Non ci sarà mai modo di osservare, in qualche modo, i resti della Basilica Porcia, quella Sempronia e quella Opimia; questo perché sono andate via via distrutte. La Basilica Emilia è, quindi, l’unica sopravvissuta dell’epoca repubblicana a Roma.
Si tratta di una basilica civile (edificio pubblico che serviva come luogo per discutere di affari, commercio ed amministrare la giustizia) edificata nel Foro Romano. Nel 55 a.C. ci fu la costruzione di una nuova basilica, in sostituzione della Basilica Fulvia (edificata, nel 179 a.C. dal censore Marco Fulvio Nobiliore), ad opera del console Lucio Emilio Paolo. Le colonne della navata centrale avevano capitelli corinzi e vi era la presenza di un fregio con scene mitologiche dell’antica Roma. Nel 14 a.C. avvenne, tuttavia, un grosso incendio che distrusse la basilica, la quale venne fatta ricostruire per volere di Augusto (22 d. C.). L’architettura riprendeva molti elementi della vecchia basilica, compresa la pianta, ma ci fu comunque la ricostruzione completa delle taberne. A seguire, c’è da segnalare un restauro avvenuto ai tempi di Tiberio e, nel 410, la distruzione causata da un incendio che divampò, probabilmente, durante il celebre sacco di Alarico (410), re dei barbari Visigoti. La parte estrema del portico augusteo ebbe la fortuna di rimanere intatta ed il suo ordine dorico venne adottato pure dall’architetto Antonio da Sangallo il Vecchio, per l’edificazione della chiesa di San Biagio a Montepulciano.