, una doppia chiusura difendeva la porta. E sarà proprio di fronte a questa porta che nel 1327 furono sconfitte le truppe di Roberto d’Angiò, re di Napoli e per questa stessa porta due secoli dopo, nel 1536, fece il suo ingresso in trionfo l’imperatore Carlo V, di ritorno da una spedizione a Tunisi.
Passano i secoli, l’impero muore, Roma continua la sua vita e giunge fino a noi con la sua storia, i suoi palazzi, i suoi monumenti, e le sue mura. La cinta muraria non è più quella di 1700 anni fa, in alcune parti del suo percorso si è disgregata, in tanti punti piccole piante di erba sono cresciute spontanee quasi a voler addolcire il tempo, la storia, e gli occhi del turista. La storia di queste mura è lunga. Hanno visto trionfi, hanno accolto popoli, hanno segnato il tempo ma oggi ancora fiere costeggiano palazzi e strade e sanno come scrivere e raccontare nuove storie.